Mariarosa Mancuso "Corriere della Sera" 2/7/2002 pagina 33., 2 luglio 2002
Come scrive Diego Cugia: «Prendo appunti su grandi blocchi di carta ecologica fabbricata con gli scarti di lavorazione del cuoio
Come scrive Diego Cugia: «Prendo appunti su grandi blocchi di carta ecologica fabbricata con gli scarti di lavorazione del cuoio. La copertina di sughero mi ricorda la Sardegna. Scrivo diciotto ore al giorno, sette giorni a settimana. Il momento migliore è l’alba, che purtroppo dura poco. Per buttar giù le idee uso una stilografica Waterman, poi computer e carta da fotocopie. Tengo il computer su un orrendo e scomodo trabiccolo che mi hanno rifilato in un negozio di mobili per ufficio. Accanto, c’è una scrivania del Settecento in composto disordine. Generi di conforto, sigarette, acqua in dosi da cammello. Niente musica. Contro il mal di schiena, cammino e cammino. Il mio lettore di fiducia è il giornalista che mi pubblicò il primo articolo quando avevo 19 anni. A 82 anni, legge le mie pagine usando una lente d’ingrandimento con lucetta incorporata. Se mi vengono crisi da pagina bianca è per vanità. Ma Kafka diceva che quando ti interrompi, un altro scrittore svita la penna e comincia dalla tua pagina lasciata a metà. non voglio darla vinta a quel signore lì».