Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2018  luglio 04 Mercoledì calendario

La Ue in crisi per 63.691 migranti

Governi che rischiano di cadere. Ministri dell’Interno che gridano all’invasione. Schengen che scricchiola. È una tempesta perfetta quella scatenata dall’emergenza migranti. Peccato che di emergenza quest’anno non si possa parlare, se non per le morti in mare che riprendono a crescere. Gli sbarchi infatti non sono stati mai così bassi, i centri d’accoglienza sono ben lontani dal collasso e i movimenti secondari si sono in gran parte prosciugati.
Basta incrociare i dati. Intanto gli sbarchi: l’Europa, con i suoi 515 milioni di abitanti, quest’anno registra l’arrivo via mare di 45mila migranti, ben poca cosa rispetto al milione del 2015. E l’Italia? Ad oggi siamo a 16.600 sbarchi: l’ 80% in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. La rete d’accoglienza, fino a ieri al collasso, riprende così fiato: nei vari centri disseminati nel nostro Paese sono ospitati oggi 165mila migranti, a dicembre 2017 erano oltre 183mila. E ancora: le domande d’asilo in Europa nel 2017 sono state 705mila, l’anno prima erano oltre un milione e 200mila.
Certo, più che gli sbarchi, quello che allarma i Paesi del Nord Europa sono i movimenti secondari, ossia gli spostamenti di richiedenti asilo tra i vari Stati. Ma anche qui i numeri sono in calo. Un caso per tutti: la Germania, con i suoi 80 milioni di abitanti, nel 2017 ha registrato 63mila ingressi, di cui 22mila dal confine italiano ( e ne ha rimandati indietro 20mila). Quest’anno i flussi verso Berlino potrebbero essere ancora più ridotti: 26mila da gennaio a maggio. «I movimenti secondari in questi mesi sono minimi – conferma Carlotta Sami, portavoce Unhcr per il Sud Europa – i migranti che escono dall’Italia diretti verso il Nord Europa sono in gran parte bloccati ai confini. C’è un movimento residuale sulla rotta balcanica, ma di poche migliaia di persone».