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 2019  novembre 10 Domenica calendario

I vigili non passano i test ginnici

«Papà, me sembri un marziano», esclamava stupefatto il figliolo alla vista di Otello-Alberto Sordi nei panni di un novello vigile urbano, tutto rigido nella sua divisa, in una delle scene più celebri e divertenti del film «Il vigile». E in effetti Albertone si presentava al massimo: stivali scricchiolanti, giacca di pelle nera, casco, occhialoni, aitante e sprezzante del pericolo. E alla famiglia riunita e con gli occhi sgranati chiedeva: «Che c’è? Vi faccio paura?». Erano gli anni Sessanta, quelli del boom economico, tutti sprizzavano forza e speranza. E certo bastava un po’ di baldanza e un’uniforme vistosa per dare l’idea di una prestanza che neppure c’era. Oggi le cose sono cambiate radicalmente e la prestanza fisica bisogna dimostrare di avercela davvero. Gli aspiranti vigili che stanno sostenendo un concorso pubblico a Padova, infatti, la prova fisica l’hanno dovuto affrontare eccome. Giri di pista, flessioni, corsa e scatti. Correre i mille metri con un tempo massimo di quattro minuti e 25 secondi, un minuto in più per le donne, e poi fare quindici piegamenti consecutivi sulle braccia (otto per le donne). Test giudicati per nulla impossibili. Eppure, proprio questa prova «ginnico-sportiva» è riuscita, da sola, a decimare buona parte dei candidati, che erano 626 per l’esattezza, di cui 198 donne, in lizza per 22 posti da agente semplice nella Polizia municipale patavina. A conti fatti, dunque, circa il 60 per cento dei candidati neppure si è presentato allo stadio Colbachini dove erano organizzate le selezioni, mentre dei 251 che sono scesi in pista oltre il 20 per cento non è riuscito a superare la prova. Tanto che, agli esami scritti e orali in programma a fine mese, sono stati ammessi solo in 192. 

SANA COSTITUZIONE
Perché si dà tanta importanza alla selezione atletica dei candidati? In fondo, il vigile mica deve tutti i giorni inseguire ladri o spacciatori e darsi alle maratone in città, o arrampicarsi su muri e camminare in equlibrio su ringhiere e balconi... Ma obiettivo dichiarato del concorso, secondo i vertici della polizia mucipale, è anche quello di ringiovanire l’organico in servizio, di selezionare giovani di «sana e robusta costituzione», in modo che poi non ci si ritrovi con agenti che hanno problemi alla schiena o al ginocchio, con tanto di certificato medico, che li facciano rimanere tutto il giorno dietro una scrivania, invece di andare in giro a controllare che le strade della città siano tranquille. In realtà, le prove ginniche per novelli Rambo da tempo stanno decimando gli aspiranti vigili urbani. È successo anche per il concorso indetto a Vittorio Veneto, in provincia di Treviso, nel giugno scorso. Anche in questo caso, i candidati si sono dimezzati, anche se si trattava di numeri decisamente inferiori: da 64 a 24. Anche a Vittorio Veneto si dovevano correre i mille metri, poi ci si doveva esibire nel salto in alto ed eseguire trazioni alla sbarra. E a Mestre, nel maggio del 2017, non è andata molto meglio, visto che si sono presentati in 261, quando la quota massima ne prevedeva almeno 350. A Genova, nell’ottobre 2018, durante le prove fisiche per aspiranti agenti della polizia locale, si sono verificati malori, cali di pressione, collassi. Due persone sono state trasportate d’urgenza all’ospedale. Dura la vita del vigile. La questione della necessità di avere gente in divisa e fischietto scattante e in forma è annosa. Ricordiamo la battaglia condotta dall’allora sindaco di Milano Gabriele Albertini – nel 2002 – il quale riteneva che i vigili dovessero essere equiparati alla polizia di Stato, e dovessero avere altezza e costituzione in grado di contrastare efficacemente aggressioni e violenze. Non è possibile, tuonava Albertini, assistere a scene in cui «i vigili urbani si trovavano a dover condurre il traffico o a gestire incroci e non essere visibili perché non superavano in altezza il tetto delle auto». Citava le 183 aggressioni a Milano nel 1999 e le 189 del 2000, dove era risultato chiaro «come la costituzione fisica avesse un suo significato». Insomma, il vigile deve essere alto, scattante, correre, e all’occorrenza saltare e fare flessioni, senza scricchiolii sinistri alle giunture, per poter affrontare la giungla quotidiana che sono diventate le nostre città.