27 luglio 2020
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Biografia di Massimo Boldi
Massimo Boldi, nato a Luino, in provincia di Varese, il 23 luglio 1945 (75 anni). Attore. Comico. Produttore cinematografico • Undici Telegatti. Un David di Donatello • «Una carriera lunga, cabaret, televisione, cinema. Cipollino, Mario Vigorone, i film di Natale con Christian De Sica. Tanti successi di botteghino, molto disprezzo dei critici» (Claudio Sabelli Fioretti, Corriere Magazine, 31/3/2005) • Debuttò al cinema nel 1976 in Come ti rapisco il pupo di Lucio De Caro, con Walter Chiari, Teo Teocoli, Franca Valeri, cui seguirono una quantità di pellicole dalla comicità cosiddetta facile. Tra queste: Sturmtruppen (1976, con Teocoli e Cochi-Renato), Fracchia la belva umana (1981, con Villaggio), Eccezzziunale... veramente (1982, con Diego Abatantuono), I due carabinieri (1984, con Carlo Verdone e Enrico Montesano), I pompieri (1985) e Grandi Magazzini (1986) che prepararono il grande successo di Yuppies (1986, diretto da Carlo Vanzina) e Yuppie 2 (diretto da Enrico Oldoini). Cominciò a questo punto la lunga serie di film diretti da Vanzina, Oldoini e Neri Parenti che avrebbero riempito le sale cinematografiche a ogni Natale • «Boldi e De Sica sono stati definiti i “Franco Franchi e Ciccio Ingrassia degli anni Novanta”. I meccanismi comici spesso di grana grossa, ma d’effetto e consolidati (gestacci, ammiccamenti, palpate, doppi sensi) li hanno resi i re indiscussi del genere comicarolo di questi anni […] I meccanismi della coppia e i loro personaggi sono inossidabili: l’uno agile e spaccone (De Sica), l’altro impacciato e clownesco (Boldi). Sono complementari nelle debolezze: De Sica cerca di nascondere debiti di gioco, un’amante o una famiglia intera, Boldi è in cerca d’avventure, poi si pente o un impedimento fisico manda tutto in fumo (secondo uno schema classico della commedia)» (Luca Barnabè) • Assieme, tra le altre cose, i due hanno girato: Vacanze di Natale ‘90 (Enrico Oldoini, 1990), Vacanze di Natale ‘91 (Enrico Oldoini, 1991), Vacanze di Natale ‘95 (Neri Parenti, 1995), Vacanze di Natale 2000 (Carlo Vanzina, 2000), Merry Christmas (Neri Parenti, 2001), Natale sul Nilo (Neri Parenti, 2002), Natale in India (Neri Parenti, 2003), Christmas in Love (Neri Parenti, 2004), Natale a Miami (Neri Parenti, 2005). Poi litigarono e il loro sodalizio si interruppe. Per tredici anni continuarono a fare film di Natale, ognuno per conto suo, fino al 2018, quando, riappacificatisi, recitarono entrambi in Amici come prima (Christian De Sica, 2018) • Ha detto: «Per anni Aldo Grasso mi ha descritto come un deficiente. Adesso dice che sono un fenomeno da studiare».
Titoli di testa «Anche questo Natale Massimo Boldi? Lo perdoniamo in ricordo di Max Cipollino: certo che la scena del clistere si poteva evitare» (Mariarosa Mancuso, Il Foglio, 27/12/2014).
Vita Suo padre Marco, friulano, s’è trasferito da Milano a Luino per sfuggire ai bombardamenti. Ha trovato lavoro come magazziniere in un laboratorio di profumi, ha conosciuto la figlia del padrone, Carla, bella come il sole, e l’ha sposata • Quando Massimo nasce sono già passati venti giorni dalla data prevista per il parto. «E già questo spiega tutto» • Il medico deve tirarlo fuori con il forcipe. «Mi procurò una lesione alla spalla, per cui appena nato m’ingessarono per 40 giorni come una mummia». Per questo, fino a dieci anni, Massimo cresce asimmetrico, «più a destra che a sinistra, magari c’entra anche la politica» • «Io già all’asilo facevo ridere. Facevo le facce, raccontavo le storie e i bambini ridevano» • «Che bambino era? “Alle elementari facevo il giullare di corte. Avevo una maestra cicciona che mi metteva in cattedra a intrattenere i compagni mentre lei si fumava le Alfa senza filtro, le meno costose” Fumava in classe? “Certo. A volte i genitori degli alunni le regalavano le Gauloises. Luino, sul confine con la Svizzera, è sempre stata terra di contrabbandieri” E come intratteneva i compagni? “Con le barzellette. Il tema era fisso: cacca, puzze, quella roba lì”» (Lorenzetto) • «Nella nostra casa di via Bernardino Luini, al 29, il vicino di pianerottolo era Ercole Angiolini, che lavorava al cinema Centrale. D’estate piazzava un proiettore 16 millimetri in cortile e ci faceva vedere i film sul muro dell’edificio di fronte. Ricordo ancora il primo, Francis il mulo parlante. Finché un Natale mio nonno non mi regalò una cinepresa Bolex Paillard 8 millimetri. Caricavi la molla e filmavi per tre minuti» • Nel frattempo suo padre si costruisce un’aziendina di dolciumi per pasticcieria e, nel 1955, la famiglia si trasferisce a Milano. «L’impatto con la metropoli fu devastante. Cominciai a balbettare» • Massimo vuole fare il musicista. Con degli amici mettono su un complessino, lui è alla batteria. Cambiano nome un sacco di volte, si chiamano gli Atlas, poi i Gentleman • Lui però si diverte poco. Nel 1964, suo padre ha un ictus e muore. «Io avevo 18 anni. Mia madre 42. I miei due fratelli erano piccoli. Non avevamo una lira» (a Sabelli Fioretti) • «“La famiglia, piena di debiti, dovette trasferirsi in provincia. Al posto mio entrò Pupo Longo e il nome fu cambiato in New Dada”. Il gruppo che 50 anni fa suonò con i Beatles al velodromo Vigorelli. “Quello. Pensi che sfiga”» (Lorenzetto) • Massimo è costretto a finire le scuole serali e ad andare a lavorare. Prima gli fanno allestire le vetrine dei grandi magazzini. Poi fa l’operaio. Alla fine finisce a vendere brioches. «Giravo col camioncino della Motta. Panettoncini, brioche, caramelle col buco. Entravo nei bar: “Buongiorno signora, le brioche”. “No, grazie non servono”. A casa mangiavamo brioche e caramelle col buco. Mia madre era disperata. Stava sempre a letto e si ubriacava di cognac» • Il sabato e la domenica però torna all’antica passione. «“Misi su l’ennesima band: I Mimitoki, da Mimmo, il mio soprannome, e tok, matto. Suonavamo con Gino Paoli, Ricky Gianco, Carmen Villani. Finché una sera dell’aprile 1968 il nostro impresario, Vailati, ci aprì le porte del Derby […] Io manco sapevo che cosa fosse il cabaret, ero fermo al vassoio delle paste» • «Quando sono arrivato al Derby, il tempio del cabaret, ho capito che c’era qualcosa di magico. Mi sono detto: io voglio vivere qua. C’erano Paolo Villaggio proprio agli inizi, Cochi e Renato, i Gufi, Gianfranco Funari. Io suonavo la batteria, 5 mila lire al giorno, tutti i giorni, dalle nove di sera alle quattro del mattino, nel mio gruppo La pattuglia azzurra: io, mio fratello Fabio, Giulio Cavalli, Carlino Cecconi […] Il capo del Derby era Gianni Bongiovanni. Quando stavo con Villaggio e con Renato lo imitavo. Loro mi chiedevano: “Allora, Bongiovanni, com’è la scaletta stasera?”. Ed io: “Cioè, allora, dunque, praticamente, boof, du du du, bon bon, poi lui dice… e tu no… allora io… primo così e poi… certo… va bene… insomma fate come volete”. Loro diventavano pazzi. Un giorno Bongiovanni mi scoprì mentre facevo la scenetta. Mi prese da parte e mi disse: “Adesso tu questa cosa la vai a fare sul palcoscenico”» (a Sabelli Fioretti) • Nel 1972 conosce il figlio di Vittorio De Sica: «Io e mio fratello continuavamo a esibirci al Derby […] Un giorno il nostro impresario, lo stesso di Iva Zanicchi, Gino Paoli, Ornella Vanoni, mi chiama e mi fa: “Ho un cantante straordinario, lo devi assolutamente conoscere”. Pochi giorni dopo mi trovo davanti la facciona di un ragazzotto ciccione, molto elegante, che portava il suo microfono personale chiuso dentro un astuccio. Noi suonavamo la musica del momento, Christian aveva messo su un complesso con il fratello. Ci disse subito che cantava il jazz, che sapeva fare bene i pezzi di Frank Sinatra. Abbiamo provato ed è andata benissimo, per un po’ ci siamo esibiti insieme, poi ci perdemmo di vista…» • Nel 1974 Pozzetto lo vuole con sé a Canzonissima, e lui debutta in televisione. Prende 50 mila lire a puntata • «Devo tutto a Craxi. Appassionato di cabaret, quand’era assessore a Milano veniva a vedermi al Derby. Una sera del 1977 mi fece esibire a casa sua, in via Foppa. C’erano Ornella Vanoni, Renato Pozzetto, Lino Patruno, I Gufi, Caterina Caselli con il marito Piero Sugar. Alla fine della cena, Bettino mi presentò uno degli ospiti: “Questo signore farà una televisione e tu lavorerai con lui”. Era Silvio Berlusconi, che l’anno seguente lanciò Telemilano 58, da cui sarebbe nato Canale 5» • «Era un vulcano di idee, metteva il naso in tutto. Finita la registrazione, ti convocava nel camerino e partiva: scusi, Boldi, ma che giacca ha indossato durante lo sketch? Quel colore non va... E i capelli? Li pettini dall’altra parte... Il bello è che aveva ragione sempre lui» • Boldi si inventa Max Cipollino, parodia del conduttore di telegiornale. «“Era il periodo in cui esplosero le tv private e io imitavo questo giornalista di Teleradioreporter che dava notizie di scarsa importanza, tutte relative al quartiere da cui trasmetteva. Quell’idea del Tg comico sarebbe poi diventata vincente anche in un celebre programma della tv”. Quale? “Be’, Striscia La Notizia, ideata da Antonio Ricci, è figlia anche di quell’intuizione…”» (Caterina Spinelli, Libero, 22/12/2019) • Boldi è uno dei volti di Drive In. «Il contratto con Canale 5 prevedeva tot show e tot apparizioni nell’arco di tre anni. Dopo 12 mesi li avevo già esauriti. Perciò accettai l’offerta di Adriano Celentano, che non voleva fare Fantastico ‘87 in Rai senza la mia partecipazione» (Lorenzetto) • È un tradimento. Mediaset vuole fargli pagare 2 miliardi e 250 milioni di penale. «“Allora sono andato da Berlusconi. Ho fatto anticamera per otto ore e gli ho chiesto perdono. Mi ha abbracciato e mi ha perdonato. Mi ha detto: ‘Sai quante cazzate ho fatto io nella mia vita?’. E io gli ho dedicato una poesia”.
Quella che finisce col verso: “Silvio mio, il tuo nome fa rima con Dio”.
“Esatto. Quella lì”.
Silvio non fa rima con Dio.
“Non importa. Silvio mi ha graziato. Io sono rinato”
E non gli hai dato i due miliardi e mezzo. “Ma ho accettato di lavorare sottocosto. Invece di 30 prendevo 10 milioni a puntata”.
La poesia a Silvio era un po’ adulatoria. “Un po’. Ma l’ho scritta col cuore”» (Sabelli Fioretti) • «“Quando ho cominciato ad avere i primi risultati stavo male, non accettavo il successo. Mi sentivo oppresso. Finivo il programma, venivo a casa e piangevo. Così per tre anni. Teo Teocoli […] mi bastonava in tutti i modi ed io non ero capace di reagire. Però quando mi portavano sul palcoscenico, tac! Svaniva tutto. E tornavo il Boldi felice. Poi di nuovo giù. Diventavo matto”.
Come ne sei uscito?
“Carlo Verdone mi propose un film, I due carabinieri, e mi fece uscire da quella spirale. Cominciarono i film comici. Poi è nata la magia dei film di Natale” Magia? Film di serie B. “Anche di serie C, come no? Ma Yuppies riempiva le sale”.
I critici lo definirono “tra i film più volgari e nocivi del decennio”.
“Io soffrivo quando vedevo le critiche così cattive. Ma porca puttana, ma sai i sacrifici che mi è costato?”» (Sabelli Fioretti) • È proprio con Yuppies che Boldi, a distanza di anni, ritrova Christian De Sica. Assieme diventano famosissimi • A un certo punto Craxi gli chiede persino di candidarsi con il Partito socialista. Dopotutto, c’è già Gerry Scotti. «Lo dissi a Bettino: non sono capace. Ma lui: perché, gli altri sono capaci? Andò male quella campagna. Me ne dicevano di cotte e di crude. Mi ricordo una telefonata a una tv privata. Uno di Calolziocorte: “Boldi, vai a cagare. Non fai ridere neanche come comico figurati come politico”. Terribile» (Alessandro Trocino, Corriere della Sera, 20/8/2013) • «Primo comizio a Cernobbio. Ero sul palco con Craxi. Un giornalista gli domandò di Mario Chiesa. Risposta: “Ma che vuole quel mariuolo? Nemmeno lo conosco”. Per fortuna non fui eletto. Dopo pochi mesi erano tutti in galera» (Lorenzetto).
Amori Sposato per trent’anni con Marisa Selo. «Veniva a prendere il caffè nel bar-trattoria-latteria che gestivo con i miei fratelli in via Procaccini a Milano. Io glielo offrivo. Poi una domenica mi invitò al cinema, portandosi appresso la sorella. Il film, Alien, non era dei più adatti. Da lì nacque tutto». Tre figlie femmine: Micaela (1974), Manuela (1981) e Marta (1990). Lei morì di cancro nel 2004 • Poi per quattordici anni è stato con l’attrice Loredana De Nardis, nonostante lei fosse già sposata, con una figlia e avesse 29 anni meno di lei. Lui racconta di averla lasciata dopo aver visto su Dagospia foto di lei a zonzo con un altro, lei che, al momento di quelle foto, la loro storia era già finita da tre anni • Tra il 2019 e il 2020 è stato con tale Irene Fornaciari, omonima della figlia di Zucchero, classe 1979, un negozio di vestiti a Lucca. «Ho pensato di sposarla, a un certo punto. Mi sono avvicinato quanto potevo alla sua vita. Ma la verità è che potevo darle troppo poco e ho capito che sarei stato infinitamente egoista a continuare questo rapporto. E ho preferito chiudere, ma è stato un atto di onestà» • «In ogni volto di donna che incontro io cerco sempre Marisa e poi la ritrovo solo guardando le mie ragazze. Averla amata come l’ho amata io è un dono, ma mi condanna a vivere nella continua nostalgia».
Politica Convinto che Berlusconi passerà alla storia come un grande statista: «Ha commesso solo peccati veniali» • Nel 2016 disse di volersi candidare a sindaco di Milano. «Con chi? Con chiunque mi voglia. Con Grillo no. È un amico. Ma i 5 Stelle sono troppo rissosi. Con Salvini? E come potrei, dopo essere stato candidato nel 1992 alla Camera dal mio amico Bettino Craxi proprio per arginare la Lega? Con Matteo Renzi? Mi piace. Sa fare il cabaret. Il mio primo provvedimento sarebbe affiancare Sant’Antonio alla Madonnina. Da sola non ce la fa più».
Fede Da sempre molto devoto a Padre Pio, andava spesso a San Giovanni Rotondo per trovare Umberto, un suo compagno di classe di Luino, che s’era fatto frate. Dopo la morte della moglie ha smesso di andare a messa. «“Ritengo d’aver subìto un’ingiustizia” Incolpa il Padreterno della morte di sua moglie? “C’è andato vicino. Nostro Signore avrà voluto punirmi”» (Lorenzetto) • «Sono stato convocato in Vaticano alle 6 di mattina da monsignor Alfred Xuereb, il segretario particolare di Papa Francesco. Alla messa celebrata dal pontefice c’erano una quindicina di persone cariche di pacchi dono. Alla fine mi sono scusato: “Santo Padre, mi spiace, non le ho portato nulla. Solo il mio cuore”. Ha risposto: “Questo è il più bel regalo che potevi farmi”. Poi mi ha messo una mano sulla fronte e mi ha benedetto» (ibidem).
Vizi Collezionista di film rari in 16 e in 35 millimetri. Molti li ha comprati quando chiuse la San Paolo film che riforniva le sale parrocchiali. Altri li ha scovati in una fabbrica di bambole: la celluloide fusa veniva usata per realizzare gli occhi delle bambole. Possiede l’incompiuto di Marilyn Monroe: un documentario con Rock Hudson. Poi Biancaneve in bianco e nero del 1938, Biancaneve a colori del 1952 e I tre moschettieri in technicolor. Ha restaurato il Moby Dick di John Huston che era ridotto a colla. Alla cineteca di Milano ha regalato più di 400 titoli.
Tifo Milanista fin da piccolo perché suo nonno, Mario Vitali, fu uno dei fondatori della società.
Curiosità È alto 1 metro e 77 • Casa di famiglia a Basiglio, a sud di Milano. Al piano di sotto ha una piccola sala cinematografica da 15 posti • Ha corso due edizioni della Mille Miglia • Nel 1996 dovette versare 990 milioni di lire all’Agenzia delle Entrate per un «ravvedimento operoso» • È bisnonno • Tra i suoi fan si annoverano Giovanni Floris, che ha conosciuto via twitter, e Oliviero Diliberto. Con Berlusconi si danno del tu: «Senti Massimo, fra qualche giorno andrà in onda Un ciclone in famiglia. Volevo dirti che tra le tante famiglie che seguiranno questa fiction c’è anche la mia» • Veltroni invece lo snobba. «A lui non piaccio, quando mi incontra fa fatica a darmi la mano» • Beppe Grillo gli ha consigliato di buttarsi su internet, di farsi un’app e far pagare un euro i suoi sketch. «Ma non so, sono ancora tradizionale» • «E Greta Thunberg le è simpatica? “Chi?”. Sa, quella ragazzina che si batte per l’ambiente... “No, se mi dici Gre... penso solo a Greggio, Ezio Greggio» (Spinelli) • Gli piacciono i film di Totò, Jerry Lewis e Louis de Funès, la saga del Padrino e i film d’azione americani • «I suoi film li rivede? “Anche dieci volte. Li rifarei tutti, nel senso di cambiarli. Sun mai cuntent. Invece la tv, telegiornali a parte, mi annoia”» (Lorenzetto) • «Ora i cinepanettoni li fanno tutti» • «Beppe Severgnini ha contato cento parolacce in cento minuti di Natale sul Nilo.
“Nell’ultimo film di DiCaprio ce ne sono 375. Gli han dato l’Oscar delle parolacce?”» (Sabelli Fioretti) • «Che cosa si prova ad arrivare a 70 anni? “Grande dolore. Soprattutto alla gamba sinistra. Mi hanno operato per ernia discale. L4-L5-S1, ha presente? Non mi sono ancora ripreso” Non divaghi. “Provi angoscia. Ti rendi conto che arriva l’autunno” Mi duole informarla che è già inverno. “Gli anni della nostra vita sono 70, 80 per i più robusti”. Salmo 90. “Non voglio festeggiare il compleanno. Vivo il traguardo con ansia” Come Gianni Morandi. Ci è arrivato lo scorso dicembre, però mi ha rinviato l’intervista di un anno per scaramanzia. “Eh, ma lui ha ancora tanti capelli” Se li avesse anche lei, se li tingerebbe come Morandi? “Me li tingo già, anche se non ne ho più” È stata una tragedia la calvizie? “Il mio tallone d’Achille”» (Lorenzetto) • «Esiste tra i nuovi comici un erede di Massimo Boldi, un Cipollino 2.0? “L’unico vero erede di Massimo Boldi è Massimo Boldi. Sono come Highlander, immortale”» (Spinelli).
Titoli di coda «Molti critici dicono che la migliore interpretazione della mia carriera l’abbia fatta in Festival di Pupi Avati, un film drammatico, molto serio. Non ha incassato una lira e non lo ha mai visto nessuno».