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 2019  luglio 04 Giovedì calendario

A Bolzano si vive bene perché si beve molto

Bolzano è la prima provincia italiana per qualità della vita. La seconda è Trento. Potremmo dire però, senza timore di sbagliare, che l’Alto Adige e il Trentino sono i migliori posti dove vivere nel mondo. I paesaggi parlano da soli, le valli lasciano chiunque a bocca aperta, l’autonomia aiuta e l’amministrazione è seria. «Se le prospettive per il Paese sono di una crescita lenta, prossima allo zero, per il Trentino la situazione è strutturalmente migliore», fa sapere Banca d’Italia in un suo ultimo report. La disoccupazione è quasi fisiologica, ferma al 5,8%. Il presidente leghista Maurizio Fugatti, in carica da poco più di un anno, ha deciso di investire sulla natalità: per tre anni la Provincia concederà cento euro al mese alle famiglie per il loro primo figlio, 120 per il secondo e 200 per il terzo. Sempre per quanto riguarda la famiglia saranno assegnate alle giovani coppie trentine che decidono di andare a vivere nei centri di montagna, a costo a zero, le case nelle valli che restano vuote. Il leghista inoltre ha regalato l’abbonamento ai mezzi pubblici per i pensionati. Non poco. E ha ridotto i biglietti gratis assegnati ai richiedenti asilo. Fugatti infine, ogni martedì, incontra direttamente i cittadini. Finora ha ricevuto nel suo ufficio 417 persone, in agenda ne restano altre 300, anche se l’intenzione è di aumentare la disponibilità.

FUNZIONA TUTTO
Se confrontiamo questa isola felice col resto d’Italia, ci sembra di parlare di una provincia straniera. Svizzera o austriaca. Sono lontani anni luce i periodi in cui i trentini emigravano in cerca di fortuna. Ora funziona tutto: strade pulite e ordinate, campi da tennis quasi in ogni paesino, contributi a chiunque voglia intraprendere qualcosa (imprese comprese). Insomma, non ci sono problemi. Per cui a Trento, per non annoiarsi troppo, se li inventano i problemi. Tanto per far passare il tempo. L’altro giorno ad esempio il consigliere cinquestelle Alex Marini si è lamentato perché «i consiglieri della maggioranza passano gran parte del tempo alla buvette a bere e a consumare anche sostanze alcoliche, e in buona quantità». Capite che vette di politica si sono raggiunte nella terra di De Gasperi?

CALICI ALLA BOUVETTE
Che problema c’è se al bar del Consiglio offrono vino? Cavolo, ci riempiamo la bocca per elogiare i vini italiani, con i trentini tra i protagonisti, per la loro leadership mondiale, e poi ci si lamenta se qualcuno fa un sorso? Secondo M5S dunque il problema è un bicchiere di Teroldego, un po’ di bollicine o una grappetta? Un esponente dem, Tonini (ex Margherita), parla addirittura di rischi «per l’ordinamento democratico». I consiglieri arrivano forse ciucchi ai banchi del Consiglio? Non ci pare, visto che proprio in questi giorni sono stati cancellati i fondi destinati ai migranti. Semmai è quel goccetto che fa bene... A questo punto possiamo affermare con certezza che il Trentino va da Dio perché beve vino. Buono. E allora viva il Nosiola, da cui si ricava anche il prezioso Vino Santo, il Marzemino della Vallagarina citato da Mozart nel suo Don Giovanni, il Teroldego della Piana Rotaliana a nord di Trento, il Müller Thurgau e tutti gli spumanti. E viva le grappe. Cin cin al Trentino e a chi si inventa problemi dove non ci sono.