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 2018  agosto 09 Giovedì calendario

Torna Avanguardia Nazionale, il “covo” è nel cuore di Roma

Chi si immagina una ambientazione in stile progetto Odessa rimarrà deluso. I soliti cassonetti romani circondati dalla monnezza, i palazzoni delle periferie, quel degrado immancabile della zona est della capitale. Pareti grigie, balconi tutti uguali con panni stesi e qualche parabola, rampe che scendono nei garage allagati anche ad agosto.
È qui, a Torre Spaccata, il quartier generale di una sigla che torna, Avanguardia nazionale. Una saracinesca anonima, in un cortile di palazzi da edilizia popolare realizzati dal Comune di Roma, di fronte al piccolo parco giochi desolato e spoglio, con un unico scivolo e nessun bambino nei dintorni. A pochi metri dall’abitazione del nome più misterioso della galassia nera, Stefano Delle Chiaie. Detto “er caccola”, quasi vent’anni di latitanza, inseguito da tre servizi segreti, consulente delle peggiori dittature militari latinoamericane, sospettato – e poi assolto – di essere il grande manovratore occulto dell’epoca delle stragi. Il “comandante” – come lo chiamano i suoi “camerati” – la pensione la passa così. Non solo ricordi, ma il progetto del ritorno di una sigla che venne sciolta per decreto nel 1976, con l’accusa di progettare la ricostituzione del partito fascista.
La nuova Avanguardia nazionale si presenta oggi sui social e sui blog senza tentare di nascondere la propria natura. Cene sociali, organizzate in simultanea a Roma e a Brescia, riunioni politiche, il progetto di una web tv e la formazione politica di nuovi militanti. L’organizzazione ruota da tempo attorno all’associazione culturale Punto Zenith, con sede in via Marco Dino Rossi, dietro la città del cinema romana. L’ingresso è un locale senza insegne, che porta ad una sala utilizzata come centro studi.
I temi mischiano le antiche ossessioni – l’antisemitismo apertamente di origine nazista – con i top trend della rete sovranista. Dal piano Kalergi per la “sostituzione etnica”, all’attacco dei diritti Lgbt, vero pallino per l’ultradestra. Lo scorso 6 aprile, ad esempio, a tenere una conferenza sul nuovo ordine mondiale è stato chiamato Luciano Lago, animatore di siti complottisti. Più di un’ora di conferenza, con domande attente. E alla fine dal pubblico una voce ha annunciato “un filmato fatto più di ottant’anni fa, molto attuale”. Scorrono le immagini di Adolf Hitler, le adunate naziste, una voce narrante in tedesco che racconta come la finanza ebraica domini il mondo. Nel montaggio sono stati inseriti brani di filmati attuali, ritratti di imprenditori, finanzieri – con l’immancabile Soros in primo piano – e la stella di David gialla cucita sulle divise nei campi di sterminio.
Non solo teoria e formazione. La neonata Avanguardia nazionale – diretta ancora oggi da Delle Chiaie – rinserra i ranghi con la nostalgia.
E così le cene sociali diventano l’occasione per cantare in coro il vecchio inno dell’organizzazione neofascista sciolta più di quarant’anni fa. C’è ritualità. In uno dei tanti filmati reperibili in rete, alla fine dell’inno un volto noto del fascismo romano, Maurizio Boccacci, si presenta davanti a Stefano Delle Chiaie. Si mette sull’attenti, ricevendo un gagliardetto da uno dei camerati al tavolo.
Il luogo della riunione lo chiamano sui social “il solito posto”. Corrisponde ad un ristorante sulla via Tiburtina, zona est della capitale, gestito da un camerata di antica data. Qui hanno festeggiato il 7 luglio scorso l’anniversario dell’organizzazione. Non era un semplice pranzo. Il programma prevedeva, dopo “il saluto del comandante”, una “relazione sulla Tv streaming e la nomina dei coordinatori regionali”. Prima del pranzo hanno discusso del programma politico, segno di una attività attuale. Gli appuntamenti sono mensili, con annunci diffusi attraverso Facebook e il blog dell’organizzazione. La vecchia propaganda, fatta di ciclostilati e riviste semi clandestine, è stata sostituita pienamente dai social, anche grazie alla presenza di nuove leve. Come Silvia Zuccoli, attivista di Latina che crea e gestisce gli appuntamenti.
Oggi come negli Anni 70 Avanguardia nazionale ha le sue ossessioni. Dalle memorie di Delle Chiaie fino ai post su Facebook, i militanti hanno un odio profondo nei confronti della stampa. Federico Gervasoni, giovane cronista di Brescia, è stato riempito di insulti e minacce dopo la pubblicazione su La Stampa del 31 luglio scorso di un articolo con la ricostruzione delle cene comunitarie nella città lombarda. Sui social un esponente dell’organizzazione ha pubblicato l’immagine di un pugnale, mentre altri militanti hanno minacciato “schiaffoni”. Ma è il presidente partigiano Pertini a scatenare l’odio: “Buon compleanno, infame” è la scritta a lui dedicata.