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 2018  giugno 14 Giovedì calendario

Saranno i primi Mondiali di calcio post-televisione

Il Mondiale 2018 di Russia sarà il primo di una nuova era. Non perché manca la nazionale azzurra. Perché segnerà la perdita di centralità della televisione nel pianeta calcio. Come quasi tutte le famiglie italiane ricordano, i Mondiali del passato sono stati momenti straordinari di aggregazione di fronte allo schermo tv: parenti, amici, vicini di casa, tutti concentrati sul televisore, con poche distinzioni di sesso e nessuna di età. Non sarà mai più così. Innanzitutto, la tv non sarà l’unico medium sul quale le partite di calcio saranno seguite. Uno studio di Ipsos citato da Statista.com prevede che, nel mondo, solo il 62% di chi seguirà le gare lo farà davanti al televisore. Si tratta di numeri ancora elevati, naturalmente: il torneo del 2014 in Brasile fu seguito da casa da 3,2 miliardi di persone, per una visione cumulativa di oltre nove miliardi; e si prevede che quest’anno la audience tv totale cresca di più del 10% rispetto a quattro anni fa, dal momento che la fascia oraria russa è maggiormente favorevole per i fan europei e asiatici. La perdita di centralità della televisione, però, sta nel fatto che (sempre fonte Ipsos) un 25% di spettatori vedrà le gare anche online, il 13% le seguirà su telefoni mobili, l’8% su tablet. È la tecnologia che entra prepotente nei Mondiali: li moltiplica ma li disperde. Un fatto di grande rilievo sociale ed economico. Se i meno giovani tenderanno a guardare i Mondiali alla vecchia maniera, in poltrona con i pop-corn, i millennials (più o meno coloro che hanno tra i 22 e i 35-40 anni) e i più giovani li guarderanno con un occhio solo, mentre commenteranno sui social network, magari interessati solo alle highlights e non alla noia di un’intera partita tra squadre di terza fila. Oppure non li seguiranno in diretta ma su siti che trasmetteranno a ripetizione i momenti più significativi. Molti abbineranno visione della partita a scommesse o a videogame di pallone. Ma ancora di più: il torneo sarà per molti solo un’occasione sociale per fotografare se stessi e creare filmati da mettere in Rete; il focus non si sposterà più solo dalla televisione ad altri media ma spesso emigrerà dall’oggetto centrale, la partita di calcio, ad altro, più personale. Con conseguenze enormi per le televisioni stesse, il cui modello di business per quel che riguarda il calcio verrà messo sottosopra: il Mondiale 2018 sarà la prova generale del calcio post-televisione.