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 2018  settembre 18 Martedì calendario

Sui binari i primi treni a idrogeno

È una bella giornata. A Bremervorde c’è il sole, l’aria non è ancora fredda pur essendo metà settembre e, soprattutto, trovandoci a due passi dall’Atlantico. Non è proprio tersa questa brezza, ma sa di pulito. E in un’area industriale come questa, nel land di Amburgo, sembra quasi un non sense. Ma qua alla qualità dell’aria tengono. E lo dimostrano nel trasporto pubblico rilanciando linee ferroviarie non elettrificate con nuovi treni ad idrogeno.
È il giorno della rivoluzione, non solo tedesca ma globale. Per la prima volta entra in servizio un treno a idrogeno. Una rivoluzione mondiale firmata Alstom. Una scommessa sulla strada della sostenibilità che torna a credere su quell’idrogeno sempre al centro di mille progetti e che mai decolla. Forse per la difficoltà e i costi di produzione. Ma Alstom e le amministrazioni locali ci hanno creduto e c’è da scommetterci che altri, non solo in Germania, ci crederanno. Il governatore del Veneto, Luca Zaia, ha individuato i treni ad idrogeno per la futura ferrovia che tornerà a raggiungere Cortina.
Eccolo l’iLint, sui binari non più a fini sperimentali, ma pronto a espletare il servizio passeggeri. È il treno del nuovo secolo, della rivoluzione perché viaggia con un carburante tanto idealizzato ma poi, in concreto, mai utilizzato a dovere su scala industriale. Perché la produzione dell’idrogeno non è poi così semplice, altrettanto difficile è immagazzinarlo. Grandi player dell’automotive hanno provato con auto e bus, i mezzi funzionano bene, ma manca l’appeal: costano molto e la rete di distribuzione è quasi assente.
I tedeschi sono quelli che ci credono di più. Anche per questa ragione il primo treno a idrogeno corre sui binari teutonici, pur essendo figlio della creatività francese, declinata però nello stabilimento tedesco di Salzgitter. Un’idea sviluppata a partire dal novembre 2007 quando Alstom e l’autorità locale per i trasporti della Bassa Sassonia firmarono un contratto per 14 convogli a celle combustibili a idrogeno. Oggi quel treno è realtà con i suoi motori e, nel 2021, questi convogli correranno tutti. Per completare l’operazione è bastato modificare un convoglio diesel inserendo la parte elettrica, con i serbatoi dell’idrogeno posti sul tetto. Idrogeno prodotto da varie aziende e che qui sperano domani di ricavare dall’elettrolisi, con l’energia elettrica ottenuta da rinnovabili e soprattutto dall’eolico che qui già abbonda. Nel frattempo il treno va: un progetto da 81 milioni sembra un’enormità. Ma Stefan Schrank, capo progetto, spiega che rispetto al convoglio diesel, pur costando quello a idrogeno molto di più, si arriverà alla parità in dieci anni. Senza dimenticare che elettrificare una tratta ferroviaria costa dal milione al milione e mezzo a chilometro. Insomma, questo è davvero il treno del futuro: 140 orari, 150 posti a sedere 150 in piedi e tutti i comfort. Mille cholometri di autonomia con un pieno, che si fa in 15 minuti. L’innovazione sui binari per una mobilità sostenibile firmata Alstom.