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 2019  marzo 21 Giovedì calendario

L’impiegata stacanovista d’Italia

Se avesse potuto realizzare il suo sogno sarebbe stata da qualche parte nel mondo impegnata nella carriera militare. «Oggi ci proverei, ai miei tempi però era un sogno proibito, perché le donne non erano ammesse. Così tentai il concorso in Comune». E si sa, le cose più belle a volte nascono per caso: rifiutata allora perché donna, oggi è lei, Silvia Macchiavello, responsabile dell’Ufficio Anagrafe ed Elettorale del Comune di Rapallo, la dipendente più efficiente d’Italia.
Il riconoscimento è arrivato dall’Anci, l’Associazione nazionale comuni italiani. Che effetto le fa? «Mi stupisce, non ho mai pensato di fare nulla di straordinario, faccio il mio lavoro». Funzionaria amministrativa, 63 anni e dipendente del Comune del Levante ligure dal 1981, ha due figlie, una nipote («coccolatissima perché si sa, da nonni si ha il cuore più tenero che da genitori») e la passione dei viaggi. L’ufficio — un po’ di spirito militare nel sangue c’è — dev’essere una macchina perfetta: «Vede queste pratiche? — spiega — Sono quelle della mattina, le impiliamo su un tavolo, ed entro la mattinata devono essere tutte evase e archiviate. La regola è non lasciare nessun arretrato».
È questo allora il segreto dell’efficienza? «Che arrivi la notizia di una nascita, un decesso o la richiesta di un cambio di residenza, i fogli non vanno abbandonati sulla scrivania. O almeno qui non lo facciamo, piuttosto ti fermi al lavoro dieci minuti in più ma la pratica la chiudi, non è come a scuola che quando suonava la campanella fuggivano tutti», sorride. Certo, «ci sono i Comuni in cui le pratiche si accumulano, magari per carenza di personale. Anche qui siamo sotto organico, ma ce la caviamo grazie alla collaborazione, tutti sanno fare tutto e il lavoro scorre veloce».
La sua squadra, come la definisce, conta 5 dipendenti, «per un Comune di 30 mila abitanti più 7 mila residenti all’estero. Curiamo più di 3500 pratiche all’anno». La velocità media a cui si viaggia è di 20 pratiche al giorno. Adottando da subito ogni novità: i documenti portati dai cittadini per le pratiche? Si scannerizzano, abolite le fotocopie. Le firme? Solo digitali e "grafometriche". Gli archivi tutti a computer. Le carte di identità elettroniche qui sono state adottate già dall’estate 2017, e da allora non si fanno più documenti cartacei.
«Sa qual è il punto? — riprende Macchiavello dietro alla sua scrivania — Sapersi adattare al mondo che cambia. E non sedersi mai». Non proprio il cliché del dipendente pubblico. «Ma non è vero, esistono i colleghi "seduti", ma ce ne sono tanti altri come noi. Lo dico anche ai giovani: il posto fisso — ammesso che di questi tempi si riesca ancora ad ottenerlo — non può essere una scusa per adagiarsi, altrimenti passa la voglia di lavorare. Proponete cose innovative. Il segreto è divertirsi». Si alza, fa il giro dell’ufficio, smista un po’ di posta, indica le schede elettorali pronte per essere consegnate in vista delle europee di maggio.
Altro che archivi grigi, scherziamo: anche un ufficio anagrafe può essere colorato, «guardi qui che lavoro fanno i miei colleghi, se su ogni faldone si scrive in diversi colori in base al tipo di pratiche contenute, è piùfacile trovarle».Ora, archiviato anche il premio e passato il momento di celebrità, «c’è da pensare alla pensione, potrei andare subito, ma magari resto ancora un anno, non ho detto che mi diverto?».