Antonio Armano, ìGente Viaggiî luglio 2002, 8 luglio 2002
Tra i soprannomi tipici delle prostitute vogheresi di una volta, Ciap ciap (di qui il commento di un commerciante all’introduzione dell’Iciap: ”Dopo tanti anni dobbiamo ancora pagarla”)
Tra i soprannomi tipici delle prostitute vogheresi di una volta, Ciap ciap (di qui il commento di un commerciante all’introduzione dell’Iciap: ”Dopo tanti anni dobbiamo ancora pagarla”). Molte rimorchiavano i clienti in via Mazza D’orino, vicino al castello, intitolata a un partigiano caduto nel ’43, tutta case basse e oggi fatiscenti. «Forse unico esempio in Italia di strada con le prostitute ”in vetrina”, ridotta al lumicino, con solo due o tre in servizio e piuttosto mature, fiorì a partire dal settembre ’58, quando la legge Merlin chiuse i casini». Nel ’68, le tariffe erano queste: 1.500 lire in vestaglia, 2.000 nuda. «Un 45 giri faceva da sottofondo musicale e da clessidra alla copula». Tra le prostitute più celebri, la Munsesa: alta, bionda, tipo alla Mae West, usciva in strada a mostrarsi in tutto il suo splendore sulle note d’un disco di Gene Pitney. La Biancona: «salernitana, pettoruta, faceva la vita per pagare i vizi al figlio. Quando questi s’ammalò di cirrosi, lei prese a passare i pomeriggi al bar mangiando gelati e piangendo sotto vistosissimi cappelli anni ’30. Una notte ebbe un ictus, il figlio, pur malconcio, riuscì a chiamare l’ambulanza (in ospedale morirono entrambi). La Gnuf Gnuf: figlia d’una maestra, per cambiar vita chiese aiuto ai preti e, prima di diventar bidella, fece volontariato all’ospedale. Il fratello d’una paziente, noto clerico-fascista e autista di gerarchetti ai tempi del Duce, riconosciutala, invitò la sorella a non accettare d’essere imboccata da lei: ”Con quelle mani chissà che ha toccato!” Negli anni ’80, a parte il sussulto dovuto all’assassinio di Rosy Bandera, detta Bandera Rosa, fu un lungo languire, mentre si vociferava di una morte per Aids, e le poche che restavano, quando passava qualche curioso proprio mentre loro uscivano per un caffè, bluffavano: ”Torno subito: vado prendere i preservativi, con questo movimento di clienti!”».