Massimo Fini, "Nietzsche. Líapolide dell’esistenza", Marsilio, 8 luglio 2002
«Che accadrebbe se un giorno, o una notte, un demone strisciasse furtivo nella più solitaria delle solitudini e ti dicesse: ”Questa vita, come tu ora la vivi e l’hai vissuta, dovrai viverla ancora una volta e ancora innumerevoli volte, e non ci sarà in essa mai niente di nuovo, ma ogni dolore e ogni piacere e ogni pensiero e sospiro, e ogni indicibilmente piccola e grande cosa della tua vita dovrà fare ritorno a te, e tutto nella stessa sequenza e successione
«Che accadrebbe se un giorno, o una notte, un demone strisciasse furtivo nella più solitaria delle solitudini e ti dicesse: ”Questa vita, come tu ora la vivi e l’hai vissuta, dovrai viverla ancora una volta e ancora innumerevoli volte, e non ci sarà in essa mai niente di nuovo, ma ogni dolore e ogni piacere e ogni pensiero e sospiro, e ogni indicibilmente piccola e grande cosa della tua vita dovrà fare ritorno a te, e tutto nella stessa sequenza e successione. L’eterna clessidra dell’esistenza viene sempre di nuovo capovolta e te con essa, granello di polvere. Non ti rovesceresti a terra digrignando i denti e maledicendo il demone che così ha parlato? » (Nietzsche nell’ultimo paragrafo del quarto libro della Gaia Scienza).