Gaetano Afeltra, "Corriere della Sera", 4/8/2002 pagina 27., 4 agosto 2002
A partire dagli anni Cinquanta, Eugenio Montale fu ospite fisso di Forte dei Marmi: arrivava puntuale tra la fine di luglio e i primi di agosto, portava con sé la moglie Drusilla Tanzi (per lui era «Mosca», lei lo chiamava «Eusebio»)
A partire dagli anni Cinquanta, Eugenio Montale fu ospite fisso di Forte dei Marmi: arrivava puntuale tra la fine di luglio e i primi di agosto, portava con sé la moglie Drusilla Tanzi (per lui era «Mosca», lei lo chiamava «Eusebio»). I due alloggiavano sempre nella stessa pensione, di cui amavano «l’ottima cucina». Montale preferiva piatti semplici, «da trattoria toscana tradizionale»: pasta e fagioli, zuppa di ceci, ribollita, trippa in umido. Diceva la Mosca: «Per Eusebio l’aroma della ribollita è il profumo della gioventù». I due scendevano in spiaggia solo in tarda mattinata, lui si metteva sotto l’ombrellone, dove riceveva visite e omaggi. Nel ’70 andò a trovarlo la Fracci; deliziato dai «paludamenti» con cui la ballerina si proteggeva dal sole, continuava a dirle: «Sembra un angelo di Botticelli». Talvolta, la sera, Eusebio e la Mosca andavano a far visita ai loro «amici in villa»: spesso Montale e l’amico Cocito Arborio Mella cantavano pezzi d’opera, l’uno da tenore, l’altro da baritono. Memorabile la volta in cui al "Lucean le stelle" scoppiò l’applauso, e il poeta imbarazzato: «Cantare sarebbe stato il mio vero mestiere».