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 2019  marzo 19 Martedì calendario

Lo chef Zazzeri suicida. L’italiano ucciso dall’Isis in Siria. Turco spara su un tram a Utrecht, tre morti

Lo chef Zazzeri suicida
Luciano Zazzeri (1956-2019). Cuoco. Proprietario e chef del ristorante stellato La Pineta, sulla spiaggia di Marina di Bibbona (Livorno). Aveva ottenuto la Stella Michelin nel 2006. Soffriva di depressione ed era in cura da uno psicologo. Domenica sera, poco dopo le 19, s’è sparato in bocca con un fucile da caccia nel garage della casa dei genitori. Non ha lasciato biglietti d’addio. Due figli, Andrea e Daniele, con cui gestiva La Pineta. «Figlio d’arte, 56 anni, chef autodidatta, considerato tra i maestri nel cucinare il pesce. Favoloso il suo crudo, certo. Ma in generale tutto il pesce con il quale, da pescatore, ha un rapporto quasi d’amore: “Bisogna saperlo cucinare. Senza mai violentarlo”. Negli anni, Luciano Zazzeri ha sviluppato una sapienza che viene fuori non solo nei secondi di pesce, ma anche nei primi. O nella cacciagione. Essendo (anche) un cacciatore, infatti, propone da metà dicembre piatti invernali a base di carne» [Frenda, CdS 2013].

Oliviero Toscani era andato a mangiare alla Pineta sabato sera.

Ha notato niente?
«Assolutamente no. Abbiamo parlato e scherzato come facciamo di solito, ci conosciamo da quarant’anni. Anzi io mi sono trattenuto a lungo, sono stato fra gli ultimi a lasciare il ristorante».

Di cosa avete parlato?
«Un po’ di tutto, mi spiegava, prendendomi in giro, come si fanno le uova al tegamino. Poi abbiamo parlato del fatto che uno dei suoi figli si sarebbe sposato a settembre. Mi è sembrato il Luciano di sempre, attento, gentile. Andare da lui ti trasmetteva quiete, non aveva niente a che fare con certi chef rampanti o aggressivi. Lui era umile, bravissimo, creativo, geniale, uno che parlava sottovoce con grande competenza. E appassionato del suo lavoro: sapeva osservare, aveva messo in cucina due giapponesi per come sapevano tagliare il pesce quando da noi la cucina giapponese non era ancora di moda»» [L.M., Rep].

L’Isis ha ucciso un italiano in Siria
L’Isis ha ucciso Lorenzo Orsetti, un italiano che combatteva in Siria con i curdi, insieme ad altri quattro militanti dello Ypg, le milizie curdo-siriane. L’esecuzione è avvenuta durante un attacco a Baghuz, l’ultima città siriana ancora sotto il controllo dello Stato Islamico. La notizia è stata data su Telegram da Amaq, sorta di agenzia di stampa dei jihadisti. Esibite le foto della tessera sanitaria e della carta di credito di Orsetti, e a un’immagine che ne mostra il volto e parte del busto. La morte è stata confermata da fonti di sicurezza italiane. Nella rivendicazione l’Isis ha definito Orsetti «crociato italiano». Alessandro Orsetti, padre di Lorenzo: «Mi ha telefonato il suo comandante curdo e mi ha detto che Lorenzo è morto insieme a tutti quelli del suo gruppo in un contrattacco dell’Isis. Sembra che il suo gruppo sia stato accerchiato, era con un’unità araba, ma non so cosa significhi esattamente da un punto di vista militare. Li hanno uccisi tutti». Le forze curdo-siriane con cui Lorenzo Orsetti combatteva hanno poi diffuso una sua lettera-testamento che inizia così: «Ciao, se state leggendo questo messaggio significa che non sono più in questo mondo [...] Nonostante questa prematura dipartita, la mia vita resta comunque un successo e sono quasi certo che me ne sono andato con il sorriso sulle labbra. Non avrei potuto chiedere di meglio». 

Sparatoria con tre morti a Utrecht
Tre persone sono morte e cinque sono rimaste ferite in una sparatoria a bordo di un tram a Utrecht. L’attacco è avvenuto alle 10.45 di ieri in piazza 24 ottobre, una zona residenziale e periferica della città olandese. L’assalitore è Gökmen Tanis, un 37enne di origini turche, catturato dopo oltre sette ore di caccia all’uomo. Le autorità avevano diffuso una sua foto chiedendo ai cittadini, se l’avessero visto, di non avvicinarsi e di segnalarne la presenza alla polizia. Gli inquirenti, che hanno interrogato i familiari, non escludono la pista terroristica e che l’uomo abbia avuto dei complici. «Era stato arrestato alcuni anni fa per presunti legami con l’Isis e poi rilasciato» ha detto un conoscente turco alla Bbc, aggiungendo che era andato a combattere anche in Cecenia. Secondo i parenti, invece, Tanis avrebbe agito per «ragioni familiari», aprendo successivamente il fuoco sulle persone corse in aiuto della vittima designata. Numerosi i precedenti penali a suo carico: dalla rapina a mano armata del 2012 al tentato omicidio del 2013, dall’aggressione con minacce agli agenti nel 2014 fino alla violenza sessuale, per la quale due settimane fa era riapparso per l’ennesima volta in tribunale. Nel dubbio, l’allerta terrorismo era stata alzata al livello massimo di 5 in tutta la provincia e la vigilanza rafforzata in scuole, stazioni, moschee, aeroporti e in tutti gli edifici sensibili anche di Amsterdam e Rotterdam.