ANKARA - Nelle discussioni fra i «tre grandi» per l’assetto mondiale, il Vicino Oriente non sembra aver avuto una gran parte. Eppure diversi problemi si agitano in questo settore. L’unione degli Stati arabi, costituitasi in marzo, comprende Egitto, Iran, Transgiordania, Arabia Saudita, Siria, Libano e Yemen, Paesi che nell’insieme raggruppano 80 milioni di aspiranti alla completa indipendenza. I recenti incidenti in Siria, contro la dominazione francese, possono costituire ia scintilla per un più vasto movimento xenofobo. Sintomatica a questo proposito la notizia qui giunta dal Cairo questa sera, secondo la quale il Primo ministro egiziano Nekrashy pascià ha chiesto al Senato l’autorizzazione di negoziare col Governo britannico la revisione del trattato di alleanza del 1936. La questione della Palestina non è meno delicata e urgente delle altre, giacché gli ebrei fanno forti pressioni specialmente in America perché sia riaperta illimitatamente l’immigrazione ebraica in quel Paese.
Per la prima volta dalla metà di maggio la frontiera tra il Libano e la Siria è stata riaperta al trasporto dei prodotti petroliferi. Non si sa ancora quando le prime autocisterne cariche di benzina raffinata nel Libano varcheranno la frontiera, ma si ritiene che ciò avverrà quanto prima.
3 notizie mostrate (su 3 trovate) per l'anno