Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
I serbi hanno catturato Ratko Mladic, il macellaio di Srebenica.
• Lei sa di dovermi già due spiegazioni: che cos’è Srebenica? Chi è Mladic?
Srebenica è oggi una città della Srpska, cioè della Repubblica Serba della Bosnia ed Erzegovina. La Bosnia ed Erzegovina, che ha meno di quattro milioni di abitanti, è divisa in tre parti: la Federazione di Bosnia ed Erzegovina (e se si sta in Erzegovina non bisogna dire che ci si trova in Bosnia), la Repubblica Srpska, dove vivono i serbi ortodossi (scritte in cirillico, cioè nell’alfabeto adoperato in Russia), il Distretto di Brcko, autonomo. Già la divisione amministrativa attuale le dà una vaga idea dei problemi tuttora esistenti nei Balcani, dove maggioranze e minoranze di etnie e religioni diverse si intrecciano dappertutto. Durante la guerra che portò alla dissoluzione della Jugoslavia, il presidente della Repubblica serba, Karadzic, diede ordine che si annientasse la città bosniaca di Srebenica, abitata da musulmani. Era il luglio del 1995. L’ordine fu eseguito da questo Mladic, catturato ieri. Più di ottomila morti, secondo i bilanci ufficiali. Ma forse diecimila. I cadaveri continuano a saltar fuori dalle fosse comuni dove sono stati gettati dallo stesso Mladic.
• Quindi si tratta di un criminale di guerra. Karadzic è stato preso?
Sì, due anni fa. Ed è stato consegnato al Tribunale dell’Aja. Stessa sorte toccherà a Mladic: l’estradizione è stata chiesta dall’Unione europea, per bocca del suo ministero degli Esteri Catherine Ashton, e dal presidente americano Obama. Il presidente serbo Boris Tadic ha dato personalmente l’annuncio della cattura, dicendo che si deve lavorare per l’unità del Paese e che a questo punto, secondo lui, «le porte dell’Ue sono aperte». La Serbia vuole entrare nell’Unione europea e i 27 paesi avevano posto come condizione all’ingresso proprio la consegna di Mladic. Gli unici a non essere d’accordo erano stati gli olandesi.
• Come mai?
Srebenica formalmente era protetta dall’Onu. E i caschi blu della zona erano olandesi. Il loro generale, Tom Karremans, brindò con Mladic poco prima del massacro, lasciandolo poi fare. Di quel brindisi, con i calici pieni di slijivovica, esiste persino una foto. Il governo olandese ha insignito quel contingente, che non impedì la strage, di 500 medaglie. Dietro Srebenica e l’orrore visibile, si intuiscono parecchie porcherie occidentali. Che Mladic potrebbe finire di raccontare. E che probabilmente non racconterà, se è vera la voce insistente che gli assegna poco tempo da vivere a causa di un male incurabile. Ci vorrà una settimana per consegnarlo ai giudici dell’Aja, ma ci vorrà molto tempo perché il processo inizi davvero. Mladic ha settant’anni e in quel carcere, prima che si arrivasse a sentenza, è già morto Milosevic.
• Come è avvenuta la cattura?
La raccontano così: Mladic si trovava in una casa di un suo parente a Lazarevo, un villaggio a una decina di chilometri da Zrenjanin, in Voivodina, 80 km circa a nordest di Belgrado, non lontano dal confine con la Romania. L’arresto sarebbe avvenuto intorno alle 5,30 in una casa di via Vuk Karadzic. Si è trattato di un’azione molto rapida, quasi fulminea, della quale in pochi si sono accorti. I vicini hanno detto che la casa in cui si nascondeva l’ex generale era stata perquisita varie volte in passato. Gli abitanti di Lazarevo, intervistati dai giornalisti, hanno detto di non aver mai visto nel villaggio Ratko Mladic. Alcuni hanno aggiunto che non l’avrebbero mai denunciato anche nel caso che l’avessero visto. Gli ultimi sondaggi dicono che sei serbi su dieci non avrebbero mai consegnato Mladic all’Aja, nonostante la faccenda dell’ingresso in Europa. Alcuni abitanti di Lazarevo, infatti, hanno aggredito verbalmente i giornalisti e i cineoperatori giunti sul posto. La casa in cui è stato arrestato Mladic ha un aspetto modesto, nel cortile vi sono macchine agricole. Secondo i vicini, dopo l’azione della polizia, in casa non è rimasto più nessuno. Non si sa chi sia stato fermato insieme all’ex generale serbo-bosniaco. Alla cattura hanno partecipato, per ammissione dello stesso presidente Tadic, agenti segreti americani e inglesi. L’operazione, nel quadro degli equilibri politici mondiali, sposta definitivamente la Serbia dall’area di influenza russa a quella occidentale. È prevista una manifestazione dei nazionalisti (gli stessi che fecero casino a Genova, in occasione di Italia-Serbia), ma il presidente non sembra preoccuparsene.
• Che storia ha questo criminale di guerra?
Gli manca poco ai settant’anni. Ha avuto una figlia suicida pare per l’opposizione sua al matrimonio con un musulmano. La moglie aveva chiesto che lo si considerasse morto e gli si desse la pensione. Per tutta risposta la polizia le andò a perquisire la casa e trovò il diario di Mladic, migliaia di pagine sugli orrori degli anni 1993-1996.
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