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 2018  ottobre 10 Mercoledì calendario

In Francia nascono bambini senza braccia

Bambini senza mani o senza braccia: la nascita di piccoli con queste malformazioni si è intensificata in alcune zone rurali della Francia. L’agenzia pubblica sanitaria aveva avviato delle inchieste, che non sono riuscite a spiegare il perché del fenomeno. Per questo nei giorni scorsi sono state fermate, scatenando un putiferio. «È molto probabile che quegli handicap dipendano dall’esposizione ai pesticidi», ha sottolineato Yannick Jadot, ex ministro dell’Ecologia, ai tempi di François Hollande. Non è stato l’unico a parlare d’insabbiamento della vicenda da parte del Governo, tanto che l’attuale responsabile del dicastero dell’Ambiente, François de Rugy, ha promesso nuove indagini sui fatti.
Ecco, partiamo proprio dai fatti. L’agenzia sanitaria ha individuato sette nascite con queste malformazioni nel dipartimento dell’Ain, ai confini con la Svizzera, fra il 2009 e il 2014, tre nella Loira atlantica, intorno a Nantes, tra il 2007 e il 2008, e quattro nella vicina Bretagna, nel periodo 2011-13. Si tratta sempre di «agenesia trasversa degli arti superiori». Vengono al mondo in media meno di 150 bambini con questo problema ogni anno in Francia. Nei 14 casi al centro della vicenda le nascite sono avvenute nel raggio di pochi chilometri. «E tutte le famiglie vivono nei pressi di campi di mais o di girasoli», ha precisato Jadot.
Questa malformazione molto specifica si verifica durante lo sviluppo dell’embrione, fra il 24° e il 56° giorno dopo il concepimento. Le origini possono essere genetiche, farmacologiche (prendendo la talidomide da parte della madre, ad esempio) o meccaniche.
“Non è una fatalità”
Le indagini portate avanti dall’agenzia pubblica su questi casi non hanno portato ad alcuna conclusione. E, prima che il ministro de Rugy facesse marcia indietro, i rappresentanti dell’organismo hanno detto che era inutile andare avanti, in assenza di un’ipotesi precisa. «Non si può dire: è l’ambiente. O è l’agricoltura – ha osservato Bertrand Gagnère, epidemiologo che ha indagato in Bretagna -. È troppo vago. Non serve a nulla fare ricerche a 360 gradi». Jadot non era della stessa opinione :«Il problema è che in Francia non si vuol sapere. Come non si fanno studi epidemiologici intorno agli inceneritori o vicino alle centrali nucleari, così non si vuol sapere niente sui pesticidi». Ma il ministro de Rugy ormai ha deciso: «Andremo avanti con le ricerche. Non può essere una fatalità».