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 2018  luglio 17 Martedì calendario

Cardi B, la regina dell’hip hop

Il rap cosa da uomini? Sarà anche così, ma un nuovo fenomeno al femminile lo sta scuotendo dalle fondamenta. Il suo nome è Cardi B ed è la prima rapper solista ad aver portato due brani in vetta alla Billboard Hot 100, la principale classifica musicale statunitense.
Genere nato nei bassifondi newyorkesi negli Anni 70, il rap negli ultimi cinquant’anni ha visto emergere praticamente solo uomini. Queste rime cantate accompagnate da beat incalzanti affrontano argomenti come violenza tra bande, sesso di gruppo, scontri con la polizia. Temi da macho, insomma, che finora hanno tenuto lontana l’altra parte del cielo. Qualcosa però sta cambiando. 
Cardi B a soli 26 anni può già contare su un record storico, anche se in realtà non c’è molta concorrenza. Solo un’altra femcee, come si chiamano le rapper donna, aveva raggiunto il primo posto su Billboard da solista: Lauryn Hill. Nel lontano 1998, la signora della black music rompeva finalmente una consuetudine tutta al maschile con Doo Wop (That Thing), un brano che sotto la melodia scanzonata nascondeva un testo dedicato alla parità di genere. Allora si pensava che lo strapotere maschile nel rap fosse stato infranto, ma non era così. Bisognerà aspettare altri vent’anni per arrivare al successo di Cardi B. Collaborazioni a parte poi, solo altre cinque colleghe possono vantare un brano tra i cento singoli migliori di Billboard, vale a dire Foxy Brown, Eve, Nicki Minaj e l’unica non afroamericana del gruppo, Pink. 
Cardi B col suo doppio primo posto insomma ha portato nuova speranza nel rap e parte del merito è della sua storia così peculiare. Figlia di immigrati caraibici, Belcalis Marlenis Almanzar, come appare all’anagrafe, nasce in quel Bronx mai abbastanza riqualificato, frequenta le gang locali e come prima occupazione fa la spogliarellista. Una storia da film, che sembra offrire poche svolte, ma Cardi B sa come muoversi.
Grazie all’innata simpatia, alla capacità di non prendersi mai sul serio e al fisico prorompente, la ragazza conquista Instagram, dove appare senza filtri, spesso in pose osé. Parla di tutto e non ha paura di apparire spettinata o struccata. In breve tempo diventa una celebrità del web e nel 2015 passa a Love&Hip-Hop: New York, un reality statunitense che fonde vita (fintamente) vissuta, musica e il peggior trash. È qui che il fenomeno esplode. Anche in mezzo a numi tutelari come Ray J, Juelz Santana, Jim Jones e Remy Ma, la ragazza non s’intimorisce. Le medesime armi che l’avevano fatta volare sui social vengono riversate davanti alla telecamera e il pubblico va in visibilio. Nel 2017 la rapper lascia il programma e pubblica il suo primo singolo con una major, Bodak Yellow. Va subito al primo posto di Billboard, prende dischi di platino in tutto il mondo e pochi giorni fa arriva la doppietta con I Like It.

La breccia aperta da Lauryn Hill si allarga e ora il rap femminile è di nuovo sotto gli occhi di tutti. L’album di debutto di Cardi B, Privacy Uncovered, conferma questa impressione. Non è il disco che ci si aspetterebbe da una star dei reality. Non cede nulla al pop e suona bene, è incalzante. La femcee riesce a raccontare di se stessa e delle sue contraddizioni in modo convincente alternando trap e rap, riflessioni sul suo passato a rime più svagate e giocose. 
C’è da dire che l’affrancamento totale dagli stereotipi del rap al maschile, è ancora in lontananza. Delle tematiche femminili, nei suoi testi, c’è poco. A fronte di una Lauryn Hill che ha fondato la propria carriera più sulla voce che sull’estetica o di una Missy Elliott che non aveva paura di presentarsi sul palco con tute extralarge, la «Mariah Carey dello strip-club» ha puntato molto sul gioco di seduzione, sulle apparizioni spettacolari e perfino su un sextape. 
Ma la svolta storica, per la musica, c’è stata. Speriamo solo che non dovranno passare altri vent’anni prima di vedere un’altra femcee in vetta.