Paolo Mastrolilli, ìLa Stampaî 27/6/2002; Salvatore Bragantini, ìCorriere della Seraî 27/6/2002, 27 giugno 2002
Alla fine degli anni Novanta abbiamo vissuto dentro un’enorme bolla speculativa. «L’andamento della Borsa andava contro la logica e contro la storia, ma ci siamo voluti convincere che le aspettative irrealistiche generate avessero una base autentica
Alla fine degli anni Novanta abbiamo vissuto dentro un’enorme bolla speculativa. «L’andamento della Borsa andava contro la logica e contro la storia, ma ci siamo voluti convincere che le aspettative irrealistiche generate avessero una base autentica. I soldi facili hanno fatto perdere la testa ai leader delle grandi compagnie, che hanno cominciato pratiche contabili discutibili o illegali, spinti anche dal nuovo sistema di compensazioni legato ai titoli e ai loro risultati. La maggior parte dei risparmiatori non poteva conoscere gli imbrogli che stavano avvenendo, ma sapeva che la bolla esisteva. Sono diventati ricchi in fretta quando la speculazione è decollata, con prezzi a livelli assurdi per tutto, dalle azioni di Internet ai beni delle aziende tradizionali. Hanno pensato che questa tendenza potesse continuare all’infinito, e chi ha continuato a giocare d’azzardo troppo a lungo è rimasto bruciato [...] Chi era davvero povero, o comunque non benestante, non ha giocato i suoi soldi in Borsa. Inoltre la maggior parte dei risparmiatori ha perso ricchezza che esisteva solo sulla carta, e molti sono ancora in positivo rispetto a quando avevano cominciato. Quindi gli effetti sociali di questa crisi, per quanto triste, non dovrebbero essere catastrofici» (Jeffrey Sachs, professore di Harvard). «Con la ”bolla” della new economy molti risparmiatori, attirati dal miraggio della ricchezza facile, si sono trovati usati e gettati via, come certe ragazze acerbe che credono di aver trovato la scorciatoia per la bella vita. Come loro, oggi se la prendono col mondo» (Salvatore Bragantini).