Anna Maria Salviati, Teresa Messaggero, n. 360 11/09/2001, 11 settembre 2001
Infanzia animata, affollata di amichetti e cugini, per la piccola Valeria. Piuttosto timida, ma non certo al punto di rinunciare a correre su una moto elettrica a dieci anni («per imitare i miei scatenati fratelli, per sentirmi un po’ alla loro altezza e con la convinzione che fosse molto meglio nascere maschio»)
Infanzia animata, affollata di amichetti e cugini, per la piccola Valeria. Piuttosto timida, ma non certo al punto di rinunciare a correre su una moto elettrica a dieci anni («per imitare i miei scatenati fratelli, per sentirmi un po’ alla loro altezza e con la convinzione che fosse molto meglio nascere maschio»). Idee chiare anche sul suo futuro professionale: Valeria si vedeva scrittrice o giornalista. «Già da bambina volevo comunicare, insomma farmi sentire in qualsiasi modo». Intanto durante il liceo si è esibita da dee-jay in un radio privata. (Inquadratura su Valeria Benatti)