Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2002  luglio 29 Lunedì calendario

Quanta superficie terrestre utilizza ognuno di noi per vivere? A questa domanda ha dato una risposta il WWF, stilando una classifica delle impronte ecologiche di tutte le nazioni del mondo

Quanta superficie terrestre utilizza ognuno di noi per vivere? A questa domanda ha dato una risposta il WWF, stilando una classifica delle impronte ecologiche di tutte le nazioni del mondo. L’impronta ecologica di ogni persona è data dalla somma di sei diverse componenti: la terra coltivata necessaria per produrre gli alimenti, i pascoli utili a ottenere prodotti animali, le foreste che servono per ricavare legname e carta, la superficie di mare per produrre pesci e frutti di mare, quella di terra che ospita infrastrutture edilizie e quella forestale per assorbire l’anidride carbonica che deriva dal consumo energetico dell’individuo. L’impronta ecologica è calcolata in ettari pro capite. Come mostra il grafico sopra, gli Emirati Arabi sono il paese a più elevata impronta ecologica del mondo, con un valore di 15,99 ettari procapite, in pratica come più di 10 campi di calcio. Il valore più basso l’ha l’Eritrea, con 0,35 ettari pro capite, cioè metà campo di calcio. L’Italia, insieme a Grecia, Spagna, Austria, Portogallo, Paesi Bassi, Belgio-Lussemburgo oscilla invece sui 5,5 ettari pro capite, cioè 8 campi di calcio.