Mary McNamara, "la Repubblica" 17/7/2002, pagina 33., 17 luglio 2002
«L’
uomo che dovete ringraziare oggi, domani, e praticamente ogni giorno da adesso fino a metà ottobre circa è Willis Carrier. Grazie a lui possono esistere i computer, la Cappella Sistina dovrebbe durare qualche altro secolo, a colazione potete mangiare banane, o se preferite cioccolato dopo pranzo. Carrier è anche il motivo per cui in estate si vende molto. Egli ha reso possibile frequentare la scuola anche in estate, consentendo agli operai di lavorare più a lungo: non lo diciamo per accusarlo, in questo caso, ma perché cento anni fa, proprio oggi, Carrier inventò l’ aria condizionata. Se vi sembra poco, provate a pensare che vita sarebbe senza di essa. «E’ agli stessi livelli di Salk, Edison, ed Henry Ford», spiega Jon Shaw, direttore della comunicazione per la società Carrier, che prende il nome dal suo fondatore e che è tuttora la più grande società che fabbrica condizionatori. L’ aria condizionata, in realtà, fu inventata per rimediare ai terribili effetti del calore sul posto di lavoro, ma non a beneficio degli esseri umani. Nel 1902 una tipografia ebbe parecchi problemi cercando di mantenere stabile la carta durante il processo di stampa, a causa del calore: il calore e l’ umidità, infatti, alteravano le dimensioni dei fogli, e così le foto e i caratteri erano stampati con sbavature e con irregolarità. Carrier, allora un giovane venticinquenne ingegnere meccanico, concepì un sistema di controllo della temperatura e dell’ umidità nella tipografia. Quattro anni dopo, alcuni ingegneri applicarono il sistema di Carrier per "condizionare" l’ aria in una filanda di cotone in North Carolina. Sebbene il nome "aria condizionata" avesse fatto centro, non fu che nel 1914 che qualcuno cercò di sfruttare questa tecnica per migliorare le condizioni di vita e di lavoro degli esseri umani. Il miliardario Charles Gate di Minneapolis fu il primo a commissionare questo sistema di raffreddamento per la sua casa. Nel 1922 Carrier ideò un sistema di refrigerazione centrifuga e due anni dopo J.L. Hudson, un centro commerciale di Detroit, lo installò nei suoi sotterranei. Infine, nel 1925, il Teatro Grauman’ s Chinese di Los Angeles decise di rinfrescare l’ oscurità della sua platea. Almeno agli inizi, l’ aria condizionata era un articolo molto difficile da vendere. Era costosa e troppo moderna. Soltanto dopo la Seconda Guerra Mondiale si pensò, nella prosperosa industria, di espandere gli orizzonti definendo freschezza non soltanto l’ epitome del benessere, ma anche il segno di una superiorità intellettuale e fisica. Le prime campagne pubblicitarie sfruttarono proprio questi preconcetti. Ma furono i templi del cinema a diffondere la fama dell’ aria condizionata. Negli anni Venti su tutta la terra non esisteva un luogo fresco in estate come un teatro americano. A mano a mano che l’ aria condizionata iniziò a diffondersi capillarmente - negli anni Cinquanta era già molto comune nelle abitazioni - iniziò anche ad essere il bersaglio favorito dei critici opinionisti sociali e dei bohemien. Henry Miller la giudicò il simbolo del blando conformismo della vita americana. Arrivò persino a scrivere un libro, intitolato "L’ incubo dell’ Aria Condizionata"» (Copyright "Los Angeles Times" Traduzione di Anna Bissanti)