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 2022  dicembre 07 Mercoledì calendario

Biografia di Giorgio Benvenuto

Giorgio Benvenuto, nato a Gaeta (Latina) l’8 dicembre 1937 (85 anni). Sindacalista. Politico. Dal 1972 al 1976 segretario generale della Federazione lavoratori metalmeccanici (Flm), che aveva fondato con Pierre Carniti e Bruno Trentin, dal 1976 al 1991 segretario generale della Uil, quindi segretario generale del ministero delle Finanze, segretario del Psi (per cento giorni, nel 1993, succedendo a Bettino Craxi), deputato dell’Ulivo dal 1996 al 2006, presidente della commissione Finanze della Camera e Presidente della Commissione Finanze e Tesoro del Senato nella XV legislatura. Senatore di Ds-Pd dal 2006 al 2008. Ha fatto parte della Commissione parlamentare d’inchiesta sull’affare Telekom-Serbia.
Vita «Sono nato nel 1937 e ho un ricordo del periodo sino al 1945 abbastanza nitido e intenso. Mio padre era ufficiale di marina e si era sposato nel 1936. Nacqui l’anno dopo a Gaeta e sino al 1943 ho vissuto a Pola. Poi sono stato a Chieti-Pescara e successivamente sono andato a Messina. La mia famiglia ha avuto anche esponenti di primo piano del Psi, uno zio di mio padre è stato consigliere comunale del Psi a Napoli prima del fascismo. Alla caduta del fascismo ha partecipato alla ricostituzione del Psi e della Cgil nella città partenopea, quando fece parte di coloro che contribuirono alla lotta di liberazione di Napoli dai tedeschi. Ricordo che a Pola dal 1937 al 1942 stavamo bene anche prima della guerra. Ricordo soprattutto il periodo quando nell’agosto 1943 andammo a Chieti dai genitori di mia madre. È stata una fortuna non trovarsi a Pola dopo l’8 settembre. Chissà cosa sarebbe avvenuto se fossimo rimasti lì. Siamo stati profughi istriani, perdendo la casa, tutto, ma salvando la vita. Dopo l’8 settembre mio padre si dette alla macchia con altri ufficiali e, poi, riuscì ad attraversare il fronte. Sapevamo che mio padre era vivo ma non avevamo la possibilità di avere contatti con lui. Dal 1942 al 1944 è stata una fase drammatica della mia vita c’erano le azioni militari dei nazisti e dei fascisti scatenarono una violenza inaudita e una guerra terribile provocando morte e distruzione. Nel giugno 1944 Chieti venne liberata e i bersaglieri entrarono nella città. Tra il 1944 e ’45 tentammo di raggiungere mio padre che nel frattempo da Brindisi aveva raggiunto Messina. Mio padre conosceva benissimo l’inglese e aveva delle responsabilità importanti. Il viaggio fu molto tormentato. E ci fermammo per un certo periodo di tempo a Serracapriola (Foggia) quando già si era realizzata la divisione dell’Italia con la linea gotica e noi eravamo nella parte liberata dal nazifascismo. In questa cittadina ebbi modo di assistere ad un comizio di Giuseppe Di Vittorio. Successivamente mio padre venne trasferito da Messina a Roma, mentre io ho studiato a Chieti. Successivamente e definitivamente ci siamo ricongiunti con lui a Roma. (…) Ho preso la licenza liceale a 17 anni e volevo fare l’ingegnere, perché ero molto bravo nelle materie scientifiche. Mio padre verso la fine della sua carriera voleva fare l’avvocato e desiderava ardentemente che facessi giurisprudenza. Dunque mi sono laureato in Giurisprudenza con il professore Santoro Passarelli e subito dopo andai da mio zio Silvio che era segretario nazionale degli statali della Cgil per trovare un lavoro ed impegnarmi nel sindacato. Lui mi consigliò la Uil perché mi disse che i socialisti nella Cgil erano contrastati» (a Rosario Sorace) • «Sposato senza figli, Benvenuto si definisce un borghese di tradizioni laico-socialiste. Nel corso della sua lunghissima carriera al vertice della Uil, inciampa due volte in due storiacce ma riesce ad uscirne pressoché illeso. Nel 1982 si scopre che Luigi Scricciolo, un sindacalista della Uil a cui Benvenuto aveva affidato, per sua stessa ammissione, “incarichi importanti e delicati, come i rapporti con i sindacati europei e americani, con Solidarnosc” è in realtà una spia al servizio dei bulgari fin dal 1976. Benvenuto racconta quel che sa al giudice Ferdinando Imposimato, che indaga sulla vicenda. Ma il suo rammarico è tutto per l’amico che ha tradito la sua fiducia. Qualche anno dopo, un’altra grana. Quando esplode lo scandalo di Torino e fallisce l’industriale Gianfranco Maiocco, si scopre che questi aveva finanziato per venti milioni anche il segretario della Uil (si trattava di una ricompensa per una “passeggiata” che doveva dimostrare agli operai i buoni rapporti fra padrone e sindacato). Più tardi, quando si arrivò al processo nel 1987, lo stesso Benvenuto raccontò a Repubblica come andarono i fatti: “Un giorno, mi sembra fosse il 1979, suona il mio telefono alla Uil. All’altro capo del filo una persona che conoscevo e che conosco bene: Ferdinando Mach di Palmstein, allora a capo di società finanziarie legate al Psi. Mi chiede il favore di visitare una fabbrica di Maiocco... Io non avevo motivo di non accontentarlo. Qualche tempo dopo mi ritelefona Mach e fa sapere che Maiocco aveva pronto un assegno di venti milioni come contributo alla Uil. Ma io li lasciai a Mach, chiedendogli di usarli per i candidati del Psi vicini alla Uil... Io non li ho mai toccati”» (a Barbara Palombelli nel 1993) • «Quando il Psi di Bettino Craxi dominava, il leader della Uil Giorgio Benvenuto, già molto attivo nel business della cooperazione con i Paesi del Terzo Mondo, fu imposto come segretario generale del ministero delle Finanze (Ivo Caizzi) • Da segretario Uil lanciò la proposta di un sindacato dei cittadini «Pensai che dovessimo porci obiettivi di riforma dei servizi, dai trasporti alla sanità e dovessimo autoregolare gli scioperi. Non l’abbiamo fatto e il rischio oggi è che il sindacato appaia impopolare. Il cittadino è un suddito, vorrebbe trovare un aiuto e invece aspetta inutilmente alla fermata un bus che non passa» (a Dario Di Vico) • «Racconta l’episodio con una certa ritrosia. Altra generazione Giorgio Benvenuto, segretario generale della Uil tra il ’76 e il ’92. “Per Luciano Lama la trattativa era il cuore del mestiere del sindacalista. Qualche volta io e Carniti, allora segretario generale della Cisl, eravamo più propensi a rompere. Lui ci diceva: ‘Rompere è facile, ricostruire molto più complicato. Noi dobbiamo trattare sempre. Anche se un imprenditore viene a proporti in cambio di andare con tua moglie tu, da sindacalista, devi rispondergli: discutiamone’. Un paradosso, naturalmente». Quando conobbe Lama? “Ero molto giovane. Mio zio era segretario generale degli statali della Cgil. Era socialista, rimase nella Cgil fino all’invasione dell’Ungheria nel 1956. Ricordo le riunioni a casa dello zio con Lama e Di Vittorio, segretario generale della Cgil”» (a Paolo Griseri) • «L’ex capo della Uil Giorgio Benvenuto fu eletto segretario del Partito socialista al posto di Bettino Craxi il giorno di San Valentino del 1993, mentre le inchieste di Mani pulite bombardavano il partito a tappeto. Durò cento giorni, che avrebbe ricordato in seguito come i più difficili della sua vita. Bersagliato dal fuoco incrociato del gruppo dirigente che non si voleva fare da parte, si dimise a maggio. Gli subentrò un altro sindacalista, l’ex segretario generale aggiunto della Cgil Ottaviano Del Turco. Al quale non restò altro che officiare, pochi mesi più tardi, la liquidazione del partito» (Sergio Rizzo) • «Su Craxi manca ancora un giudizio che renda giustizia alla sua azione politica. È stato un leader politico che non divise mai il sindacato. Rispettava Cgil, Cisl e Uil. Stimava molto Luciano Lama ad esempio. Sapeva guardare oltre i problemi contingenti. Quando mi candidarono alla Segreteria del Psi mi disse: “Giorgio appoggio il tuo tentativo di salvare il Partito. Tieni però presente che il Psi è finito perché è identificato in me. Via io è destinato a soccombere. La stessa fine toccherà dopo anche agli altri partiti, ai laici, alla Dc, al Pds”» (a Gianni Pittella) • A proposito di Mario Draghi al governo: «Ha tutta la mia stima, si trova a governare il Paese in una fase storica maledettamente difficile, e avendo una maggioranza alle spalle in cui i partiti sono alla rissa quotidiana o quasi. Ma a differenza della stagione in cui ero alla guida della Uil, oggi non si tratta di tagliare sulla spesa, ma di investire. In Europa ci sono dei cambiamenti in atto importanti sulla politica di bilancio. Giorgio Benvenuto, ex segretario nazionale della Uil» (ad Alessandra Ricciardi) • Autore di molte pubblicazioni in materia fiscale, nel settore bancario e assicurativo. Nel 2012 ha scritto la prefazione al libro di Carlo Pileri Quando volano i fenicotteri, sulla storia dell’Adoc e del Movimento dei consumatori in Italia e nel 2013 Il lavoratore ritrovato. La crisi, il sindacato, la classe in cerca di identità (Fondazione Bruno Buozzi). Da ultimo Giuseppe Di Vittorio. Una storia di vita essenziale, attuale, necessaria (Morlacchi, 2016, con Claudio Marotti), Il divorzio di San Valentino (Bibliotheka Edizioni, 2016, con Antonio Maglie) e Frammenti d’Italia. In un virus il destino di un Paese (Bibliotheka Edizioni, 2020) • Presidente della Fondazione Bruno Buozzi (ente di ricerca e di studi politici e sociali), vicepresidente della Fondazione Brodolini, consigliere della Fondazione San Patrignano e membro del Consiglio Direttivo dell’Eurispes • Ha insegnato per anni materie fiscali presso la Scuola di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza • Dal 2015 a fine 2018 è stato presidente della Fondazione Nenni • Socio onorario dell’associazione Libera Uscita per la depenalizzazione dell’eutanasia • Vedovo di Maria Pompei, morta nel 2016.