Adelaide Robert-Geraudel e Giusy Cinardi - Macchina del Tempo Maggio 2002, 20 aprile 2002
Un altro trucco: rendersi schifosi o addirittura carogne. Alcuni ricercatori hanno osservato che un predatore che ha la sfortuna di cibarsi almeno una volta di un animale dalla carne disgustosa, ricorderà il saporaccio per molto tempo, magari dopo aver vomitato
Un altro trucco: rendersi schifosi o addirittura carogne. Alcuni ricercatori hanno osservato che un predatore che ha la sfortuna di cibarsi almeno una volta di un animale dalla carne disgustosa, ricorderà il saporaccio per molto tempo, magari dopo aver vomitato. Conseguenza: associando la sensazione sgradevole a un certo colore, si terrà sempre alla larga una determinata specie e la si manderà a cacciare altrove. Per questo alcune bestiole commestibili si mettono al sicuro grazie a tinte che le rendono identiche a esemplari sgradevoli. La maggior parte degli esempi riguarda il mondo degli insetti. Esistono numerose specie simili alle vespe, ma completamente innocue, che mostrano una protuberanza del tutto inoffensiva ma simile a un pungiglione. Tra i mammiferi, alcune specie di scoiattoli, appetibili e indifese, approfittano della somiglianza con altrettante specie di tupaidi, la cui carne è talmente sgradevole da essere rifiutata da qualunque predatore. Altri animali, per aver salva la vita, usano il ”trucco del morto”. I cadaveri, poco invitanti per via della carne putrida, vengono infatti snobbati dalla maggior parte dei predatori. Per questo alcune bestie, quando sono nei guai, fingono di essere morte magari per ore e ore. Molti insetti, tra cui alcuni ragni e coleotteri, se ne stanno a pancia all’aria, le zampe ripiegate sull’addome, perfettamente immobili; altri animaletti, che normalmente vivono sulle piante, si lasciano cadere a terra e lì rimangono finché il predatore non si è allontanato. L’espediente sembra funzionare, tanto che viene adottato anche da alcuni mammiferi. L’opossum, piccolo marsupiale australiano dalla pelliccia grigiochiaro, a volte se ne sta fermo per più di sei ore di fila: passato il pericolo, si alza come niente fosse. Alcuni pesci, tra cui i ”neon” (Paracheirodon innesi) e i ”cardinali” (Cheirodon axelrodi), quando finiscono nelle reti dei pescatori si lasciano galleggiare impietriti in mezzo agli altri: non appena vengono ributtati in mare, guizzano via tutti vivaci.