Maurizio Matteazzi, ìil manifestoî 8/8/2002, 8 agosto 2002
La Colombia aspetta un diverso intervento «Uno degli impegni con cui l’outsider Uribe ha vinto a valanga le elezioni del 26 maggio è quello di stroncare manu militari ”il terrorismo”, ossia la guerriglia che da 38 anni pone la Colombia in uno stato di guerra civile strisciante
La Colombia aspetta un diverso intervento «Uno degli impegni con cui l’outsider Uribe ha vinto a valanga le elezioni del 26 maggio è quello di stroncare manu militari ”il terrorismo”, ossia la guerriglia che da 38 anni pone la Colombia in uno stato di guerra civile strisciante. Per farlo si appoggerà a corpo perduto agli americani con il loro Plan Colombia, intende raddoppiare le forze armate dagli attuali 120 mila uomini, mettere in piedi una forza paramilitare di un milione di civili in chiave anti-guerriglia, mandare in congresso una legge che consente di arrestare i ”sospetti terroristi” senza ordine della magistratura, portare avanti a ferro e fuoco la politica (Usa) di estirpazione delle colture di coca. ”Comincia l’era della mano dura”, titolava mercoledì ”El espectador” di Bogotà. Se Uribe sarà in grado di portare avanti davvero i principali presupposti della sua linea politica, la Colombia potrebbe diventare quel ”prossimo Vietnam” di cui gli analisti americani e non parlavano al momento dell’approvazione, nel 2000 sotto l’amministrazione Clinton, del Plan Colombia» (Maurizio Matteazzi)