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 2024  marzo 29 Venerdì calendario

Sulla biografia di Marlon Brando


Marlon Brando sta al cinema come Leonardo sta all’arte, come Shakespeare sta alla letteratura, come i Beatles stanno alla musica. Ci sono figure che si posizionano fra le cime insuperate nel campo artistico nel quale operano e Brando è quasi unanimemente riconosciuto come il più grande attore di tutti i tempi.
È stato un onore rispondere al gentile invito della prestigiosa casa editrice La Nave di Teseo e scrivere la prefazione della sua autobiografia, ciò mi ha consentito di vivere ancora una volta le ragioni della mia passione (condivisa col mondo) per questo attore, per questo mito, per questa leggenda.
Cosa fa di Marlon Brando quello che è? Pur studiandolo e rivedendolo nei suoi film da decenni, la risposta non ce l’ho. E non potrebbe essere altrimenti, le eruzioni vulcaniche a volte non si spiegano, è la natura, l’acqua sgorga da sorgenti inaspettate, i venti soffiano dove vogliono. Ecco, Marlon Brando è un fenomeno della natura. Anche i critici più prestigiosi quando volevano illustrarne il segreto o decifrare la matrice della sua bravura dovevano ricorrere a termini presi a prestito proprio dalla natura, tipo «ha un istinto animale», «ha un magnetismo interiore», «ha una sensualità primitiva». Tutto vero, tutto giusto, ma anche tutto non riproducibile da noi attori (mi ci metto anch’io) comuni mortali che pure ci proviamo a impegnarci, a studiare, a sudare, a mettercela tutta, a immedesimarci. Certamente pure lui si è formato, si è impegnato, si è applicato, ma fin da subito c’era qualcosa di impalpabile che succedeva fra quel ragazzo e la macchina da presa che non si poteva spiegare bene a parole, qualcosa di chimico, qualcosa di magico.
Vi porto un esempio. Sapete cosa si sconsiglia di fare agli attori nella maniera più assoluta? Di recitare con i bambini o con gli animali, perché quelli ti rubano la scena, non importa quanto bravo tu sia, lo sguardo dello spettatore andrà sempre su di loro. Eppure provate a ricordare una delle più grandi interpretazioni fornite da un attore da che esiste il cinema: Marlon Brando nel film Il Padrino di Francis Ford Coppola. Impossibile non ricordare la scena iniziale: Don Vito Corleone al matrimonio della figlia riceve i postulanti e lo fa seduto con un gatto accoccolato sulle sue ginocchia, che accarezza tutto il tempo. E come finisce quel personaggio nel film? Muore, in un orto, duettando a lungo proprio con un bambino, il nipote, con cui sta giocando. Ebbene anche in quei casi, sfidando le regole, né il gatto né il bambino gli rubano la scena: non si può che guardare lui, sempre, fissi, ipnotizzati dalla sua malia. E nemmeno si può dire che è perché si viene affascinati della sua bellezza (seppur portentosa), visto che in quel ruolo sta recitando un vecchio. E sottolineo «recitando», cioè soltanto truccato e mascherato da anziano, perché negli anni si viene portati a pensare che Brando fosse vecchio davvero quando recitò il padrino, invece va ricordato che aveva solo quarantotto anni, per dire: l’anno dopo fece Ultimo Tango a Parigi dov’era ancora di una bellezza assurda.
Di Brando attore potrei parlare all’infinito con entusiasmo, meno euforia suscita la sua parabola di uomo, di marito, di padre. Ha vissuto tragedie da non augurare a nessuno e che hanno lasciato inevitabilmente un segno nella sua vita che si è chiusa in solitudine, in depressione e in bulimia. Se l’attore è stato un fenomeno, certamente la vita privata è stata discutibile mentre pure da applausi è stata quella pubblica. Un divo planetario che si è schierato a favore di ogni battaglia ritenuta giusta, a fianco dei «natives», a favore degli afroamericani, marciando coi poveri, con gli oppressi, coi dimenticati, donando cifre pazzesche all’Unicef.
In quest’autobiografia due cose colpiscono più di tutte: l’umiltà con la quale si giudica nel lavoro (crede di non essere mai stato bravo) e la mancanza di parole cattive nei confronti di chicchessia.
Al Torino Film Festival ne celebreremo il centenario coi suoi migliori film. Vi aspettiamo. Viva Brando!