Adelaide Robert-Geraudel e Giusy Cinardi - Macchina del Tempo Maggio 2002, 20 aprile 2002
Il mimetismo, un’ottima arma per procurarsi il cibo. Il mimetismo di certi insetti, definito ”aggressivo” dagli studiosi, serve a spiare le prede senza il timore di esser notati
Il mimetismo, un’ottima arma per procurarsi il cibo. Il mimetismo di certi insetti, definito ”aggressivo” dagli studiosi, serve a spiare le prede senza il timore di esser notati. La Mantide religiosa, filiforme, spine sparse su tutto il corpo e sulle zampe, colorata di verde, del tutto simile a un filo d’erba, carnivora, a volte aspetta la sua vittima immobile per ore col torso sollevato, le zampe ripiegate davanti alla faccia quasi in segno di preghiera (da qui il nome). Quando la preda si avvicina, l’agguanta con un movimento fulmineo delle zampe, la tiene ferma con le spine e la sgozza con le mandibole taglienti (nemmeno la testa coriacea di una vespa rappresenta un boccone indigesto). Alcuni esemplari sono dotati anche di espansioni a forma di petali sulle zampe e sul torso, con piccole macchie nere ottime per attirare le mosche. Queste mantidi, che naturalmente non sono tutte verdi ma sfoggiano più colori, si posano su di un fiore e aspettano pazienti. Alcune, come gli esemplari della specie africana Idolum diabolicum, non hanno nemmeno bisogno di trovare una pianta su cui poggiarsi, perché assomigliano loro stesse a un fiore. Molto comuni sono anche i cosiddetti Insetti stecco, della specie dei fasmidi: antenne pelose, piccoli occhi, il corpo costituito da un pezzo unico per imitare al meglio un pezzetto di ramo, sono anche capaci di variare la ripartizione di particolari pigmenti color seppia dal verde al marroncino. Pur essendo numerosi, sono molto difficili da avvistare, e non per via delle dimensioni: il più grande, di una specie indonesiana, misura 33 centimetri. Il loro segreto è proprio la capacità di mimetizzarsi in maniera perfetta con le foglie e i rami di cui si nutrono (soprattutto rovi e lamponi). Anche il nome, del resto, lo dice: fasmide, dal greco phasma significa fantasma, apparizione. Altri animali, per attirare le prede, si mettono in posa di modo che una parte del loro corpo sia identica a un ghiotto boccone. Ad esempio la parte finale della coda di alcune giovani vipere della specie Agkistrodon contortrix, di colore giallo brillante, assomiglia molto a un verme: ulteriori attorcigliamenti rendono l’inganno perfetto e la trappola mortale per rospi e lucertole è pronta. Alcuni granchi mettono in bella mostra le scintillanti chele bianche e rosa, attirando con la speranza di un buon pasto pesciolini ignari e imprudenti.