Marco Belpoliti, "La Stampa" 28/7/2002, 28 luglio 2002
La cintura ha assunto nei secoli vari significati: ai prigionieri veniva tolta, «e questo aveva il preciso valore di spezzare un legame»
La cintura ha assunto nei secoli vari significati: ai prigionieri veniva tolta, «e questo aveva il preciso valore di spezzare un legame». Tra i romani slacciarsela equivaleva a sposarsi: «Lo sposo scioglie il nodo della cintura di lana di pecora della moglie e si unisce sessualmente a lei. Per i cristiani è un segno di unione, ma anche di continenza e castità: riguarda i monaci e gli eremiti, e poi anche il clero secolare. Il cordone che i sacerdoti indossano durante la messa allude appunto a questo». Il suo valore simbolico è dovuto al fatto che «cinge la parte mediana del corpo umano, quella in cui si congiungono la parte superiore e quella inferiore: sopra, il tronco, con il cuore e gli organi vitali, e più in alto ancora la testa; sotto, gli organi genitali e le gambe. E’ il punto di giuntura tra l’alto e il basso». La prima cintura che compare nella Bibbia è fatta delle foglie di fico raccolte da Adamo ed Eva dopo aver mangiato i frutti dell’albero proibito. Qualche anno fa lo storico dell’arte Leo Steinberg pubblicò un libro sulla sessualità del Cristo vista attraverso il modo in cui viene rappresentato il perizoma che, sulla croce, gli avvolge i fianchi (annodato, stretto a mo’ di cintura, solo appoggiato).