Paolo Di Stefano, "Corriere della Sera", 6/8/2002 pagina 4., 6 agosto 2002
Carlo Fruttero, sul sorriso di Franco Lucentini: «Si tratta di un sorriso dove confluiscono tutti i temi della sua opera di scrittore: contiene, in superficie, confusione, impaccio, una sorta di sbigottito deglutimento di recluta, che coprono appena una tremula richiesta di perdono, un’ammissione d’inettitudine a vivere, di completa vulnerabilità e un fondo di sconfinata, disastrosa tenerezza verso le minime cose del creato, di comprensione per ogni concepibile debolezza, follia, bassezza e contraddizione umana
Carlo Fruttero, sul sorriso di Franco Lucentini: «Si tratta di un sorriso dove confluiscono tutti i temi della sua opera di scrittore: contiene, in superficie, confusione, impaccio, una sorta di sbigottito deglutimento di recluta, che coprono appena una tremula richiesta di perdono, un’ammissione d’inettitudine a vivere, di completa vulnerabilità e un fondo di sconfinata, disastrosa tenerezza verso le minime cose del creato, di comprensione per ogni concepibile debolezza, follia, bassezza e contraddizione umana. E un sorriso mite, soave, sincero, disarmante e il suo effetto su chi lo vede la prima volta è infallibile: ecco finalmente, si pensa, un Uomo Buono».