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 2019  luglio 04 Giovedì calendario

La Campania alleata al Mit di Boston

Pochi forse sanno che la Campania ha una grande potenzialità in termini di innovazione e imprenditorialità. E a supporto della tesi basta elencare pochi dati: Napoli è la terza città per startup innovative in Italia (344) e la Campania è la seconda regione per numero di imprenditori under 35 (160.658). La Campania è la prima regione nel sud Italia per spesa complessiva in ricerca e sviluppo e conta oltre 24.000 ricercatori.
Questo, in sintesi, è quanto emerge dalla ricerca condotta dal Disaq (Dipartimento per gli Studi Aziendali e Quantitativi) dell’Università Parthenope sullo stato di salute dell’ecosistema imprenditoriale regionale. Uno studio che rappresenta molto di più di un’analisi fine a se stessa. Il lavoro dei ricercatori della Parthenope infatti rientra in un programma più ampio che vede coinvolti imprese, docenti universitari, banche e Regione, e dall’altra parte del mondo il Mit di Boston. 
Si sono appena chiusi, infatti, a fine giugno, proprio a Boston, i lavori del secondo workshop Mit Reap: si tratta di un programma di accelerazione imprenditoriale che da circa un anno coinvolge il Massachusetts Institute of Technology (Mit) nel disegno di una strategia di sviluppo della Campania, attraverso il lavoro di una serie di attori locali. A comporre la squadra sono i docenti della Parthenope (da tempo in contatto con il Mit) Marco Ferretti, Adele Parmentola e Eva Panetti; i rappresentanti del mondo imprenditoriale Vito Grassi e Ludovica Landi (rispettivamente ad e responsabile organizzativo e operativo di Graded), Giovanni Ranieri (ad di Next Geosolutions), Guido Grimaldi (Corporate Short Sea Shipping Commercial Director Grimaldi Group e presidente Alis) e Antonio Errigo (vicedirettore generale Alis), Pierpio Cerfogli (vicedirettore generale di Bper Banca), l’assessore alle Startup e all’Innovazione della Regione Campania Valeria Fascione e la dirigente Raffaella Farina. 
Iniziativa che ogni anno accoglie fino a 9 squadre regionali: quest’anno oltre alla Campania – unica italiana finora inserita nel progetto – partecipano team provenienti da Danimarca centrale, China, Ecuador, Usa, Uk, Messico, Norvegia e Australia. 
Con queste regioni la prestigiosa università americana vuole pianificare azioni per stimolare la competitività dei sistemi locali di innovazione. In che modo? Si pensa a un programma per l’attrazione di venture capital in Campania, allo sviluppo di un sistema di incontro della domanda e dell’offerta di innovazione, e all’avvio di un acceleratore virtuale per il supporto alle startup. In fase di implementazione ci si focalizzerà per lo più sulla blue economy, settore trainante dell’economia regionale. Il programma si concluderà a fine 2020. 
Intanto, si parte però dalla fotografia della regione. Che accanto alle potenzialità non nasconde le criticità. Come la scarsa presenza sul territorio del capitale di rischio: in Italia nel 2018 solo il 4% degli investimenti di venture capital hanno finanziato imprese campane, contro il 56% della Lombardia. Gli imprenditori intervistati nell’ambito della ricerca (103 imprese di cui l’11,7% grandi imprese; 30,1 % medie imprese; 28,2% piccole imprese; 30,1% micro) lamentano uno scarso livello di collaborazione tra gli attori del territorio (appena il 16% delle imprese ha dichiarato di collaborare con le università). Vito Grassi, ad di Graded e numero uno di Unione Industriali Napoli osserva: «Abbiamo ancora molto su cui lavorare. Napoli e la Campania hanno grandi potenzialità per poter ambire a un ruolo di centro internazionale dell’innovazione. Ma dobbiamo saper valorizzare il connubio virtuoso tra ricerca, saperi e mondo dell’impresa che ha avuto una grossa spinta negli ultimi dalla decisione dei grandi player nazionali ed internazionali di investire sul Polo universitario di San Giovanni». 
Quanto alla propensione imprenditoriale è interessante scoprire il dato positivo di una regione che conta 779 startup innovative (Aida 2018) pari al 7,4% del totale in Italia. La città di Napoli da sola ospita il 3,5% del totale delle startup italiane (Unioncamere 2018; startup registro imprese 2019). Non solo va sottolineato anche che la Campania è la prima regione nel Sud per numero di imprenditori nascenti (gli studenti che sono attualmente impegnati in attività imprenditoriali; Almalaurea, 2016).