Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Berlusconi ha perso il primo round delle elezioni amministrative: a Milano il candidato del centro-sinistra, Giuliano Pisapia, era ieri sera al 48%, mentre il sindaco uscente, Letizia Moratti, viaggiava intorno al 42. A Napoli – l’altra città dove il premier s’è presentato capolista – l’uomo del centrodestra Gianni Lettieri viaggia intorno al 37% e al secondo turno dovrà vedersela con De Magistris che sta intorno al 27. È possibile che tra due domeniche la Moratti conquisti Milano e Lettieri Napoli, trasformando così due battaglie perse in una doppia vittoria di misura. Ma, a guardare ieri le facce degli esponenti di centro-destra, in questo momento ci credono in pochi.
• Perché?Partiamo da Milano. I sei punti di distacco tra Pisapia e la Moratti sono troppi. Se Pisapia finirà al 48% (mentre scriviamo sono state scrutinate un terzo delle sezioni), gli basterà incassare il 3,2% dei grillini. Il terzo polo (Fini+Casini+Rutelli) vale per ora poco meno del 6%: anche se decidessero di votare per la Moratti (e non è affatto scontato) la porterebbero al 48%. Non è ipotizzabile una corsa alle urne degli elettori di centro-destra: al secondo turno l’assenteismo è di regola maggiore. Non so che cosa potrebbe rovesciare la situazione che si presenta adesso. La difficoltà è del resto resa evidente dal silenzio di tutti. Berlusconi è rimasto tappato ad Arcore per tutto il giorno, Bossi non si muove da via Bellerio e lo si dipinge come molto irritato. La Lega come partito avrebbe guadagnato 6 punti rispetto alle comunali di cinque anni fa, ma ne avrebbe persi 5 rispetto alle europee dell’anno scorso. Il Pdl gira intorno al 28-29% contro il 34,5 del 2010. Anche il Pd, che alle europee del 2010 aveva preso il 26, starebbe quest’anno tra il 28 e il 29. Insomma a Milano la partita per il centro-destra appare molto difficile, con conseguenze per Berlusconi e per il governo al momento inimmaginabili.
• E a Napoli?
Anche se fa sensazione il risultato modesto del Partito democratico, padrone della città da una ventina d’anni e adesso ridotto a un 21%, si deve giudicare severamente anche il 37% del candidato del centro-destra Lettieri. Il vero vincitore del primo turno è l’ex giudice De Magistris, uomo forte dell’Idv di Di Pietro, giudicato alla vigilia non più che un terzo incomodo e tra due settimane invece possibile sindaco della città. Il risultato di Napoli dice che la vittoria del centro-sinistra, molto decantata ieri da Bersani, è in realtà modesta: a Bologna non è ancora sicuro che Merola riesca a passare al primo turno, a Torino Fassino ha vinto tranquillo ma prendendo dieci punti in meno dell’ultimo Chiamparino. Ieri nei vari dibattiti televisivi s’è sentita più volte la domanda: chi ha perso si sa, ma chi ha vinto? Rende bene l’idea.
• Perché il voto di Milano potrebbe avere – secondo la sua espressione - «conseguenze per Berlusconi e per il governo al momento inimmaginabili»?
È stato Berlusconi a dichiarare che questo voto amministrativo, specialmente sulla piazza milanese, era poco amministrativo e molto politico. Disse qualcosa di simile D’Alema presidente del Consiglio alla vigilia delle regionali di una dozzina d’anni fa e infatti, presa una batosta, si dimise. Potrebbe succedere, specie se al secondo turno il centro-destra perdesse Milano e Napoli. C’è però anche una certa probabilità che Bossi, toccata con mano la debolezza del suo vecchio partner, la sua incapacità di confermarsi macchina acchiappa-voti, decida di cambiare gioco, per non presentarsi alle elezioni del 2013 in sella a un cavallo perdente. Questo cambio di gioco può essere di molti tipi, ma è certo condizionato dalla necessità che non si vada alle elezioni senza l’approvazione del federalismo.
• Che cos’altro si capisce dall’analisi di questi primi dati?
Gli urli, gli insulti, le maledizioni, gli anatemi, gli attacchi a testa bassa, la bava alla bocca, gli occhi iniettati di sangue hanno generato un vasto senso di disgusto. La bugia dell’ultimo minuto pronunciata dalla Moratti contro Pisapia ha fatto un effetto penoso. Lassini, per quanti voti abbia preso (non lo sappiamo ancora), è un episodio da dimenticare. La linea Sallusti-Santanché, sposata per intero da Berlusconi, esce da questo risultato massacrata. Dopo il colpo basso sull’auto rubata, Giuliano Ferrara aveva consigliato alla Moratti di chiedere scusa. Berlusconi e “Il Giornale” hanno creduto invece utile rincarare la dose. L’effetto è stato di far vincere – o quasi-vincere – due candidati radicali come Pisapia e De Magistris.
• Altre indicazioni di cui far tesoro?
Il successo dei grillini. Previsto, ma forse non in queste proporzioni. A Bologna hanno preso il 10%.
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