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 2023  gennaio 30 Lunedì calendario

Biografia di Carlo Tavecchio

Carlo Tavecchio (1945-2023). Dirigente sportivo. Politico. Dal 2014 al 2017 presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio, si dimise dopo la mancata qualificazione della Nazionale ai Mondiali. Dal 1999 al 2014 presidente della Lega Nazionale Dilettanti (Lnd). Diplomato in Ragioneria, ha lavorato come dirigente di banca. Sindaco di Ponte Lambro per quattro legislature consecutive, dal 1976 al 1995 (eletto con la Democrazia Cristiana). Entrato nella Lega Nazionale Dilettanti nel 1987: dal 1992 al 1996 vicepresidente nazionale, dal 1999 presidente. Dal 2009 al 2014 anche vicepresidente vicario della Figc dopo esserne stato vicepresidente federale dal 2007. Diventato improvvisamente noto il 25 luglio 2014 quando, presentando ufficialmente la sua candidatura alla guida della Figc durante un’assemblea della Lnd, parlò così della presenza, da lui ritenuta eccessiva, di giocatori stranieri nei campionati italiani: «Le questioni di accoglienza sono un conto, le questioni del gioco sono un altro. L’Inghilterra individua dei soggetti che entrano, se hanno professionalità, per farli giocare, noi invece diciamo che “Opti Pobà” è venuto qua, che prima mangiava le banane e adesso gioca titolare nella Lazio e va bene così. In Inghilterra deve dimostrare il suo curriculum e il suo pedigree». La frase gli valse l’inibizione internazionale di sei mesi con l’accusa di razzismo. È stato il più naïf tra i presidenti della Federcalcio, ma anche uno tra i più scafati e inossidabili, al di là delle disavventure per le quali è passato alla storia del calcio italiano [...] Nominato dall’aprile 2017 al gennaio 2018 commissario della Lega di serie A, Tavecchio non aveva mai smesso di sognare un ritorno in grande stile: una famosa fotografia lo pescò nel 2020 in un vertice tra potenziali futuri dirigenti del Milan a monte di una trattativa che non andò mai in porto (con lui, di fede interista, c’erano l’ex dirigente rossonero dell’era Berlusconi, Ariedo Braida, e il noto avvocato di diritto sportivo Mattia Grassani)» [Currò, Rep]. Morto all’ospedale di Erba, dove era ricoverato per una polmonite bilaterale.