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 2018  giugno 11 Lunedì calendario

Il destino di Grease segnato da un party

Elton John, Andy Warhol, Grace Jones, Brooke Shields appena tredicenne. Sono solo alcuni degli ospiti che quarant’anni fa hanno brindato in anteprima all’uscita del film Grease durante il party organizzato nell’iconico Studio 54 a New York. Era il 13 giugno 1978. Il lungometraggio che racconta la storia di Danny Zuko, leader della banda dei Thunderbirds con un’immagine da duro da difendere, interpretato da John Travolta, e l’ingenua Sandy, impersonata da Olivia Newton-John, e dei loro amici, sarebbe arrivato nelle sale, in Usa e Canada, tre giorni dopo, il 16, e nel resto del mondo nei mesi seguenti – in Italia il 22 settembre – fino alla fine dell’anno, con l’ultima première in Giappone il 16 dicembre. L’attesa per l’uscita era fortissima. Il lancio del film e il party erano stati organizzati nel dettaglio per lasciare un segno nelle cronache patinate, ma più ancora nell’immaginario, in modo da regalare la stessa fortuna alla trama cinematografica. Così è stato.
LE TOP LIST
A quarant’anni dal debutto cinematografico, Grease è ancora uno dei film più visti, uno dei musical più noti, perfino uno degli album con le canzoni più longeve. You’re The One That I Want e Summer Nights sono tuttora in vetta alle classifiche: rispettivamente all’ottavo e ventunesimo posto della top list dei singoli più venduti di tutti i tempi.
Lo Studio 54, quella sera, era assediato da fan e paparazzi. Il carpet era esclusivo con tutti i più grandi nomi della storia di quegli anni, accorsi per applaudire Olivia Newton-John, 29 anni, e John Travolta, 24, nonché i produttori Robert Stigwood, che l’anno prima aveva prodotto La febbre del sabato sera, sempre con Travolta, e Allan Carr, oltre al regista Randal Kleiser, che scelse proprio l’occasione della festa per proporre a Brooke Shields il ruolo da protagonista in Laguna Blu, altro titolo che sarebbe divenuto un cult. Il locale, nato l’anno prima, era già un’icona. Qui venivano Woody Allen e Michael Jackson. Qui Truman Capote, Bianca Jagger – entrata in pista a cavallo, circa un mese prima, per il suo trentesimo compleanno – Steve Tyler, Keith Richards, James Brown. Qui Elizabeth Taylor, Liza Minnelli, John Lennon e molti altri. L’imperativo era esserci. Lo dicevano moda e riflettori. L’unica regola era esagerare. Sempre.
LE DECAPPOTTABILI
Così, la sera di Grease, Steve Rubell che insieme al socio Ian Schrager gestiva lo Studio, decise di ricreare le atmosfere della pellicola, portando nel locale armadietti per gli studenti, chioschi di hot dog e zucchero filato. Fece arrivare alcune decappottabili d’epoca da un piccolo museo in New Jersey e le fece parcheggiare accanto alla pista. Il suo team però, dimenticò i serbatoi pieni, rischiando l’incendio. Furono i vigili del fuoco a ordinare di far uscire tutte le vetture, togliere la benzina e riportarle dentro a spinta. Il rischio non compromise la serata. C’erano anche Diane von Furstenberg, Lee Kramer, all’epoca fidanzato con Olivia Newton-John (Travolta era legato a Marilu Henner, che aveva lavorato in Grease a teatro nella sua prima edizione, dove lui, minorenne, interpretava Doody), Ann Miller, Carol Channing, Jeff Conaway, Frankie Valli. Oltre ovviamente a tutto il cast del film. Anche tra i fotografi, c’erano delle star, come Brad Elterman, che aveva conquistato un posto sotto i riflettori pochi anni prima quando, sedicenne, aveva fotografato Bob Dylan in concerto.
La serata allo Studio 54 entrò nella storia. Come il lungometraggio che voleva celebrare, nato da un musical di successo – era stato scritto nel 1971 da di Jim Jacobs e Warren Casey, che quella sera allo Studio 54 per un errore organizzativo non furono fatti entrare – ottenendo subito grande riscontro. Nel 1973 a portare in scena Zuko fu Richard Gere. Dopo l’uscita del film, Grease è tornato più volte sul palco, negli anni – in Italia, nel 1997, con Lorella Cuccarini e Giampiero Ingrassia – pressoché ricordando la fortuna cinematografica, richiamandone suggestioni e interpretazioni. Nel 1982 sul grande schermo si tentò il sequel, Grease 2, con altro cast – Maxwell Caulfield e Michelle Pfeiffer – e decisamente minor esito.
LO STILE
Intanto la storia era fatta. Ed era stata fatta la moda. Lo stile Anni ’50 rilanciato dalla pellicola conquistò passerelle e guardaroba. La trasformazione di Sandy da brava ragazza a femme fatale fece la rivoluzione di outfit e costumi. E, soprattutto, la fa tuttora, con citazioni pressoché immancabili nelle collezioni di più brand, quest’anno dal giubbotto stile Zuko di Bershka ai bomber ricamati di Maje, dagli occhiali Illesteva ai tacchi Damiano Marini e così via. Senza dimenticare i tributi, come gli smalti Opi dedicati all’anniversario, e i bijou Erstwilder con spille dei personaggi, imperdibili per i collezionisti. La fortuna del film si è tradotta infatti in quella del mercato di memorabilia, tra autografi – oltre 1400 dollari il costo di una locandina firmata dai due interpreti principali – e omaggi, come doll Mattel e toys Funko. A confermare l’eterna giovinezza del film.