Anna Maria Salviati, Teresa , Messaggero, N.234 13/04/1999, 13 aprile 1999
Volontario nel secondo conflitto mondiale con il Battaglione San Marco. Un anno nel campo di concentramento di Taranto («un’esperienza allucinante, tanti mesi chiusi nelle tende, sono riuscito a scappare con altri amici e nessuno ci ha cercato»)
Volontario nel secondo conflitto mondiale con il Battaglione San Marco. Un anno nel campo di concentramento di Taranto («un’esperienza allucinante, tanti mesi chiusi nelle tende, sono riuscito a scappare con altri amici e nessuno ci ha cercato»). Alla domanda ”cosa farò dopo la guerra?” non sa rispondere. Prova nella sartoria materna, tenta nel ramo delle assicurazioni, alla fine si iscrive all’Accademia d’arte drammatica Silvio D’Amico. D’altronde Garrone aveva già avuto a che fare con palcoscenico e dintorni. Parecchi artisti, tra cui Emma Grammatica, erano stati infatti clienti del ristorante di nonna Rosa. Riccardo comunque molla pure l’accademia perché «lì non succedeva niente». Aveva però capito che quella era la strada. Nel 1950 debutto a teatro con la compagnia Gassman-Torrieri-Zareschi. (Inquadratura su Riccardo Garrone)