Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2018  settembre 18 Martedì calendario

Chiude Italiansubs. “Eppure non siamo noi i pirati del web”

Giulia Zannoni, nickname TutorGirl, collabora con Italiansubs, il sito che dal 2005 crea e condivide i sottotitoli in italiano delle serie tv prima che arrivino in Italia dal 2007. “Sono una senior” spiega quando la contattiamo. La piattaforma ha annunciato la rimozione di gran parte dei propri sottotitoli e la chiusura per una settimana: “Non troverete più contenuti per i quali non disponiamo dell’autorizzazione del titolare del copyright – si legge nel comunicato – dopo segnalazioni di utilizzi impropri e illeciti da parte degli organi di controllo”.
Una notizia che ha sconvolto il popolo italiano di Internet degli ultimi 13 anni: la community di Italiansubs conta 500 mila utenti registrati e 500 volontari che hanno tradotto, senza scopo di lucro, i dialoghi di più di 800 telefilm Usa e inglesi. “Non ci siamo mai considerati dei pirati – spiega Giulia -. Sappiamo che se le serie tv si sono diffuse in Italia a pochi giorni dalla messa in onda negli Usa anche grazie a noi, che le tv si sono basate anche sui nostri dati per definire i loro palinsesti e anche che il nostro lavoro viene spesso associato a comportamenti illegali come il download o lo streaming. Per questo non abbiamo mai promosso direttamente né l’uno né l’altro e non abbiamo mai guadagnato nulla. Il lucro avrebbe reso la nostra attività innegabilmente illegale”. E poi non è mai stato quello il movente: “Pur con un notevole traffico web e quotidiane proposte per monetizzarlo, non abbiamo mai inserito un banner pubblicitario sul sito, nemmeno per le spese di gestione dei server”. L’idea della piattaforma è del 2005. Il fondatore è l’allora 16enne di Bergamo Andrea che online si fa chiamare Klonni. “Io e i miei compagni di classe – spiega in Subs Heroes, il docu-film che racconta la storia di Italiansubs – volevamo vedere la seconda stagione di The Oc senza dover aspettare che arrivasse in Italia, un anno e mezzo dopo”. Succede lo stesso con un’altra serie made in Usa, Smallville: “Su un forum si organizzavano gruppi di traduzioni – spiega – e mi sono chiesto: perché limitarsi a Smallville?”. Lancia l’idea di un nuovo sito, cerca collaboratori, trova Antonio, nickname “Pilo”. Comunicano tramite Msn, comprano uno spazio online, creano un forum e caricano i sottotitoli. È il 25 novembre del 2005. Tra attacchi e sviluppo, dal 26 dicembre riescono a tenerlo online più di 72 ore. “È la partenza ufficiale”, spiegano. A quel punto si aggiungono nuovi traduttori: Giov3, perché non sopporta che alcune parti di Desperate Housewife non siano tradotte, Robbie – che oggi è un ingegnere informatico in Germania – perché affascinato dalle traduzioni, dal fatto di poter esercitare il suo inglese, come Bettaro, studente di Fisica. In un mese si registrano al sito mille utenti. Il picco c’è con l’arrivo in Italia della serie Lost. Per capirla bisognava seguire con devozione e ordine tutti gli episodi, ma la tv creava confusione. “Molti hanno scoperto la nostra community cercando gli episodi online. Poi sono rimasti”, spiegano. Lo staff si organizza nel tempo, tra traduttori e revisori. I sottotitoli sono file di testo, basta rinominarli e associarli al video per farli funzionare. “La parte illegale era la condivisione del video – spiegano nel docufilm –, rilasciando solo il sottotitolo era tutto tranquillo”.
A ottobre 2006 qualsiasi serie con un grosso seguito era tradotta. I membri della comunità lavorano anche di notte. “Era strano, certo, ma lo era di più che ci fosse chi scaricava i sottotitoli già alle 6”, dice Chiarachi. Diventano più selettivi: per essere traduttori bisognava effettuare una sorta di esame, e c’è anche chi lo ha ripetuto più volte. Solo per passione.
“Alcuni, come me, collaborano a Italiansubs da anni – spiega Giulia – e ora è come aver perso una piccola parte di noi stessi. Molti sono stati influenzati nelle loro decisioni personali e lavorative dall’essere parte di questa community. Splendide amicizie e grandi amori sono nati sul forum e dietro le quinte di Italiansubs. È un po’ come perdere una casa. Sappiamo che ci potremo incontrare e frequentare anche al di fuori del sito, ma sapremo sempre che un piccolo pezzo di cuore ci è stato portato via”.