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La più bella donna d’Oriente, la principessa Fawzia, sorella di re Faruk, si è unita stamane in matrimonio con Ismail Sherine bey, diretto discendente del famoso Mohamed Ali pascià. Tutti gli ambienti mondani del Cairo parlavano già da qualche tempo del nuovo idillio della bella ex-imperatrice dell’Iran. Gli sponsali hanno avuto luogo nel grande salone d’onore del palazzo reale con una cerimonia improntata alla massima semplicità. Sembra che la riservatezza e la modestia delle nuove nozze di Fawzia siano state espressamente volute da re Faruk, considerando egli la sontuosità e il fasto fuori luogo in un momento in cui il Paese è appena uscito dalla guerra palestinese. Il matrimonio è stato celebrato da Sheikh Mamoun el Shinawi, rettore della millenaria università di Al Azhar e capo spirituale del mondo musulmano. In conformità al rito musulmano la principessa Fawzia non era presente alla cerimonia svoltasi nel grande salone di palazzo Kouba. L’ha rappresentata il fratello, quale capo della famiglia, e a lui il celebrante ha rivolto la domanda rituale: «Acconsentite al matrimonio di vostra sorella con quest’uomo?». Durante la cerimonia il rappresentante della sposa e il futuro consorte siedono l’uno di fronte all’altro con le mani giunte coperte da un candido velo. Nel rivolgere la tradizionale domanda a re Faruk il celebrante ha posto le sue mani su quelle dei due uomini, togliendole solo dopo aver chiesto anche a Ismail Sherine bey se acconsentiva a prendere in moglie la principessa. Il matrimonio si è poi perfezionato legalmente con la firma del contratto avvenuta nello stesso salone di palazzo Kouba. Durante la cerimonia la sposa è rimasta in ritiro nella solitudine del suo appartamento a palazzo reale. Secondo la tradizione mentre si svolgevano le nozze ella ascoltava la lettura di alcuni passi del Corano effettuata da una vecchia dama di Corte. Immediatamente dopo gli sponsali ha avuto luogo un pranzo di carattere intimo a cui hanno partecipato i membri delle due famiglie degli sposi e alcuni pochi invitati. Nulla ancora si sa circa la mèta del viaggio di nozze degli sposi: sembra anzi che il viaggio non avrebbe luogo. Fawzia e Ismail prenderebbero invece immediatamente alloggio nella casa suburbana di Maadi acquistata recentemente dalla principessa.
Lunedì 17 aprile 1950
Re Faruk d’Egitto è di nuovo innamorato
LONDRA - Tornano a circolare le voci d’un prossimo nuovo matrimonio del Re d’Egitto, Faruk. Il quotidiano del Cairo Al Misri, che non è soltanto il giornale arabo più letto del mondo, ma é anche noto quale portavoce ufficioso della Corte egiziana, pubblica ocgi in prima pagina — almeno nelle copie giunte all’estero — una grande fotografia di Narriman Sadek, la ragazza il cui nome è stato di recente romanticamente collegato con quello di Re Faruk. La pubblicazione della fotografia, che occupa tre colonne del giornale ed è circondata da un bordo rosso, ha dato lo spunto alle voci che sia imminente l’annuncio ufficiale del fidanzamento di Narriman Sadek con il divorziato sovrano d’Egitto. Il quotidiano di Damasco Annassar pubblica addirittura in un grosso titolo l’affermazione che «Narriman Sadek si avvicina al trono». Persone che hanno dimestichezza con la prassi della censura egiziana aflermano che la pubblicazione della fotograna della Sadek non sarebbe stata possibile senza il nulla osta della Corte. Sotto la foto Al Misri riporta una breve corrispondenza da Nuova York, in cui si dice che la stampa estera ha pubblicato varie notizie e fotografie di Narriman Sadek e si è profusa in lodi per la ragazza. Come si ricorderà, Narriman Sadek ha 16 anni, è figlia di un alto funzionario del Governo egiziano, recentemente morto, ed era fidanzata con un giovane esperto economico della Delegazione egiziana presso le Nazioni Unite. (Corriere della Sera)
Martedì 6 febbraio 1951
Lo Scià annuncia le nozze con Soraya
Il « re dei re », lo « Scià di tutte le Persie », Mohammed Reza Pahlavi, coronerà finalmente lunedì il suo sogno d’amore. Non si tratterà però di uno di quei matrimoni regali che i sudditi persiani erano soliti vedere o di cui per lo meno sentivano parlare. Sarà invece un matrimonio, se non modesto, certo non solito per un sovrano persiano. Egli ha infatti dato ordine che ogni fasto regale, ogni splendore venga bandito. La situazione internazionale, tutt’altro che confortante, e le agitazioni sociali che travagliano il Paese hanno infatti offuscato il tradizionale splendore delle celebrazioni degne di una Corte persiana. Un pranzo, previsto dal protocollo, e un ricevimento seguiranno la cerimonia religiosa in rito musulmano che unirà in matrimonio il re dell’Iran e la diciottenne sposa, figlia di un ricco persiano e di una donna oriunda tedesca. Le nozze erano state fissate per lo scorso dicembre e precisamente per il 27 di quel mese, ma a ostacolare il progetto sono intervenute cause di forza maggiore. Dapprima una febbre tifoidea che ha costretto a letto la bella Soraya Esfandiari per parecchio tempo e poi una forma influenzale tutt’altro che leggera. Soraya è figlia di un capo tribù persiano, mentre la madre — come abbiamo detto — è tedesca. Incontrò lo Scià per la prima volta a Parigi due anni or sono durante un ricevi mento. Da allora non lo vide più fino allo scorso ottobre quando interruppe gli studi che stava compiendo in Svizzera e tornò in Persia per la cerimonia del fidanzamento. Secondo il suo programma di austerità, il trentaduenne Mohammed ha pregato i sudditi di limitarsi nell’inviare doni di nozze. Lo Scià ha consigliato coloro che vogliono mandargli regali di nozze di depositare in banca, in denaro liquido, la somma corrispondente al vaio re dei doni che servirà a scopi di beneficenza. Lo Scià ritiene infatti che ogni manifestazione di regalità deve essere bandita dalle sue nozze in un momento in cui i suoi sudditi sono assillati da due problemi: l’eventualità di una guerra e la povertà del Paese.
A Teheran, nozze tra Reza Pahlavi e Soraya Esfandiari
Con fasto orientale, ma alla presenza di pochissime persone, nella sala d’avorio del palazzo di marmo di Teheran, lo scià, Mohammed Reza Fahlevi, ha sposato oggi la principessa Soraya Esfandiari, che il popolo persiano ha salutato come la nuova «Rosa d’Oriente». La sposa indossava un abito di lamé argentato e imbrillantato, con una tiara di diamanti in capo, mentre lo scià era in uniforme militare blu scuro, con spalline d’oro e bandoliera argentata. Sulla gradinata del grande palazzo di marmo rosa attendevano la sposa tutti i principi del sangue, il Primo ministro Razmara e 150 personalità. Alla sommità della scalea, solo, attendeva il sovrano. Lo scià, la sposa, la regina madre e sei fanciulle che reggevano il lungo strascico della sposa sono entrati nel palazzo, e, attraverso il grande atrio degli specchi, sono giunti alla sala d’avorio, festosamente addobbata per la cerimonia e illuminata da grandi candelabri di cristallo. Su un grande tappeto di inestimabile valore era collocato un grande scialle e, sopra di esso, due troni. La coppia reale ha preso posto sui troni e due sacerdoti musulmani hanno collocato davanti ad essa i simboli nuziali: il Corano, uno specchio e due candele. Soraya ha aperto il Corano e ha letto un passo indicatole da un sacerdote.Leggi qui tutto il servizio del Corriere della Sera
Giovedì 14 marzo 1957
Lo Scià di Persia ha lasciato Soraya
BONN – L’ultima notizia pervenuta ieri a tarda ora da Teheran annunciava che i ritratti di Soraya erano andati rapidamente sparendo nel corso della giornata dagli uffici pubblici e dai molti negozi in cui figuravano accanto a quelli dello Scià e ciò aveva lasciato prevedere a Bonn che, da un momento all’altro, sarebbe stato pubblicato l’atteso comunicato ufficiale sullo scioglimento del matrimonio dei due augusti coniugi. Difatti, la radio germanica diramava stamane la decisione di Teheran nella sua prima emissione delle otto. Più tardi, l’addetto stampa dell’Ambasciata dell’Iran presso la Repubblica federale asseriva che anche Soraya l’aveva appreso, come tutti gli altri comuni mortali, dalla radio e dai giornali. Questo è vero solo in parte. Soraya non sapeva quando esattamente il comunicato sarebbe stato reso di pubblica ragione, ma era stata informata che lo si sarebbe diramato nello spazio di tre giorni, fra giovedì 13 e sabato 15. Tutto era stato concordato. Lo Scià aveva voluto che il testo del comunicato fosse sottoposto all’approvazione di Soraya e anche concordato è stato il comunicato di Soraya, diffuso successivamente per mezzo dell’ agenzia ufficiosa germanica. Se ora ci si appresta a leggere con attenzione i due comunicati, appare chiaramente, attraverso le stesse parole dei protagonisti, il doloroso dramma cui li ha condannati la ragione di Stato e al quale essi, specialmente Reza Pahlavi, avevano tentato di sottrarsi cercando vanamente una soluzione di compromesso. Lo Scià ha annunciato lo scioglimento del matrimonio con la donna che certo ancora ama «con profondo turbamento», ne indica l’esclusiva ragione nella mancanza dell’erede al trono che Soraya non ha potuto dare, tiene a sottolineare di essersi dovuto inchinare all’opinione espressa dal Consiglio della Corona, il quale ha ritenuto indispensabile un principe ereditario «per la sicurezza della Nazione, per la conservazione della monarchia costituzionale, per evitare disordini nel Paese».Leggi qui l’articolo di Massimo Caputo per il Corriere della Sera
Giovedì 15 gennaio 1959
Voci di un matrimonio tra lo Scià di Persia e Maria Gabriella di Savoia
A Teheran sono riprese a circolare le voci sulla possibilità di un matrimonio tra lo Scià dell’ Iran e la principessa Maria Gabriella di Savoia. La principessa Shams Pahlevi, sorella dello Scià è partita stamane alla volta della Svizzera dove risiede Maria José, madre di Maria GabrielI la. Da fonte ufficiale si dichiara che la principessa Shams si è recata in Svizzera per ragioni di salute. D’altra parte si rileva che è stata la principessa Shams che, a suo tempo, si mise in contatto con le principesse Fawzia e Soraya prima che lo Scià le sposasse. (Ansa-A.P.).
Mercoledì 4 febbraio 1959
«Maria Gabriella sta studiando il Corano per poter sposare lo Scià», ma i Savoia smentiscono
Secondo il Daily Sketch, Maria Gabriella di Savoia sta studiando il Corano per farsi maomettana, sposare lo Scià e diventare regina di Persia. Smentiscono tutti. Il comandante Raimondo Olivieri, segretario dell’ex re Umberto II, ha detto al Daily Mail: «La princicipessa Maria Gabriella non cambierebbe mai la sua religione per sposare chicchessia. E’ una fervente cattolica. A parte la questione della sua fede, essa è pienamente conscia delle sue responsabilità di principessa e si rende conto di quale scandalo provocherebbe, per la Chiesa, una sua conversione ». Quick - settimanale tedesco - scrive che lo Scià, nel corso del suo ultimo viaggio a Roma, avrebbe avuto garanzie da papa Giovanni XXIII sull’eventualità di una dispensa papale al matrimonio e anche che tiene una foto di Maria Gabriella sulla scrivania. « Deus ex machina » dell’idillio, aggiunge, è stata fin da principio la sorella gemella dello Scià, principessa Aschraf, che, notoriamente, è da tempo la sua più stretta e ascoltata consigliera, e non solo negli affari familiari e sentimentali. « È fuori di dubbio — afferma il settimanale — che la principessa Aschraf ha mosso le principali pedine per realizzare quello che è il sogno d’amore del fratello, ma in ciò essa è guidata anche da un ben comprensibile calcolo, in sostanza il seguente: la dinastia Pahlavi è molto giovane (due generazioni), e il matrimonio con Maria Gabriella significherebbe il riconoscimento da parte delle più illustri famiglie regnanti o ex-regnanti d’Europa; non solo. ma i Pahlavi diventerebbero parenti di molte di quelle case regnanti o ex -regnanti ». A proposito delle difficoltà religiose, la rivista afferma che il capo della Chiesa iraniana Imam Djomeh si è dichiarato favorevole a un eventuale matrimonio, anzi avrebbe fatto presente che egli medesimo ha sposato una svizzera; del resto, è risaputo che anche il Primo ministro Eghbal ha sposato una europea — una francese — e che i figlioli, tutti battezzati, vengono allevati in Francia. Perfino i capi di alcune sette hanno approvato il matrimonio. L’unica condizione, posta da tutti, e, pare, già accettata dal Vaticano, è la seguente: che il primogenito rimanga musulmano, mentre tutti gli altri figli dovrebbero essere battezzati.
Domenica 25 febbraio 1979
Il Papa bacia la sposa
CITTA’ DEL VATICANO — Hanno detto «si» davanti al Papa, nella Cappella Paolina: lei, Vittoria Janni, 22 anni, commessa, figlia di un addetto alla nettezza urbana di Roma; lui, Mario Maltese, 24 anni, elettrotecnlco specializzato in impianti antifurto; lo sposo, in abito scuro con cravatta chiara, la sposa in abito bianco, di tulle e raso. Avevano chiesto che le loro nozze fossero benedette da Giovanni Paolo. Ne sono stati esauditi, in una giornata domenicale di sole di cui, prima e dopo il rito, hanno fissato numerose immagini, per un album di famiglia. Inaugurato da un evento d’eccezione, che, per l’intraprendenza di Vittoria Janni si è arricchito di un altro ricordo particolarmente commovente. Quando il Papa stava per congedarsi dagli sposi, Vittoria gli ha detto d’impeto: «Le posso dare un bacio?» E perché no? ha risposto il Papa, sorridendo. Quindi curvandosi ad abbracciarla paternamente (perché la sposa è piccola di statura) l’ha baciata; la stessa manifestazione affettiva ha avuto subito dopo per lo sposo.
Giovedì 3 maggio 1979
L’amore finito male tra Lauren Bacall e Frank Sinatra
Lauren Bacall a Roberto Gervaso: «Per un certo periodo io e Frank Sinatra siamo stati bene insieme. Frank mi è stato di grande aiuto in un momento difficile della mia vita. Mi ha anche chiesto di sposarlo, ma quando la cosa si è saputa, è scoppiato il finimondo. Non s’è fatto più vivo: un’umiliazione atroce. Ma devo essergli grata perché mi ha salvato da un sicuro fallimento. Si è comportato da perfetto merdoso. Avrebbe fatto meglio a dirmi la verità».
Lunedì 5 novembre 1979
Incontro tra Gloria Guida e Johnny Dorelli
Incontro tra Gloria Guida e Johnny Dorelli. Gloria Guida: «Non è stato colpo di fulmine. Col tempo, però, ero sempre più attratta da quest’uomo che, pur appartenendo al mondo dello spettacolo, ne era come estraneo. Un uomo pieno di classe, di talento».
1980
L’incontro a teatro con Veronica Lario
• Una sera, al teatro Manzoni di Milano, di cui è da poco proprietario, Berlusconi assiste al Magnifico cornuto di Fernand Crommelynck. La protagonista, accanto a Enrico Maria Salerno, è Veronica Lario (che al clou della sua interpretazione denuda il seno). Berlusconi e l’attrice, 24 anni, si sono già incontrati. Ma è questa sera che Berlusconi decide di mettere fine al matrimonio con Carla Dall’Oglio e di spegnere la carriera artistica della Lario per farne la propria compagna.
Sabato 5 gennaio 1980
Si sposa Piergiorgio Welby
Si sposano Wilhelmine (per tutti Mina) Schett e Piergiorgio Welby.
Giovedì 24 gennaio 1980
Sequestratore si fa scoprire perché innamorato della rapita Marina Casana
CAGLIARI — I membri dell’«Anonima sequestri» non dimenticheranno facilmente Salvatore Fais, un ragazzotto di Santulussurgiu (Oristano) loro complice. «È lui che ci ha perduti» ha detto uno degli arrestati. Fais, soprannominato «Speedy Gonzales» si era innamorato di Marina Casana; era incaricato della custodia della ragazza torinese e del fratello Giorgio. Non staccava per un attimo gli occhi dalla prigioniera. Aveva perso la testa fino a regalarle una catenina d’oro, imprudenza imperdonabile: da quella catenina gli inquirenti sono risaliti al commerciante che l’aveva venduta, all’acquirente e infine a «Speedy Gonzales» e alla banda. Fais ha appena fatto in tempo a scappare, guadagnando le campagne poco prima che la polizia bussasse all’uscita di casa. Ora è latitante, insieme a Salvatore coinu, cassiere della banda e custode dei 500 milioni pagati dal Casana per riavere i ragazzi.