la Repubblica, 15 settembre 2018
Singapore, il Gp in cui si perdono 1,4 chili
SINGAPORE L’arte di dormire. A Singapore, soprattutto, quella di sudare. Non sono tanto i 30 gradi dell’aria a rendere l’intero circo della Formula 1 uno straccio, ma l’umidità: fino al 90 per cento. Difficile persino respirare. Anche sulle auto tutti usano accorgimenti per raffreddare soprattutto radiatori e cambi, “aprendo” un poco le auto per farle arieggiare. Figuriamoci i piloti, incollati nell’abitacolo dove la colonnina di mercurio sale a 60, sepolti sotto il casco e diversi strati di tessuti ignifughi. Come ardere all’inferno. Quando ne escono dopo due ore di gara colano come spugne e pure strizzate: perdono il 2 per cento del peso corporeo, circa 1,4 chili e tutti in liquidi. Parecchi per cavalieri che in genere non superano i 70. Una prestazione endurance, ai limitidella sopportazione fisica e mentale. Per questo il circuito di Marina Bay è nato sotto le stelle dei riflettori come prima night race della storia (nel 2008). (…)