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 2019  novembre 10 Domenica calendario

La Bce sta pensando a una criptovaluta pubblica

L’Unione europea è pronta a sbarrare la strada a Libra, la criptovaluta che Facebook intende lanciare ufficialmente il prossimo anno. I 28 ministri Ue dell’Economia e delle Finanze ne hanno discusso ieri all’Ecofin e tra un mese approveranno una dichiarazione che di fatto metterà fuori legge il progetto annunciato prima dell’estate dal social network. In parallelo, però, l’Ue vuole sviluppare una sua criptovaluta pubblica. La Banca centrale europea sta lavorando al progetto per esaminare le varie possibilità e le alternative per creare una “stablecoin” targata Ue: i risultati di questo lavoro saranno presto presentati ai ministri delle Finanze.
«Libra è un campanello d’allarme per le istituzioni Ue e per gli attori del mercato», spiega Valdis Dombrovskis, vice-presidente della Commissione con delega all’euro. «Questo progetto – aggiunge – dimostra che c’è una lacuna nell’offerta dei pagamenti veloci e a basso costo. Dobbiamo lavorare su questo». Più esplicito il francese Bruno Le Maire che, senza giri di parole, ammette: «Bisogna riflettere sulla possibilità di introdurre una moneta digitale pubblica».
Sul tavolo dei ministri ieri è finita una dichiarazione congiunta di Consiglio e Commissione preparata dalla presidenza finlandese. Un documento in sette punti che sarà approvato ufficialmente all’Ecofin del prossimo 5 dicembre. L’Ue accusa Facebook (senza citarlo) di non aver ancora fatto chiarezza sui contorni di Libra. «I recenti progetti di dimensioni globali – si legge nel testo – hanno fornito informazioni insufficienti su come intendono gestire i rischi e le loro attività». Dunque chi vuole emettere criptovalute in Europa dovrà fornire «urgentemente tutte le informazioni per una adeguata valutazione».
Il punto 6 del documento è il più netto: dice chiaramente che «nessuna criptovaluta può iniziare a operare nell’Ue fino a quando tutti i rischi e tutte le preoccupazioni non saranno fronteggiati in modo appropriato». Soddisfatto Bruno Le Maire, che rivendica di aver trascinato tutti gli altri governi su una posizione che la Francia aveva già preso da tempo: «Ci siamo opposti a Libra perché non vogliamo che i giganti digitali estendano il loro campo di azione su di un terreno che è competenza degli Stati».
Dunque i ministri vogliono una moneta digitale pubblica gestita a livello Ue. Per la Bce si tratta di un progetto «a lungo termine» che al momento ha già fatto emergere alcuni ostacoli tecnici e legali, ma il lavoro continua. Le Maire insiste, ripete che bisogna continuare a lavorarci per arrivare a dei risultati «già il prossimo anno».
Secondo fonti della Bce citate dalla Reuters ci sarebbero diverse opzioni allo studio. Le più ambiziose consentirebbero agli utenti di aprire conti bancari direttamente presso la Bce, anche se questo rischierebbe di tagliare le gambe alle banche e ai servizi di pagamento tradizionali. Soluzioni meno radicali consentirebbero invece alle banche di distribuire ai clienti il denaro elettronico ricevuto dalla Bce. La prossima settimana è in agenda una riunione del consiglio dei governatori (il primo dell’era Lagarde) e il tema delle criptovalute potrebbe essere affrontato in questa sede. —