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 2018  settembre 18 Martedì calendario

Amazon, il tariffario dei dipendenti infedeli: 300 euro per cancellare le recensioni negative

 Ottanta dollari per ottenere l’indirizzo di chi ha fatto un acquisto, trecento per cancellare una recensione negativa. Il gigante della distribuzione via web Amazon ha scoperto di essere infiltrata da funzionari corrotti, disposti a concedere i loro servizi ai broker che lavorano per conto delle aziende produttrici degli oggetti venduti sul catalogo online. 
È la stessa Amazon a riconoscere per la prima volta l’esistenza di un mercato clandestino che molti utenti e analisti di settore denunciano da tempo nei confronti dell’azienda di Seattle e di altri protagonisti del commercio elettronico. 
LE INDAGINI
Il caso è emerso in Cina, dove apparentemente la pratica è molto comune tra gli operatori di siti commerciali. Nonostante l’enorme sforzo di amministrare in proprio quanto viene offerto sul suo catalogo, Amazon ha aperto le porte a due milioni di mercanti esterni che hanno portato nelle sue pagine web 550 milioni di prodotti, con un fatturato che l’anno scorso ha raggiunto quasi 200 miliardi di dollari. La corruzione parte dai brokers che questi mercanti ingaggiano per facilitare il rapporto con la casa madre. Alcuni di loro fanno offerte di compensazione in contanti per i funzionari disposti ad agevolare le vendite di particolari prodotti, falsificando i dati che vengono immessi nel sito per giudicare l’andamento delle vendite. La rimozione di una recensione negativa, così come l’accesso alla mail di un utente che ha appena acquistato un oggetto, o la semplice visita fittizia di un cibernauta, sono materiale prezioso per i venditori e per i brokers, perché è sulla base dei giudizi dei clienti che l’algoritmo di Amazon seleziona i migliori prodotti e i migliori fornitori, per segnalarli l’attenzione dei consumatori. In Cina l’azienda ha scoperto che alcuni degli impiegati che avevano il privilegio di cancellare una recensione negativa ne facevano un uso arbitrario, e le indagini hanno portato alla luce il mercato a cielo aperto delle mazzette. 
Ora l’inchiesta si è spostata negli Usa, con il sospetto che anche qui il fascino discreto dei pagamenti sottobanco possa aver contaminato la locale rete di vendita. 
Nel corso di una recente conferenza di venditori presenti sul sito, uno dei broker ha mostrato l’annuncio con il quale uno dei suoi concorrenti offriva compensi a chi prometteva di collaborare per la manipolazione. Un catalogo articolato, che contempla informazioni sul numero di passaggi che ha portato un particolare cliente a leggere la pagina che descrive un particolare prodotto, e le parole chiave usate dai consumatori per cercare un dato oggetto, oltre al numero di visite che quella pagina ha avuto.