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 2018  settembre 15 Sabato calendario

Ornella Muti: "In Italia non mi vogliono bene, vado a fare l’imperatrice al Bolshoi"

Ornella Muti fa una delle sue risate contagiose: «Per ora la cittadinanza russa no, però ci sto pensando. Intanto faccio su e giù con l’Italia. Ho la residenza e ho casa a Mosca, oddio ho tutte le mie cose sparse un po’ ovunque. Se ci penso mi sento male. Quindi meglio non pensarci». Ha appena partecipato a uno spettacolo kolossal al Cremlino, The crystal palace, «molto molto costoso, in cui c’era tutto: il balletto classico, il dramma, la lirica. In scena con me c’erano due prime ballerine del Bolshoi, l’étoile di un altro teatro, coreografie pazzesche».

Lei faceva l’imperatrice.
«Ho anche ballato. Per gli artisti del Bolshoi l’arte è la vita, c’era una grande emozione. È stato bellissimo condividerla, alla fine nei camerini c’era un mare di fiori. Li ho regalati alla sarta, era felice».
Verrebbe da dire che a 60 anni non si fa mancare niente.
«Sessantatré. Sono 63 gli anni».
Va bene, sessantré.
«Mi hanno scelto loro, in Italia non è che faccio molto, lavoro solo all’estero».
Perché dice così? Ha girato Notti magiche, il nuovo film di Paolo Virzì…
«Sì, e il film di Domenico Fortunato, poi Mare di grano, poi uscirà Daitona. Ok, lavoro, ma a volte penso che l’Italia non mi voglia così bene».
Sua madre è russa, va alla ricerca delle radici?
«La mia non è solo una ricerca romantica, direi che è essenziale, quando sei, come me, una figlia mista. Mi son considerata sempre molto napoletana, ma ho avuto voglia di conoscere un altro Paese, volevo ritrovare i racconti di mamma, quell’atmosfera. Ci sono cose di lei che mi appartengono».
Ha sempre viaggiato, che pensa dell’atteggiamento dell’Italia verso i migranti?
«La politica giudica e penalizza persone disperate che scappano dalla guerra e dalla fame. Ogni Paese ha le sue problematiche, se dovessi spiegare a una bambina: cos’è la società? Le risponderei: un gruppo che aiuta. Invece siamo diventati egoisti. Ho partorito Naike, la mia prima figlia, in Germania, come sentivano che parlavamo italiano, ci trattavano da cani. Oggi l’italiano come può giudicare qualcuno?».
Nella sua vita si è sentita giudicata?
«Sempre. È questo che ci frega, tutti allineati, borghesi. Per questo amo Naike e la difendo, perché non fa niente di male ed è se stessa, rompe gli schemi».
Anche lei?
«Io sono una hippy e morirò hippy. Non voglio morire ingioiellata. Per un periodo ho pensato "faccio la signora", ma non fa per me. Mi diverte quando mi criticano, faccio una vita da artista, vado dalle stelle alle stalle. Ma mi godo tutto, vivo le emozioni. Mia figlia mi ha fatto crescere, mi ha aiutato a rompere certe sovrastrutture, anche sociali. Nella parte napoletana della famiglia era tutto un "questo non si dice, questo non si fa". L’ipocrisia ci uccide».
Senza ipocrisia, una donna bellissima fa i conti con l’età?
«C’è un momento, intorno ai 40 anni, in cui ti guardi e dici: ok, ero presa dai figli, non sono più come quando ne avevo 28. Le quarantenni provano a sembrare giovanette e l’ho fatto anch’io. Però l’ho capito: o fai pace con gli anni o non vivi. Io non ho una data di scadenza».
Il rapporto con gli uomini cambia?
«Che mi frega di avere un uomo? O faccio la badante o pensa che voglia passare la vita a combattere? Perché hai detto così, perché hai fatto così? Nooo. Noi idealizziamo, ma l’uomo è quello che è: deve fare sesso. Sì, è così. Sono stata a Pompei, non sa quanti bordelli c’erano. Basta lamentarsi. Non posso incolpare gli altri dei miei errori, ho amato uomini che non erano adatti a me, li ho venerati, per poi svegliarmi una mattina e chiedermi: cosa sto facendo?».
Ha trovato la verità al cinema?
«Ma no. Penso sempre che se un attore è in grado di regalare emozioni abbia qualcosa dentro, invece, per dirne uno, non sa che delusione Sean Penn. Grandissimo attore, ma con una prosopopea».