La Stampa, 23 giugno 2018
Dazi, trema il mito delle Harley: «Ma i fan resteranno fedeli»
Partono i dazi e gli amanti del mito americano su due ruote si allarmano. «Negli ultimi due giorni ci avranno chiamato almeno una ventina di persone: vogliono sapere che cosa succederà adesso, cosa conviene fare», racconta Diego Catino, responsabile commerciale e socio (con l’ex portiere del Milan, Christian Abbiati) di una grossa concessionaria milanese della Harley-Davidson, la Gate 32. «Per ora anche noi abbiamo poche informazioni», dice. Dagli uffici italiani della Harley (che nel 2017 ha venduto nel nostro Paese 5.347 moto, +11%) assicurano che «i prezzi non cambiano», e che sarà così «fino a nuova decisione». Nel frattempo i punti vendita prendono le loro precauzioni. «Noi abbiamo fatto una certa scorta di moto, che comunque garantisce uno o due mesi a prezzi invariati», confessa Catino. Le maggiori ripercussioni dai dazi «almeno in prima battuta» se le aspetta sulle vendite dei modelli d’ingresso (le sportster, tipo la 883) che costano tra i 10 e i 13 mila euro, cui si affacciano i giovani attratti dal mito Usa, più che delle touring che viaggiano sui 30 mila euro. «Per esperienza posso dire che però l’appassionato di Harley tira la cinghia ma resta fedele», dice Catino. Anche Pier Francesco Caliari, direttore generale di Ancma, ritiene che «qualcuno forse passerà a modelli italiani, ma il motociclista non rinuncia facilmente al suo prodotto». E se Trump rispondesse con dazi sulle moto italiane? Idem: «Molti tra gli americani che vogliono una Moto Guzzi o una Ducati non cambierebbero idea. Ma le guerre commerciali non fanno bene a nessuno».