Un comunicato ufficiale diramato oggi dal governo di Teheran annunzia che aspri combattimenti fra guarnigioni regolari iraniche e reparti di insorti sono in corso nell’Azerbaijan, presso la città di Mianeh. Il Governo di Teheran ha inviato due battaglioni di rinforzo alle guarnigioni iraniche dell’Azerbaijan per arrestare le unità ribelli che si dirigono verso la capitale. Il comunicato governativo informa che i due battaglioni, giunti a Kazvin, sono stati arrestati dalle forze sovietiche le quali hanno ordinato a quelle persiane di ritornare a Teheran. Nei circoli diplomatici persiani di Londra la situazione viene considerata particolarmente critica. La responsabilità del movimento autonomista dell’Azerbaijan viene fatta risalire, nei medesimi ambienti, alle truppe sovietiche di stanza nella regione. A proposito di queste notizie il giornale russo Izvestia accusa gli organi di informazione britannici di voler a tutti i costi inventare di sana pianta disordini nelle zone poste sotto il controllo sovietico allo scopo di stornare l’attenzione mondiale dalla rivoluzione, effettivamente in atto, nelle Indie Olandesi. Secondo le Izvestia la situazione nel nord della Persia è soltanto tesa a causa degli incidenti provocati dagli emissari del movimento reazionario Gebdarme, sovvenzionato dai proprietari terrieri della regione. Le Izvestia respingono poi con viva indignazione l’accusa fatta all’Armata rossa di appoggiare con armi e mezzi corazzati l’insurrezione separatista. Il ministro dell’Iran a Washington, Hassain Ala, ha però dichiarato oggi che il suo Governo ha rimesso a quello sovietico una nota, la quale lamenta che l’interferenza russa nei disordini verificatisi nell’ Iran settentrionale, costituisce una minaccia alla integrità persiana.
I disordini scoppiati nelle regioni nord-occidentali dell’Iran sono sfociati ora in una vera rivolta contro il Governo. Reparti in armi sono giunti a 150 chilometri dalla capitale. Nell’Azerbaijan la cosiddetta assemblea di tutti i popoli ha recentemente diramato una dichiarazione chiedendo l’autonomia della regione che dovrebbe però continuare a far parte dell’ Iran, minacciando di ricorrere alle armi se non fosse stata accolta tale richiesta. Mentre secondo le Izvestia i Russi si mantengono neutrali in una lotta che si considera di carattere puramente interno, viene annunciato che il Primo ministro dell’Iran si è incontrato oggi con l’incaricato d’affari sovietico a Teheran. Si apprende infine che il segretario di Stato J. Byrnes ha dichiarato oggi alla conferenza della stampa che né Londra né Mosca hanno ancora risposto alla proposta degli Stati Uniti circa l’allontanamento delle truppe alleate.
Radio-Tabriz ha dato un drammatico annuncio: «Alle 5 antimeridiane di domenica le forze armate persiane hanno iniziato un poderoso attacco dalle località di Shahindej e Baghchem Misheh. Non si sa chi abbia dato istruzioni alle forze persiane nel Kurdistan. Vogliamo che i Persiani sappiano che noi desideriamo conservare la nostra libertà e difenderci contro di loro. Tutti dovrebbero sapere che il Governo di Teheran ha tentato di ingannarci; ma noi terremo i Persiani lontano dall’Azerbaijan. Già tre giorni fa i Persiani avevano attaccato i Kurdi nella regione di Saquez, ma ora, dopo aver lasciato trentasette prigionieri, hanno cominciato a ritirarsi». La stessa radio informa che Tabriz ha inviato rinforzi verso la frontiera, ha proclamato la legge marziale, e che Sadegh Padegan, eminente figura del movimento autonomista e capo dell’esercito dell’Azerbaigian, ha ricevuto la nomina a governatore militare della regione in cui hanno avuto inizio i combattimenti.
Nuova York - Il capo dello Stato maggiore dell’Esercito persiano ha comunicato stamane al corrispondente della United Press da Teheran, che le forze armate governative hanno iniziato ieri sera, alle 21, l’offensiva contro l’Azerbaijan, da Zenjan in direzione di Mianeh
LONDRA - Secondo un comunicato di stamane dello Stato maggiore, avanguardie iraniche sono penetrate ieri sera a Mianek, 180 chilometri a sud di Tabriz. Altre unità hanno superato le alture di Ghaflankon discendendo stamane verso Mianek. Secondo un comunicato ufficiale le truppe del Governo di Teheran si recano nell’Azerbaijan — come fu già annunciato — al solo scopo di sorvegliare lo svolgimento delle elezioni. Circa una settimana fa, il Capo del Governo autonomo dell’Azerbaijan, Jafaar Pishevari, aveva dal canto suo affermato che le popolazioni avrebbero difeso con le armi la la libertà del Paese. Ieri sera la radio di Tabriz ha diffuso un appello di Pishevari per la resistenza di tutti contro le forze governative. Il giornale del mattino Atesh pubblica che 1’ambasciatore sovietico a Teheran, Sadcikov, ha presentato ieri una violenta protesta al Governo centrale accusandolo di aver rotto i patti con l’inviare truppe nell’interno dell’Azerbaijan e per tale fatto di mettere in pericolo le frontiere russe. Il giornale aggiunge che il Primo ministro Ghavam Es Sultaneh si trova sotto la costante pressione dell’Unione Sovietica. Le notizie dell’ultima ora trasmesse dall’United Press sono in contrasto con quelle precedenti: il ministro della Guerra dell’Iran, infatti, avrebbe ricevuto un telegramma, a firma Piskevari, nel quale lo si informa che le truppe democratiche dell’Arzebaijan hanno ricevuto l’ordine di deporre le armi. Da Teheran si apprende che Tabriz si è arresa alle forze imperiali persiane.
Pishevari, che comandava il fittizio Governo sovietico dell’Azerbaijan, risulta ucciso a Tiflis, in Russia, in un incidente automobilistico Si ritiene che il comando del gruppo sia stato preso dall’aiutante militare in prima di Pishevari, il generale Ciolamyahya Dane shian.
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