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 2018  giugno 11 Lunedì calendario

Sentosa, l’ex isola della morte che ospita i leader per la pace

L’isola dove i giapponesi ammazzavano i loro prigionieri durante la Seconda Guerra Mondiale è diventata il luogo dove potrebbe scoppiare la pace tra Stati Uniti e Corea del Nord. Tanto perché la storia non finisce mai di contraddirsi e stupire. In origine Sentosa, l’isola appena a Sud dell’isola dove sorge la città-stato di Singapore, era un covo di pirati. Si nascondevano tra le spiagge e gli alberi della sua foresta tropicale, dopo aver commesso i loro misfatti. Quando gli inglesi erano arrivati a colonizzare la regione, verso la fine dell’Ottocento, l’avevano trasformata in una base militare chiamata Fort Siloso, proprio perché garantiva sicurezza e consentiva di proteggere l’accesso dal mare alla città. I giapponesi l’avevano conquistata nel 1942, e ne avevano fatto un campo di prigionia. L’acqua che la circondava rendeva difficile la fuga, e quindi ci avevano rinchiuso tanto i soldati britannici e australiani catturati, quanto i civili. Soprattutto quelli di origine cinese, che si ostinavano a sabotare gli occupanti. Perciò i giapponesi portavano i prigionieri più ribelli sulla spiaggia, e li fucilavano nella schiena. Per questo motivo Sentosa si era guadagnata il cupo nome di Pulau Belakang Mati, che significa l’Isola della morte alle spalle.

La rinascita
Questo marchio sinistro le è rimasto appiccicato addosso fino al 1972, anche perché dopo la guerra lo stesso governo di Singapore aveva continuato ad usarla come prigione. Ad esempio, il detenuto politico più noto del paese, Chia Thye Poh, ci aveva trascorso 9 dei suoi 32 anni di reclusione. Nel 1972 però il governo ha deciso di cambiare la storia dell’isola, partendo dal nome, diventato così Sentosa, che in malese significa l’isola della pace e della tranquillità. I suoi quasi cinque chilometri quadrati sono diventati un’attrazione turistica, attraverso lo sviluppo della sua foresta, le spiagge, e la costruzione di ville e alberghi di lusso. Il più esclusivo, il Capella Hotel, è quello che ospiterà lo storico vertice tra il presidente americano Trump e il leader nordcoreano Kim. In origine era l’edificio che ospitava proprio la mensa degli ufficiali britannici di stanza a Fort Siloso, ma poi l’architetto Norman Foster ci ha ricavato 112 stanze e diversi villini, che vengano affittati per prezzi che variano dai 600 ai 10.000 dollari a notte. Intorno ci sono 30 acri di foresta tropicale curata come un giardino, il campo da golf Serapong con 18 buche, il parco divertimenti degli Universal Studios. E naturalmente la spiaggia, dove da qualche parte erano state seppellitte le insegne del reparto britannico conquistato dai giapponesi nel 1942, e dove venivano fucilati i prigionieri.
Come si arriva 
L’intera Sentosa oggi è una comunità residenziale di lusso, con ville che costano fino a 30 milioni di dollari. Un solo ponte e una funicolare la collegano all’isola di Singapore, e quindi l’accesso può essere facilmente regolato o bloccato. Garanzia di massima sicurezza, dunque, non solo per Trump, ma anche per Kim, che poco tempo fa aveva fatto ammazzare il fratellastro nella vicina Kuala Lumpur, e secondo indiscrezioni della vigilia non era convinto di venire al vertice perché fuori dalla Corea del Nord temeva per la sua stessa vita. Sentosa però è stata trasformata in un bunker, con le strade presidiate dalla polizia, e naturalmente i voli vietati sopra i suoi cieli per tutta la durata dei colloqui. Un luogo quasi predestinato al riscatto, della sua storia cupa, e della pericolosa rivalità nucleare fra Pyongyang e Washington.