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 2019  novembre 10 Domenica calendario

MACRON PRONTO A VENDERSI LA PELLE DELL’URSULA – UE A PEZZI: ECCO PERCHE' VESTAGER PUO' FARE LE SCARPE ALLA VON DER LEYEN ALLA PRESIDENZA DELLA COMMISSIONE UE CON LA BENEDIZIONE DI MACRON: IL PRESIDENTE FRANCESE SI VUOLE VENDICARE DEL... - IL COMMISSARIO UE DANESE SAREBBE GRADITISSIMA AGLI EUROCRATI. INTANTO LEI HA APERTO AL DIALOGO CON I SOVRANISTI -

Nove voti sono stati sufficienti per dare il via libera ad Ursula von der Leyen alla presidenza della Commissione Ue. Ma non saranno probabilmente abbastanza per assicurarne la sopravvivenza. A novembre si sarebbe già dovuta insediare la nuova Commissione, ma la nuova data sarebbe ora il primo dicembre. Più che una previsione, sembra un auspicio, non facilmente raggiungibile.

Giovedì 14 novembre è infatti prevista al Parlamento di Bruxelles l' audizione dei tre nuovi commissari nominati da Romania, Ungheria e Francia in sostituzione dei rispettivi connazionali bocciati. Servirà qualcosa in più del semplice soccorso del M5s che quattro mesi fa, con i suoi 14 voti, ha consentito alla prima presidente di Commissione donna di ottenere 383 voti rispetto ai 374 necessari.

Nella schizofrenica e contorta struttura istituzionale europea, la Commissione Ue sarebbe una sorta di governo, anche se in realtà di fatto è anche il promotore della funzione legislativa: la stessa che una persona normale riterrebbe essere in capo al Parlamento Ue. Ma quest' ultimo di fatto può solo approvare o modificare le proposte della Commissione. Dallo straordinario rilievo di quest' ultima dunque si possono capire le pressioni per nomine e deleghe. E qui iniziano i problemi: la neonominata e potentissima commissaria danese Margrethe Vestager, con le sue dichiarazioni di sette giorni fa, spiegava a molti quotidiani del continente come si sarebbe dovuto aprire il dialogo con le forze «sovraniste» europee per assicurare continuità di governo nell' Unione. «Serve collaborare con i sovranisti polacchi. Non abbiamo scelta. Inviteremo i gruppi a lavorare senza proposte: prendere o lasciare».

Ma non era un consiglio, né tanto meno un' apertura, bensì una rumorosa quanto inconsueta uscita pubblica fatta non per supportare, ma per sostituire Ursula. Molti europarlamentari hanno subito colto la palla al balzo e stanno ora preparando il colpaccio.

La Vestager è donna come Ursula, e non vi sarebbe quindi il rischio di non vedere una donna al timone della Commissione nei prossimi cinque anni, intento considerao irreversibile. Ha poi in passato dato prova di cieca obbedienza alla dottrina europea, difendendo e diffondendo l' applicazione suicida del bail in nel nostro Paese a scapito dei risparmiatori. È stata la stessa Corte di Giustizia Ue ad accogliere un ricorso della Banca Popolare di Bari (addirittura appoggiato dalla Banca d' Italia) contro il volere della danese, che da commissario alla concorrenza si oppose - illegittimamente - all' intervento del Fondo interbancario tutela e depositi nel capitale di Tercas. Sarebbe stato, a suo dire, un aiuto di Stato non consentito.

La Vestager ha quindi furbescamente aperto il dialogo ai sovranisti, così strizzando l' occhio a tutte le forze euroscettiche presenti in Parlamento, inclusa la Lega. Un' apertura di credito che sarà subito colta al balzo - si sussurra - nelle fila del gruppo Identità e Democrazia, presieduto dal leghista Marco Zanni. Inoltre sarebbe la prima volta che un Paese fuori dall' eurozona (quale appunto la Danimarca) esprime alla guida dell' esecutivo europeo un suo esponente.

Motivo in più per tentare di raccogliere il consenso compatto di tutte le forze sovraniste presenti nel Parlamento e disseminate nei vari gruppi. La Vestager andrebbe infine particolarmente a genio a Macron, non fosse altro per la comune appartenenza al raggruppamento liberaldemocratico presente a Strasburgo. E sarebbe anzi proprio l' Eliseo ad aiutare la realizzazione del delitto perfetto. Dopo essersi vista bocciata la commissaria Sylvie Goulard ed avendone chiaramente addossato la responsabilità alla presidente Ursula, Macron ha proposto un nome forse ancora più a rischio: l' ex manager e ministro Thierry Breton, che gli addetti ai livori ritengono particolarmente indigesto anche per i socialdemocratici. Una sorta di «kamikaze», che potrebbe verosimilmente determinare una seconda bocciatura per la Francia.

Perché ciò che tutti sanno, e ancora non possono dire, è che la commissaria francese Goulard è stata di fatto impallinata come atto di ritorsione dai popolari tedeschi, che avevano prima presentato ufficialmente alla presidenza della Commissione il capo partito Manfred Weber (il cosiddetto Spitzenkandidat) bocciato però da Macron. Si è cosi insperatamente aperta un' apparente autostrada alla «Trenta tedesca».

Il presidente francese sarebbe dunque pronto ad addossare la responsabilità di una bocciatura di Breton interamente alla von der Leyen, senza che la Merkel possa fare molto per difenderla. Ammesso e non concesso che voglia ancora farlo. Affossata quindi prima la candidatura di Weber, poi quella del socialdemocratico Timmermans e messo da parte il tentativo della popolare Ursula, la Vestager avrebbe quindi un consenso molto ampio all' interno del Parlamento per diventare presidente. Ancora pochi giorni e sapremo se la guerra fra Germania e Francia avrà dato campo libero alla Danimarca. Dando la vendetta a Macron, ma precipitando la Commissione nel caos.