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 2023  novembre 25 Sabato calendario

Biografia di Ilona Staller

Ilona Staller, nata a Budapest (Ungheria) il 26 novembre 1951 (72 anni). Ex pornoattrice, con lo pseudonimo di Cicciolina. Politico (Democrazia natura amore; già Partito dell’amore, Partito radicale). Ex deputato (1987-1992). «Sono stata e mi ritengo tuttora un fenomeno di costume» (a Giovanni Luca Montanino) • «Mia sorella, indagando il nostro albero genealogico, ha […] scoperto che abbiamo sangue blu: mia madre è nata da un grande amore tra mia nonna e un conte. Se non si fossero lasciati, ora sarei una principessa» (a Simonetta Sciandivasci). «Sono nata senza pudore. Quando ero piccola giravo completamente nuda per casa». «Ilona cresce con la mamma, ostetrica, e col patrigno, funzionario del ministero dell’Interno» (Teresa Ciabatti). Il padre, László Staller, «un gran donnaiolo, con una voce bellissima, […] ci abbandonò che avevo tre anni. Quando ero adolescente mia madre mi portò a casa sua, dove viveva con un’altra famiglia, per fargli firmare delle carte perché dovevo andare in Jugoslavia. “Neanche l’abbracci? È tua figlia”, lo rimproverò. Lui niente. Non l’ho più visto. […] Quando ci fu la rivolta ungherese avevo cinque anni, e i carrarmati me li ricordo. Allora non avevo capito. Poi sì. E non sarò mai comunista» (a Elvira Serra). «Mia madre sperava che scegliessi la carriera di medico… Io aspiravo a diventare archeologa o geologa. Ma erano sogni senza speranza quelli. Non ero una studentessa particolarmente brava, né diligente, né, a dire il vero, mi applicavo. Mi interessavano molto di più le feste, i concerti e i ragazzi». «“I primi nudi, li ho fatti a 13 anni: ero molto attraente e… molto minorenne”. Tredici? “Ma no… È che a 13 anni andai in un’agenzia di modelle e la direttrice disse a mia mamma: ‘La bambina, Ilona, ha molto sex appeal’, ricordo le parole esatte. Ma non ho fatto proprio nudo: posavo per il beauty, cose così…”» (Azzurra Della Penna). «Ricorda il suo primo amore? “Avevo 14 anni, mi disse che non sapevo baciare e mi vergognai tantissimo. Una sera mi chiese di non raggiungerlo perché avrebbe voluto stare solo con una sua amica sudamericana, e allora lo mandai al diavolo per sempre”» (Sciandivasci). «Da ragazza facevo la cameriera in un hotel di Budapest quando sono arrivati quelli dei servizi segreti a chiedermi di sedurre i clienti stranieri. Dovevo andare in camera loro, farli parlare e fotografare le carte che trovavo nelle loro borse. A 18 anni ero già l’agente Katicabogár (coccinella, in ungherese): spia e comfort girl di businessmen arabi o di politici americani» (ad Alessandro Gilioli). «Con l’aggiunta di piacevoli ore notturne, inevitabile che la lista dei gonzi cresca a dismisura. Un ministro della Germania dell’Est in odore di eresia, definito come “un vecchio maniaco a cui piacevano le ragazzine”, a cui la novella Mata Hari trafuga dei documenti compromettenti. Un senatore americano e la bella moglie, con cui inscena un triangolo erotico per consegnarli alla polizia. Ma una sera la Staller eccede con la vodka, e confessa tutto alla coppia. È a quel punto che capisce di non avere un grande avvenire come 007 in gonnella. […] Conosce l’agente di viaggi Salvatore Mercuri, che la seduce con il miraggio della bella vita oltrecortina» (Giovanni Sallusti). «Era di origine calabrese, impiegato in un’agenzia di viaggi. Lo conobbi a Budapest al Continental, dove lavoravo come cameriera. Avevo vent’anni, lui venticinque più di me. Prima delle nozze cambiai idea e gettai l’anello sulla neve, ma il mio patrigno mi costrinse a sposarlo lo stesso, altrimenti sarebbe stata una vergogna. Il prete disse: “Questa è la sposa più triste che abbia mai incontrato”. Andai a vivere con lui a Milano, vicino alla stazione Centrale, in un abbaino dove non c’era nemmeno il posto per fare la doccia. Mangiavamo pastasciutta tutti i giorni perché non potevamo permetterci la carne. Allora cominciai a lavorare come modella: con il mio book sottobraccio e una cartina in mano andavo a fare i provini. Dopo un anno gli dissi che volevo divorziare. Lui disse: “Bene, purché paghi tu l’avvocato”» (Serra). «Nel ’73, a salvarla, l’incontro con Schicchi, studente di Architettura e fotografo» (Ciabatti). «“Siamo stati insieme dal ’74 all’88, ma non voleva che lo dicessi per non deludere i fan. Mi lasciò sei messaggi sulla segreteria telefonica, dandomi il suo numero, ma io non lo richiamai. Poi una sera, mentre portavo a spasso il mio yorkshire terrier Bubu, me lo trovai sotto casa. Passeggiammo. Mi portò dal direttore di Playmen, Luciano Oppo, con il quale in seguito ho fatto otto copertine. Da lì è cominciato ad arrivare tanto lavoro”. […] Come nacque la coroncina in testa? “Ero alla Rinascente con Riccardo quando ho visto questa coroncina rosa e istintivamente me la sono messa in testa. La commessa: ‘No, guardi che ha sbagliato, quella è una collana’. Tornammo il giorno dopo a comprarla, perché non avevamo i soldi. E l’ho pagata io”» (Serra). «La fama arriva nel 1976 con il programma notturno di Radio Luna: “Il titolo era Voulez-vous coucher avec moi?: chiamavo tutti gli ascoltatori ‘cicciolini’, e così nacque il mio pseudonimo”» (Mauro Suttora). «Per ore sussurravo ai miei ascoltatori consigli su sogni e sessualità, alimentando i loro desideri e le loro fantasie». «Passeggiavo a seno scoperto, improvvisavo spogliarelli regalando rose. La gente protestava, collezionavo un sacco di denunce per atti osceni. Eppure io non vedevo peccato: il mio corpo sottile e aggraziato era poesia. Così nacque Cicciolina: le trasparenze, i fiori, il sorriso sereno. Un inno al sesso dolce» (a Roberta Scorranese). «Nei suoi spettacoli ci sono le colombe bianche, il camaleonte Giorgio, il pitone Pito-Pito. Fasullo e diffamatorio che negli spettacoli lei si accoppiasse col pitone (come dicevano alcuni). “Nello show voglio comunicare che bisogna dare amore a ogni creatura, anche a quelle più repellenti”, dichiara alla stampa» (Ciabatti). «Le mie erano mise molto stravaganti: potevo essere la donna ragno, oppure la donna pipistrello; mi esibivo con il ghiaccio secco, tra le ninfe e i serpenti. Sembravo una marziana: in effetti, ero la Lady Gaga di allora, solo più bella. Pensi che il mio impresario era Bibi Ballandi. […] Ai miei spettacoli, in prima fila, c’erano personaggi come Lucio Dalla o Vasco Rossi». Nel 1980 approdò anche in televisione, nel varietà di Enzo Trapani C’era due volte (Rete 2). «Cantavo e ballavo vestita solo da veli trasparenti che lasciavano intravedere il mio corpo nudo. Avevo dei super-abiti come Peter Tosh, cantavo con il mio pitone e ballavo con i ballerini gay». «“Predicavo l’amore, il contatto con la natura e il sesso”. Non si può dire che, in seguito, non sia riuscita in questo intento. “All’inizio ho girato anche film seri con registi come Lattuada, Lucio Fulci, Miklós Jancsó”. Poi ha sentito il richiamo della foresta. “Ho fatto film porno sino al 1988”» (Leonardo Iannacci). «Per molte donne la pornografia era una scelta disperata per guadagnare soldi, mentre per me era un lavoro divertente che mi dava molte soddisfazioni e certo non mi annoiava». «In breve divenne la diva più nota nel controverso settore dell’erotismo. Girò oltre 50 film, e squadernò molte delle variazioni che un tempo i manuali di psicopatologia forense definivano depravate. […] Intanto Ilona Staller avanzava in carriera e astuzia, aumentando progressivamente l’arditezza delle sue esibizioni. Diventata l’icona della trasgressione, fu invitata da Maurizio Costanzo a un confronto con un giudice noto per il suo moralismo. Il poveretto ne usci massacrato» (Carlo Nordio). «Poi è arrivata Moana Pozzi. “All’inizio era – come dire – una mia costola: si esibiva ‘garantita da Cicciolina’. In realtà eravamo molto diverse, sia fisicamente sia di carattere. Io minuta e lei giunonica, io ingenua e lei determinata, io che facevo tutto per divertimento e lei che invece sentiva il fascino del lusso. Ma siamo diventate lo stesso molto amiche, al punto di vivere nello stesso palazzo, […] sulla Cassia”» (Gilioli). «“Con Moana ci rifacemmo le tette e girammo un sacco di film insieme. Era una vera forza della natura, sul set”. […] Quanto guadagnava a film? “Quattrocento milioni per quattro, cinque giorni di lavoro. Moana prendeva la metà”. Erano gli anni dell’Aids. “Sul set non ci pensavamo. Una volta venne a Roma per girare un film il celebre John Holmes, il pornoattore americano famoso per i suoi 33 centimetri. Lo notai magro e smunto. Mentre alcune ragazze lo stavano ‘scaldando’, chiesi: che hai? E lui: un’infezione al colon. In verità era in Aids conclamata. Girammo il film senza usare preservativi. Dopo pochi mesi morì”. I partner più ispirati? “Holmes su tutti. Poi Ron Jeremy, Rocco Siffredi”» (Iannacci). Già volto della «Lista del sole» nel 1979 (al motto «No all’energia nucleare. Scaldiamoci con il sole e con l’amore»), in seguito s’iscrisse al Partito radicale, tra le cui file fu candidata alla Camera alle elezioni politiche del 14 e 15 giugno 1987, risultando eletta. «Ottiene 20 mila voti, seconda a Marco Pannella. “Lui ne aveva presi 35 mila in tre regioni, io ventimila solo nel Lazio. Nessuno, tranne Marco, si aspettava che potessi essere eletta. Era un grande politico e non gli hanno mai dato nessun ministero”. Prese sul serio l’incarico e depositò diverse proposte di legge. “Durante un mio intervento contro la violenza sulle donne Nilde Iotti applaudì. Andreotti invece mi suggerì di spendere più soldi nella stoffa, per coprirmi… Schicchi sapeva che non capivo nulla di leggi, quindi mi cercò un avvocato per aiutarmi. Mi sono battuta per creare i parchi dell’amore, garantire il diritto all’affettività dei detenuti, insegnare educazione sessuale a scuola, istituire la tassa ecologica sulle auto, abrogare la legge Merlin, vietare la sperimentazione sugli animali”» (Serra). «“Meglio le luci rosse che i fondi neri”, diceva Giovanni Spadolini. […] “Meglio una spogliarellista di un ladro”, diceva Leonardo Sciascia quando Cicciolina entrò in Parlamento, 1987. […] Cicciolina nei suoi diari scrive che “Andreotti era il più gentile, missini e comunisti i più ipocriti: riprovazioni pubbliche, e inviti privati. Arrivava il commesso con la busta chiusa e una proposta per la cena, e magari veniva da un deputato che mi aveva appena offesa. Anche democristiani, certo”» (Jacopo Iacoboni). «Qualcuno si era perfino innamorato di me, come Giancarlo Matteotti, che voleva sposarmi». «Una volta ha detto che temeva che l’ammazzassero per strada. “Avrò avuto non meno di cinquanta denunce per oscenità. Ero sempre in tribunale. Una volta a casa mi arrivò un pacco bomba con una croce di ferro: lo aprii e scoppiò, per un pelo non persi la vista”» (Sciandivasci). «Rimase cinque anni. Dall’87 al ’92. Uscì dalla porta principale: altri entrarono a San Vittore» (Malcom Pagani). Abbandonata nel frattempo la carriera di pornoattrice, la Staller tentò in seguito più volte di tornare in politica (sin dal 1992, col Partito dell’amore, insieme a Moana Pozzi), senza successo. «Ho depositato il nome del mio partito, Dna, Democrazia natura amore. Politicamente si colloca al centro ed è un movimento ecologista, animalista, popolare e anti-tasse. […] Ma ho anche un sogno: che mi richiami il Partito radicale, a prendere l’eredità di Pannella. Riuscirei subito a riportare su il partito. Io so come si tirano su le cose…» (a Gianluca Veneziani). «C’è una nuova Cicciolina oggi nel porno? “Non so dirlo perché non seguo più quel mondo. Mi occupo di altro. Scrivo canzoni e dipingo dei quadri. Ho anche un mio portfolio sui social, ‘Cicciolina Contemporary Art’”» (Veneziani). «Sogno nel cassetto? “Un programma mio, con il tavolo a forma di cuore e le domande sul sesso”. È stata scelta da Desigual come testimonial. “Per una campagna in tutto il mondo, anche in Australia. Ero molto felice quando me l’hanno proposto”» (Serra) • Un’autobiografia, Per amore e per forza (Mondadori, 2007) • «Che fine ha fatto il pitone con cui Cicciolina amoreggiava in scena? “Morto nella sua teca, morso da un topo”» (Iannacci) • Un figlio, Ludwig Maximilian (1992), dal turbolento matrimonio (1991-1994) con l’artista statunitense Jeff Koons, per il quale si era trasferita negli Stati Uniti. «Jeff mi dava continuamente della prostituta, della stronza, della troia. Finché, nel ’93, me ne andai. Presi la decisione una mattina, mentre scaldavo il biberon e lo sentii urlare a nostro figlio: “Tua madre è una prostituta!”. Feci tredici valigie, presi Ludwig e partii». Seguì una lunga serie di battaglie legali tra i due, anzitutto per l’affidamento del bambino, quest’ultima infine vinta dalla Staller anche grazie al suo fidato avvocato Luca Di Carlo, col quale ebbe peraltro una relazione • «Ho avuto un rapporto con il sesso un po’ particolare fin dall’infanzia. Mi incuriosiva, mi piaceva, mi faceva sentire potente. Da adolescente mi sono accorta di essere talmente sexy che ogni maschio voleva solo e subito avermi: senza sentimento, per pura libidine. Non rinnego nulla, […] ma credo di non essere mai stata amata. […] Come se il libertinismo sessuale implicasse, per forza, l’assenza di amore e di sensibilità. Io sono una persona molto romantica, ma non se n’è mai accorto nessuno». «Ogni mia relazione è stata monogama. E non mi piace quando un uomo vuole portarmi a letto subito. Prima di farci l’amore, io devo conoscerlo» (a Costanza Rizzacasa d’Orsogna). «L’unico fidanzato fedele che io abbia mai avuto è stato il mio pubblico» • «Sono cattolicissima. Adoro papa Francesco» • «Le pratiche erotiche non si devono dividere in buone e cattive. Anche farlo alla missionaria può mortificare, se l’altro ti tratta con disprezzo. È una questione di rispetto. Il sesso è complicità: se piace a entrambi, anche l’attività meno ortodossa diventa meravigliosa» • «È femminista? “Lo sono sempre stata. Mi piacciono le nuove battaglie delle ragazze, vorrei che ci impegnassimo tutte di più per le donne meno fortunate, quelle più povere, quelle che non hanno scelta perché nessuno ne dà loro una”» (Sciandivasci). «Io mi divertivo, non sono mai stata vittima. Il pubblico, lo provocavo io, era il mio oggetto dei desideri: non ero mai sottomessa, facevo quello che volevo» • «I capelli biondo platino, gli occhi da cerbiatta e la coroncina di fiori in testa sono il marchio di una “eterna fricchettona”, come lei stessa si definisce» (Silvia Mancinelli) • «Adoro la natura. Amo passeggiare nei boschi, guardare il mare» (a Raffaello Masci). «Quali sono i suoi hobby, oggi? “Dipingo: vorrei fare una mostra personale. E poi gioco a scacchi, sono piuttosto brava: se mi invitassero ai tornei, andrei volentieri”» (Serra). Sostiene inoltre di essere una buona violinista • «Ho guadagnato molti soldi, ma ho anche sperperato un patrimonio in cause con il padre di Ludwig». «Non sopporto più chi mi critica perché prendo il vitalizio da ex parlamentare. […] Nessuno mi ha regalato il posto: sono stata votata da 20 mila italiani nel 1987 e sono rimasta in carica per tutta la legislatura di cinque anni. Merito, dunque, i soldi che percepisco». «Signora Staller, lei è in polemica con i 5 stelle perché il suo vitalizio è stato ridotto. […] “Io prima percepivo 3.100 euro al mese di vitalizio, ma lordi: ne restavano netti 1.800. Ora ne prendo mille. Come faccio a camparci? Per questo lavoro ancora: faccio ospitate in programmi tv, soprattutto all’estero”» (Veneziani) • «Stronza nella vita, stronza nei film» (Rocco Siffredi ad Andrea Marcenaro). «Siamo stati io e Riccardo Schicchi a lanciare Rocco, ma, da quando sono partita per gli Usa, non ho più alcun tipo di rapporto con lui» (a Francesca D’Angelo) • «Dietro i miei occhi truccatissimi c’è un’anima vera e sotto la coroncina di fiori una testa che non ha mai smesso di pensare» • «Nessuna donna, né prima né dopo, ha saputo identificarsi come Cicciolina con le aspirazioni di libertà sessuale. Cicciolina fa parte di me, è il mio corpo, è il mio seno, è una specie di chiave universale, una visione del mondo. […] Io mi sono sempre sentita una missionaria del sesso. Nel 1976 l’ho detto anche a Enzo Biagi durante la trasmissione televisiva Proibito e lui si infuriò, dicendomi che i missionari erano quelli che curavano i lebbrosi». «Sono la persona che ha spostato il comune senso del pudore in Italia» • «Lei andrà in Paradiso o all’Inferno? “Probabilmente in Paradiso, perché il sesso non è peccato, è bello, piacevole. Amo la democrazia e la libertà, sono pacifista. Sono come John Lennon, in gonnella”. […] Ha avuto la vita che voleva? “Qualcosa, l’avrei cambiato. Ma va bene così”» (Serra) • «Se rinascessi vorrei essere un cerbiatto, un fiore o una farfalla».