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 2002  luglio 06 Sabato calendario

Elenco dei biglietti scritti da Cesare Pavese nel corso delle varie tentazioni di suicidio che lo assalivano: 11 settembre 1935, ad Augusto Monti, augurandosi di rivederlo presto «a meno che questa mattina non mi scappi la mano, annodandomi la cravatta

Elenco dei biglietti scritti da Cesare Pavese nel corso delle varie tentazioni di suicidio che lo assalivano: 11 settembre 1935, ad Augusto Monti, augurandosi di rivederlo presto «a meno che questa mattina non mi scappi la mano, annodandomi la cravatta. Nel qual caso la saluto fin d’ora». 27 novembre 1935, all’amico Mario Sturani: «Ho comprato una bella corda, l’ho adattata a nodo scorsoio, e tutte le mattine la insapono per tenerla pronta». Tornato a casa dal confino, dov’era finito per difendere la fidanzata Tina Pizzardo, scopre che lei s’è sposata e commenta: «Non manca mai a nessuno un buon motivo per uccidersi». Già nel 1926, ancora studente, quando un compagno si suicida lui si stizzisce: «Baraldi si è ucciso (d’amore) insieme alla sua fiamma (quel volto doloroso). Ho un dispetto terribile di non essermi deciso prima di lui». Nel maggio del ’50, in una dedica all’amico "Pinolo" su una copia de "La luna e i falò": «A Pinolo questo libro - forse l’ultimo che avrò mai scritto - dove si parla di lui». Sempre nel ’50, sempre di maggio (il 3), sempre su una copia de "La luna e i falò" (stavolta donata all’avvocato David Invrea, magistrato e scrittore torinese), Pavese scrive a mo’ di dedica: «Il canto del cigno». Terza dedica, il 18 luglio dello stesso anno, ancora sul medesimo romanzo, stavolta destinato al ventiseienne Giulio Bollati, da poco tempo in forza all’Einaudi: «A Bollati, giovane virgulto della Casa, nostro successore». Quando si uccide sul serio, a Torino, in una stanza dell’albergo Roma, lascia sul comodino una richiesta, «...non fate troppi pettegolezzi», che è anche un riferimento letterario a Majakovskij, il quale nello stesso frangente aveva raccomandato: «Per favore, niente pettegolezzi».