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 2019  febbraio 27 Mercoledì calendario

Manager pubblici, ecco chi dichiara di più

Arriva la consueta fotografia dei redditi dei manager pubblici, dopo che il Dipartimento per il coordinamento amministrativo di Palazzo Chigi ha diramato il bollettino con le dichiarazioni patrimoniali e reddituali dei super dirigenti dello Stato aggiornate al 2017. 
Il bollettino della Presidenza del Consiglio fotografa però le entrate complessive ottenute da più attività professionali, come nel caso dell’avvocato Stefano Ambrosini che al fisco ha dichiarato 3,9 milioni di euro ma che in qualità di presidente di Finpiemonte guadagna solo 60 mila euro annui. Per sapere quali sono i dirigenti più pagati dallo Stato è necessario invece scartabellare le ultime relazioni sulle remunerazioni diffuse dalle varie partecipate pubbliche. 

CONTROLLATI DAL TESOROIn testa alla classifica troviamo così Francesco Starace, amministratore delegato e direttore generale del gruppo Enel, che nel 2017 ha incassato oltre 4 milioni di euro. Lo tallona l’ad dell’Eni Claudio Descalzi, a quota 3,9 milioni. In terza posizione Matteo Del Fante, al vertice di Poste Italiane, che sempre nel 2017 ha ricevuto 905 mila euro. Nel caso di Starace va però precisato che gli oltre 4 milioni sono rappresentati da 2,8 milioni di bonus e dalla componente fissa della retribuzione, pari a 1,3 milioni di euro. Inoltre nel 2017 ha ottenuto benefici monetari per un valore superiore a 62 mila euro, più altri 161 mila euro (segnalati alla voce Altri compensi) a lui corrisposti in seguito all’attivazione di un patto di non concorrenza. L’anno precedente, al contrario, le entrate complessive del top manager si erano fermate a quota 3,3 milioni di euro. 
Sempre in relazione al 2017, l’amministratore delegato del gruppo Eni ha cumulato una retribuzione complessiva di 3 milioni 955.000 euro (di cui 2,4 milioni di bonus e una retribuzione fissa pari a 1,53 milioni di euro). Ma il suo nome non compare nel bollettino con le dichiarazioni patrimoniali e reddituali dei super dirigenti pubblici diffuso da Palazzo Chigi perché la società da lui guidata non è controllata direttamente dal Tesoro (lo è solo in minima parte, mentre la quota rilevante è posseduta da Cdp) come invece l’Enel.

IL RADAR DI PALAZZO CHIGI
In virtù della legge 441 del 1982 non tutti devono fornire al governo la loro dichiarazione dei redditi: il radar di Palazzo Chigi intercetta i patrimoni dei dirigenti al vertice degli enti pubblici, degli enti privati la cui gestione è sostenuta dallo Stato per oltre il 50% e delle aziende partecipate dallo Stato per oltre il 20%. Tra questi figurano il presidente del Coni, Giovanni Malagò (1 milione di euro di guadagni dichiarati nel 2017), il presidente di Cassa depositi e prestiti, Massimo Tononi (855 mila euro), il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco (743 mila euro).
Come detto, nella top five dei manager meglio retribuiti dallo Stato figura anche il nome di Matteo Del Fante, nominato amministratore delegato di Poste Italiane il 27 aprile del 2017. Otto mesi più tardi, a dicembre, aveva guadagnato 905.248 euro. Nella prima parte del 2017, quando era ancora amministratore delegato di Terna, Del Fante aveva incassato invece 238 mila euro. 
Infine, Luigi Ferraris, che ha preso il posto di Del Fante al vertice del gestore della rete di trasmissione elettrica, nel 2017 ha guadagnato 566 mila euro spalmati su 8 mesi. Oggi, quale amministratore delegato di Terna, guadagna un po’ meno di quello di Leonardo, Alessandro Profumo, che sempre nel 2017 (subentrò a Mauro Moretti a maggio) ha totalizzato sotto forma di stipendio 749 mila euro.