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 2019  marzo 19 Martedì calendario

SI CHIUDE IL CERCHIO (DI G8) – SAPETE CHI È IL CAPO MISSIONE DELLA NAVE “MARE JONIO”? L’EX LEADER DEI NO GLOBAL LUCA CASARINI! C’È LUI ALLA PLANCIA DELL’IMBARCAZIONE CHE HA SOCCORSO IL GOMMONE CON I MIGRANTI IN LIBIA E LI VUOLE PORTARE IN ITALIA – LE ARRINGHE NEI CENTRI SOCIALI, L’ELEZIONE MANCATA NEL 2014 E L’IMPEGNO IN SINISTRA ITALIANA: ECCO CHI È – SALVINI GONGOLA, QUALE AVVERSARIO MEGLIO DI LUI ALLA VIGILIA DEL VOTO SULLA DICIOTTI? -

L’Italia non deve cedere ai ricatti della nave dei centri sociali (cercate in rete chi è il signor Luca Casarini) e di chi si rende complice dei trafficanti di esseri umani.#portichiusi Video completo?? https://t.co/edNgPvjBlx pic.twitter.com/tOGvkctLNr — Matteo Salvini (@matteosalvinimi) 19 marzo 2019   1 – LUCA CASARINI, L’ONG PER I MIGRANTI, COWORKING E PARTITA IVA Riccardo Bruno per www.corriere.it   Niente più tuta ma una maglietta bianca. L’ultima immagine di Luca Casarini, l’ex leader dei no global del Nordest, dei Disubbidienti al G8 di Genova, è quella di un uomo maturo (51 anni) affacciato dalla plancia del «Mare Jonio», la nave che sta solcando il Mediteranno e che lunedì ha salvato 49 migranti al largo della Libia.   Casarini torna al fronte, di nuovo in prima linea, senza megafoni ma con lo spirito di un tempo, quando arringava i militanti del centro sociale «Rivolta» a Porto Marghera. La battaglia politica in realtà non l’ha mai abbandonata. Dopo la mancata elezione nel 2014 al Parlamento europeo con la lista «L’Altra Europa con Tsipras» e l’impegno ai vertici di Sel di Nichi Vendola, l’anno scorso è stato tra i fondatori di Sinistra italiana ed eletto segretario regionale in Sicilia.   Perché Casarini da sette anni vive a Palermo. Scelta d’amore, per seguire moglie e famiglia (due figli). Intanto ha aperto la partita Iva e ha un’attività di coworking, «non solo spazio di lavoro condiviso ma un progetto di comunità creativa e laboratorio di pratiche di economia partecipativa».   Anche da imprenditore, non ha cambiato idee. L’anno scorso ha celebrato a Pantelleria (con tanto di fascia tricolore) il matrimonio della figlia di Toni Negri. Che si chiama Nina, ha sposato Marco, due «amici carissimi. Sono stati loro a spiegarmi — aveva raccontato subito dopo la cerimonia a ottobre al Mattino di Padova — che un privato cittadino può sposare una coppia.   E così l’ho fatto». L’ex Disobbediente quest’anno ha coordinato i ragazzi che hanno trasformato un rimorchiatore del 1971 in una nave da «ricerca e salvataggio». «Non siamo una nuova Ong ma una piattaforma sociale - ha chiarito prima di mollare l’ancora -. Questa nave deve diventare un simbolo. Se l’Italia e l’Europa chiudono i loro porti, chiameremo la popolazione a scendere in strada». A terra o in mare, il Casarini di sempre.   2 – LUCA CASARINI VUOLE CREARE UN NUOVO CASO DICIOTTI PER CONTE, DI MAIO E SALVINI? Francesco Damato per www.startmag.it   Simpaticamente affetti da malizia di tipo andreottiano, con la quale notoriamente si pecca ma spesso s’indovina, sulla prima pagina del manifesto hanno definito “soccorso premeditato” quello compiuto in acque di competenza libica dalla nave italiana Mare Jonio di una organizzazione non governativa.   Che dopo avere imbarcato una cinquantina di migranti che rischiavano di annegare sul solito gommone fatiscente, precedendo l’intervento di una motovedetta di Tripoli, ha fatto rotta verso le più lontane coste italiane per ragioni dichiarate di maltempo, preclusive della scelta di porti più vicini sulle coste africane.   NUOVO CASO DICIOTTI PER CONTE, DI MAIO E SALVINI? La premeditazione del soccorso, sempre per usare la felice espressione del giornale orgogliosamente comunista sopravvissuto per fortuna a tante crisi editoriali, nasce dalla diabolica coincidenza con la prova del fuoco politico, diciamo così, che aspetta il vice presidente leghista del Consiglio e ministro dell’Interno Matteo Salvini nell’aula del Senato.   Dove domani si voterà in maniera definitiva sulla proposta della competente giunta di negare l’autorizzazione al processo contro di lui chiesta dal cosiddetto tribunale dei ministri di Catania per la vicenda della scorsa estate sul pattugliatore della Guardia Costiera “Diciotti”.   Dove Salvini trattenne per alcuni giorni, nel porto etneo, più di 170 migranti soccorsi in alto mare, in attesa di poterne assicurare la distribuzione fra più paesi europei, ma procurandosi per questo le accuse di sequestro aggravato di persone, abuso d’ufficio e non ricordo cos’altro ancora.   CHE COSA COMBINA LUCA CASARINI CON LA NAVE MARE JONIO? La nave “Diciotti” era al comando di un militare -Massimo Kothmar- che non creò problemi al ministro Salvini ritardando lo sbarco sino a quando non ne fossero maturate le condizioni. E sopportando -debbo aggiungere- con grande padronanza di nervi persino l’ispezione di un “garante” del trattamento dei detenuti, come se la sua nave si fosse davvero trasformata in un carcere.   La nave privata “Mare Jonio”, diretta mentre scrivo verso l’Italia, ha invece come capo missione dei soccorsi un’autorità, a suo modo, del mondo della contestazione. Si chiama Luca Casarini, protagonista peraltro delle proteste no global al G8 svoltosi a Genova nel 2001 non proprio nel massimo dell’ordine.   LE GESTA DI CASARINI Con un “capo missione” di questo tipo è prevedibile il clima in cui è destinato a svilupparsi il braccio di ferro già annunciato dal ministro dell’Interno, affrettatosi peraltro a stringere ulteriormente le maglie dei porti italiani per impedire sbarchi non autorizzati.   Lo ha fatto con una direttiva di otto pagine alla cui attuazione dedicherà un’attenzione persino superiore- credo, dato lo stile politico e personale ormai noto di Salvini- a quella destinata alle manovre politiche, esterne ma anche interne alla maggioranza di governo, in corso per non risparmiargli o comunque per complicargli la pratica del processo penale per la vicenda “Diciotti”, per quanto già negato dalla giunta presieduta dal forzista Maurizio Gasparri.   E negato -aggiungo- col voto anche dei grillini dopo una consultazione digitale dei militanti. Che si concluse col 59 per cento a favore di Salvini e il 41 contro, ma non si sa sino a che punto disarmato nel gruppo pentastellato di Palazzo Madama. Ci potrebbe essere pur sempre un soccorso forzista potenzialmente decisivo, ma si aprirebbe nella già sofferente maggioranza gialloverde di governo un’altra crepa dagli imprevedibili sviluppi.   Sotto questi aspetti, oltre che il titolo del manifesto sul “soccorso premeditato”, o ad orologeria, se preferite, non è sbagliato neppure quello del Messaggero sulla “sfida a Salvini” costituita dalla missione capeggiata da Luca Casarini sulla nave battente bandiera italiana della “Mediterranea Saving Humans”.