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 2018  giugno 13 Mercoledì calendario

Kim Yo-jong, la sorella terribile artefice della svolta

È lei che ha cambiato faccia al regime, al fratello. Da dittatore paranoide, che ha portato la Corea del Nord sull’orlo di un conflitto con gli Stati Uniti, a uomo di pace, che l’ha condotta vicina come non mai al grande avversario. Glielo si leggeva nello sguardo, quando ieri ha scambiato la cartellina della dichiarazione con il segretario di Stato americano Mike Pompeo, per la firma incrociata con Trump: Singapore è anche il frutto del suo lavoro. E se il fratellone Jong-un avrà un posto nella storia, si vedrà alla fine se tra i buoni o i cattivi, uno spazio sarà riservato pure a lei: la sorella minore, Kim Yo-jong.
Non è così visibile in questa partita americana, vero. Molto meno che alle Olimpiadi, quando è stata il primo membro della famiglia ad attraversare il confine con il Sud, il pallido volto del disgelo. E meno che al summit di Panmunjom tra le due Coree, quando per tutta la giornata non ha fatto che danzare premurosa attorno a Kim, salvo poi avere una sedia al ristrettissimo tavolo delle trattative. Il fatto è che Kim Yo-jong non è un’esperta nucleare, il tema chiave su cui si giocherà il negoziato con gli Stati Uniti e che dovrebbe essere l’esperto ex capo dell’intelligence Kim Jong-chol a condurre. Come capo della propaganda comunista però, il suo ruolo ufficiale, la parte della sorellina resterà decisiva. Di lei il fratello si fida da quando, figli della stessa donna tra le varie mogli e amanti di Kim Jong-il, sono stati mandati entrambi a studiare in Svizzera. Lei gli è stata vicino nel momento in cui la morte del padre gli ha consegnato il potere a 26 anni e tutti lo consideravano spacciato. Di lei, a maggior ragione, continuerà a fidarsi ora che l’élite militar-nucleare di Pyongyang potrebbe mal digerire un eventuale disarmo, perfino tramare un colpo di Stato.
Più che una consigliera, più che un capo dello staff, dice qualcuno la numero due del regime. E il viaggio a Singapore, verso cui ha volato su un aereo diverso da quello del fratello, sembra averla consacrata tale: in caso di incidente o attentato contro Jong-un sarebbe toccato a lei, la faccia buona del regime. Molti dubitano lo sia davvero, essendo in tutto e per tutto complice delle atrocità del dittatore, uccisioni in famiglia comprese.
Di lei si sa poco, nata il 26 settembre 1987, forse due figli, forse da due diversi uomini. Chi è scappato dal regime la descrive come «saccente, arrogante e volgare». L’ennesimo inganno della dinastia? Eppure se davvero la Corea del Nord va verso un’apertura, meno armi e più sviluppo, Kim Yo-jong non potrà che essere ogni giorno più centrale.