Anna Maria Salviati, Teresa Messaggero, n. 364 09/10/2001, 9 ottobre 2001
Precisino, brillante, battuta pronta, il piccolo Michele si scatenava a pallone con il fratello Riccardo (oltre a lui le sorelle Cristina e Fabiana) tra le mura domestiche («ci allenavamo a pallacanestro e, a suon di palleggi sulla testa, la signora del piano di sotto sarà rimasta alta un metro e 50»)
Precisino, brillante, battuta pronta, il piccolo Michele si scatenava a pallone con il fratello Riccardo (oltre a lui le sorelle Cristina e Fabiana) tra le mura domestiche («ci allenavamo a pallacanestro e, a suon di palleggi sulla testa, la signora del piano di sotto sarà rimasta alta un metro e 50»). Da sufficienza a scuola mentre la passione del futuro conduttore restava la recitazione. «In parrocchia i preti non mi consideravano un grande attore, mi facevano stare in silenzio. A Natale ero uno dei pastori, a Pasqua un centurione romano». (Inquadratura su Michele La Ginestra)