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 2024  marzo 29 Venerdì calendario

Periscopio

Gli Stati Uniti di Joe Biden non hanno posto il veto alla risoluzione Onu volta a impedire a Israele di combattere quel che rimane di Hamas e d’eliminarne i capi. Eppure per sconfiggere i terroristi islamici e giustiziarne il capo, gli Stati Uniti di Bush invasero l’Iraq. E Regno Unito e Francia presero per buone le «prove» che dovevano giustificare l’operazione. Franco Debenedetti, il Foglio.
A me fai servire vino di Veio annacquato, ma tu bevi il massico. Preferisco odorare le tue coppe che bere le mie. Marziale (Libro III, 49).

«Le parole contano anche nel controterrorismo», spiega The Dive, la newsletter del direttore dell’intelligence di Washington inviata a tutti i funzionari del settore. Si scopre così che termini come «jihadista», «jihadista salafita», «estremista islamico», «estremismo sunnita» o «estremismo sciita» e «radicalisti islamici» potrebbero offendere [l’Islam]. il Foglio.
Lo schema è pressappoco questo. Che siccome laggiù muoiono tantissime persone, allora [ogni] preoccupazione per il fatto che le squadracce filoterroriste assaltano le università reclamandone un assetto Judenfrei suona insultante per (…) sproporzione se si pensa alla tragedia del conflitto in corso. (…) Ne viene che una violenza antisemita perpetrata qui, esercitata contro un ebreo in quanto ebreo, deve incontrare le braccia allargate dell’osservatore perché Israele bombarda Gaza. Ne viene che, vista l’immane tragedia del popolo palestinese, un inasprimento della violenza antiebraica (…) dovrebbe essere rinfacciata a chi la subisce spiegandogli che non viene dal nulla. Quindi la sassata al bambino con la kippah non solo è poca cosa a confronto di tutti i bambini uccisi a Gaza, ma oggettivamente retribuisce quella violenza più vasta. Iuri Maria Prado, Linkiesta.
La caciara del woke non ha un genere, ne ha infiniti, tanto da avere prima fagocitato il femminismo per poi vomitarlo come eurocentrico e limitativo, fino a trasformarlo in un prisma dal nome di «transfemminismo intersezionale» che si occupa un po’ di tutto: dai trans, binary e gender fluid alle minoranze oppresse; dalla crisi climatica alla pace nel mondo. Certo, non si occupa proprio di tutto, per esempio non si occupa delle donne israeliane (catalogate nella sezione «oppressori» del manuale intersezionale). Si disinteressa tanto delle donne ebree (…) quanto di quelle iraniane, ree d’essere in guerra contro quell’islamo-marxismo di cui si nutre il woke. Nel fantastico universo del transfemminismo intersezionale, alle giovani persiane è stato affibbiato il ruolo d’oppressori mentre i mullah (sissignori) beneficiano di quello d’oppressi. Alessandra Libutti, il Foglio.

«Io, stuprata da Hamas». Per la prima volta un ex ostaggio racconta gli abusi sessuali: «Costretta con una pistola in faccia». il Giornale.
Non avendo idea di chi sia Geolier, non avendo ascoltato mai le sue barre e non avendo visto manco Sanremo, ho chiesto rapidi lumi a chi ne sa di più e sono giunto a una sintetica conclusione: non c’è nessun motivo sensato per cui debbano invitarlo all’Università di Napoli, la Federico II, dove invece i direttori di giornale non li fanno parlare. Maurizio Crippa, il Foglio.
Kharkiv: il terrore russo contro la città sta diventando particolarmente vile. Tentativi di oscurare più di un milione di persone, attacchi costanti con missili e droni. Ora anche bombe aeree. Su case, scuole, infrastrutture civili. Almeno 19 persone sono rimaste ferite, compresi bambini. Il rafforzamento della difesa dell’Ucraina e l’accelerazione della consegna degli F-16 all’Ucraina sono vitali. Non si spiega perché non abbiamo i Patriot per difenderci dai terroristi russi. Volodomyr Zelensky, Telegram.

Biden ribadisce: «Putin è un macellaio». Dalle agenzie.
Tra le varie dimostrazioni di parzialità di cui sono accusati i giornalisti, mi pare si parli poco del diverso trattamento riservato da un lato ad agenti provocatori e propagandisti russi, contesi come rockstar da quotidiani e talk show, dall’altro a predicatori e attivisti dell’Isis, che stranamente nessuno mi pare abbia ancora pensato di ospitare nel proprio salotto televisivo («Signor lupo solitario, quando pensava di compiere il prossimo attentato?») Se le mie ipotesi vi sembrano eccessive, è solo perché non avete visto le svariate ospitate televisive di Maurizio Avondet su La7, o la sua intervista [di martedì] a Repubblica, in cui garantisce tra l’altro, a proposito dell’attentato di Mosca, che «sulla pista ucraina ci sono tutte le prove, sono state fornite dall’Fsb e dalla polizia di Mosca». Francesco Cundari, Linkiesta.
In Russia i putiniani convinti sono stimati intorno al 15, massimo 20 per cento. Non pochissimo ma non certo l’87% delle elezioni. Il resto è una massa rassegnata, relativamente passiva, smobilitata da tante cose tra le quali senza dubbio vent’anni di putinismo, ma non dobbiamo immaginarci questi russi come una massa completamente decerebrata. Qualsiasi torsione Putin voglia dare agli eventi, tanti russi hanno ripreso a fare come ai tempi dell’Unione sovietica: fuori casa silenzio, ma intorno al tavolo della cucina le cose più o meno se le dicono. Giuliano da Empoli, politologo (Stefano Montefiori, Corriere della Sera).

Per un tweet sulla guerra una Pussy Riot è stata condannata a 6 anni. [Per fortuna] in contumacia: l’attivista ha lasciato la Russia. Ansa.
Circolano molte teorie dietrologiche sul perché Emiliano si sia prodotto nel racconto in piazza d’un aneddoto che, pur smentito da Decaro, ha prodotto danni enormi. Ma, come spesso accade, la verità rischia d’essere molto più banale delle teorie del complotto. Dalle parole di Emiliano traspare più ansia di protagonismo che calcolo strategico. [È] la stessa spregiudicatezza, che in questi anni ha permesso a Emiliano d’allargare la sua maggioranza inglobando ceto politico d’ogni forma e colore, compreso a un certo punto persino un sindaco vicino a CasaPound. Stefano Cappellini, Repubblica.
Nasce la Lista per gli Stati Uniti d’Europa d’Emma Bonino e Matteo Renzi. Calenda per ora fa il difficile, ma ci ripenserà.ItaliaOggi.
È legittima qualche perplessità sull’ambizione dei promotori di riunificare l’intero continente avendo finora mostrato molte difficoltà già a riunirsi anche solo tra loro per un caffè. la Linea di Francesco Cundari.
La solitudine ci dà il piacere d’una grande compagnia: la nostra. Roberto Gervaso.